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I big del Made in Italy nel Manifesto per l'economia circolare
Da Enel e Intesa San Paolo un documento condiviso con le grandi aziende dell'eccellenza italiana per un migliore impiego di risorse naturali, riciclo e gestione dei rifiuti.
Un Manifesto con le firme delle imprese italiane leader del Made in Italy, a sostegno di un'economia circolare “in grado di favorire l’affermazione di nuovi modelli di business più efficienti e sostenibili, coinvolgendo numerosi attori lungo l’intera catena del valore”, come ha spiegato la presidente di Enel Patrizia Grieco, durante la presentazione del documento realizzato insieme a Intesa San Paolo, nell'ambito del convegno sul tema, il 29 novembre nella sede di Confindustria a Roma.
Secondo le stime Onu entro il 2050 la popolazione mondiale supererà i nove miliardi di abitanti mentre si prevede che la rapida crescita economica di molti Paesi in via di sviluppo aumenterà in maniera esponenziale la domanda di materie prime. Temi quali economia circolare, efficientamento nell'impiego delle risorse, tutela del capitale naturale, riciclo e riutilizzo di beni e prodotti, gestione razionale dei rifiuti sono diventati argomenti all'ordine del giorno in quasi tutto il mondo, dalle economie più ricche a quelle meno avanzate.
In Italia Novamont, Costa Crociere, Gruppo Salvatore Ferragamo, Bulgari, Fater e Eataly sono solo alcuni dei grandi leader del Made in Italy che si sono uniti alla richiesta per un maggior impegno sul fronte dell’innovazione, della competitività e delle prestazioni ambientali, ribadendo come la diffusione di un’economia circolare sul territorio offra delle nuove opportunità, più che porre delle problematiche. A partire dalla creazione di un sistema di informazione sui processi produttivi più trasparente che contribuisca alla riduzione dei fenomeni illeciti e premi per le imprese virtuose. Senza contare che in Italia, notoriamente povera di risorse, l'utilizzo e il riutilizzo di materiale riciclato consente una minor dipendenza dai rifornimenti dall'estero, esponendo meno il Paese alla volatilità dei prezzi delle materie prime sui mercati. Inoltre l’economia circolare, offrendo nuove occupazioni e impieghi, potrebbe contribuire ad arginare il fenomeno della fuga di giovani all'estero, creando opportunità in patria.
Sempre nel corso dell’iniziativa patrocinata dal ministero dell’Ambiente e da quello dello Sviluppo economico, è stato illustrato il Documento di posizionamento strategico nazionale da parte dei due dicasteri, intitolato “Verso un Modello di Economia Circolare per l’Italia”, che si colloca nella più ampia Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, soffermandosi nello specifico su una più precisa definizione degli obiettivi per un uso più efficiente delle risorse e dei modelli di produzione e consumo, in linea con uno sviluppo sostenibile.
“L’Italia”, ha affermato il titolare del dicastero dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, “Vuole vincere con l’Europa la grande sfida dell’economia circolare, dalla quale si misura innanzitutto la credibilità dei nostri impegni internazionali, a partire da quello di Parigi sul contrasto ai cambiamenti climatici. Il nostro Paese”, ha aggiunto, “Sa di poter contare sulla forza delle imprese italiane e sulla loro capacità di anticipare i tempi, di capire cioè prima di altre che pratiche come la rigenerazione, l’ecodesign e la lotta agli sprechi sono elementi di competitività sul mercato”.
di Elis Viettone
Scarica il Documento di posizionamento strategico nazionale sull’economia circolare