Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Progetti e iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

L'apostasia che uccide: in 12 Paesi non abbracciare alcuna fede può comportare la pena capitale

Nel "Freethought Report 2017" dell'International humanist and ethical union emerge un quadro preoccupante in 30 Paesi, con nuove sentenze di morte per il reato di apostasia in Sudan e Arabia Saudita. Critiche anche all’Italia.

Sono almeno 85 gli Stati, tra cui l'Italia, in cui non abbracciare una fede comporta disparità di trattamento. Il "Freethought Report 2017", presentato dall'International humanist and ethical union il 5 dicembre al Parlamento europeo, tratteggia una fotografia globale poco rassicurante: in 30 Paesi, per la maggior parte Stati islamici o con una popolazione in prevalenza di fede musulmana, le discriminazioni sono molto gravi e almeno in 12 Paesi per l’apostasia è prevista la pena capitale.

Il Rapporto sottolinea come la situazione globale sia lungi dal mutare segno e anzi nel 2017 siano avvenuti sette nuovi casi di pericolose persecuzioni. Pakistan, India e Maldive si sono macchiati di tre omicidi di umanisti o atei che avevano espresso le loro idee mentre violente incitazioni all'odio si sono manifestate in Malesia, Mauritania e sempre in Pakistan, generando un clima di grande rischio per l'incolumità di atei e agnostici.

Si contano infine nuove sentenze di morte per il reato di apostasia in Sudan e Arabia Saudita, dove ai prigionieri di coscienza Raif Badawi, Waleed Abulkhair e Ashraf Fayadh si va a sommare ora anche Ahmad Al-Shamri, che ha perso l'ultimo appello possibile contro la pena di morte comminatagli nel 2015 per apostasia, solo per aver postato su Facebook alcuni video ritenuti sacrileghi.

“Mio marito è un liberale musulmano eppure il mio Paese, l'Arabia Saudita, lo ha condannato per apostasia”, spiega Ensaf Haidar, attivista per i diritti umani e moglie del blogger Raif Badawi, al quale, dopo una prima sentenza di morte nel 2012, è stata infine imposta una reclusione di dieci anni in prigione, oltre alla pena corporale di mille frustate. “L'accusa?”, prosegue Haidar, “Aver aiutato la realizzazione di un blog che veicolasse idee liberali, come ad esempio che le istanze religiose non dovessero entrare nell'agenda politica. La semplice idea che Raif stesse abbandonando l'Islam è stata usata contro di lui per demonizzarlo. Non importa se sei un umanista, musulmano, ateo o ebreo, agnostico o cristiano. Nessuno al mondo dovrebbe affrontare un simile processo per aver espresso una visione del mondo. Le libertà di pensiero ed espressione sono i nostri diritti umani”.

Secondo il rapporto, la situazione dell'Italia evidenzia molte criticità. In base ai 60 indicatori utilizzati per compilare l'analisi dei singoli Stati, l'Italia si posiziona nella seconda fascia, quella dei 55 Paesi dove almeno uno di tali indicatori è stato violato in maniera seria, anche se non gravissima come nei 30 Paesi dove le libertà sono più compromesse. Al nostro Paese si rimproverano in particolare due fenomeni: da una parte l'insegnamento delle materie religiose è obbligatorio nella maggior parte delle scuole pubbliche e non prevede la presenza di alternative laiche o umaniste; dall'altra, si legge, “le autorità di governo portano avanti agende politiche conservatrici ispirate dal mondo religioso, con poca considerazione dei diritti di coloro che hanno una visione più progressista”.

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di Elis Viettone

lunedì 11 dicembre 2017

Aderenti