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Non solo l'8 marzo, l'empowerment delle donne nella “marcia” dell'Ocse
Una serie di incontri e dibattiti fino al 20 marzo per descrivere le problematiche rappresentate dalla disparità tra uomini e donne a livello scolastico, lavorativo, imprenditoriale e politico nel mondo.
Da una parte ci sono le cittadine messicane, all'estremo opposto le danesi: oltre a un oceano e a qualche giornata di sole in più, a dividerle c'è l'utilizzo e la disponibilità del proprio tempo. Mentre le prime tra cura dei figli e degli anziani, compiti domestici e di gestione casalinga spendono in media sei ore e 23 minuti al giorno a fronte delle due ore e 17 minuti dei propri concittadini maschi, le seconde risultano le meno aggravate dal lavoro non pagato, con una maggiore redistribuzione delle mansioni domestiche e familiari e gli uomini danesi impegnati per tre ore e sei minuti in casa.
Per ricordare e reclamare misure urgenti per colmare le diverse forme di divario di genere l'Ocse, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ha organizzato una serie di eventi, tra dibattiti, seminari e discussioni, a partire dal 7 fino al 20 marzo in varie località tra Parigi, New York e Washington, dal titolo programmatico “March on gender, the implementation gap”.
Ad aprire il ciclo di incontri che tenta di descrivere le problematiche rappresentate dalla disparità tra i sessi a tutti i livelli, l'appuntamento per esplorare l'impatto del contesto legale e normativo sull'empowerment economico delle donne nel mondo, passando per l'analisi di realtà complesse come la Tunisia, l'Egitto, la Romania e il Kazakistan; il secondo giorno, in occasione della Festa internazionale della donna, la riunione plenaria nella quale si discuterà il quadro generale, i punti critici e i risultati finora ottenuti in materia di lotta alle discriminazioni di genere; nel pomeriggio spazio riservato alle strategie per contrastare le molestie e violenze che colpiscono ancora milioni di lavoratrici nel mondo, spesso vittime senza voce e senza forza per rivendicare giustizia.
Proprio in vista del giorno dedicato ai diritti delle donne, l'Ocse ha pubblicato anche alcuni dati elaborati a partire dai sondaggi e interviste realizzati a livello nazionale, basati su campioni per ogni Paese tra le 4mila e le 20mila persone, per individuare gli aspetti in cui permangono più profonde le differenze ed esplorare le possibilità offerte: 75 indicatori sul divario scolastico, lavorativo, imprenditoriale, di rappresentazione politica, salute e sviluppo.
Del lavoro di cura non pagato l'ASviS si è già occupata in questo articolo, ma quando si arriva a trattare dell'impiego del tempo per la propria cura personale, incluse le ore di riposo notturno e per alimentarsi, lo scarto tra i due sessi diminuisce, portandoli in posizioni più equilibrate, con Francia e Italia in testa alla classifica femminile per numero di ore spese per se stesse: per le francesi ogni giorno 12 ore e 41 minuti, le italiane 11 ore e 50 minuti. A pesare sono ovviamente anche stili di vita e abitudini, come testimonia il dato sui francesi che ritagliano due ore e 13 minuti in ogni giornata per mangiare e bere: più del doppio del tempo impiegato dagli americani, 1 ora e due minuti, decretando così questi ultimi come il popolo che destina meno tempo a mangiare e bere tra i Paesi Ocse.
Le parentesi di disimpegno, riposo o divertimento sono invece appannaggio delle norvegesi, in cima alla classica europea per tempo speso davanti alla televisione o con gli amici, sei ore e sei minuti al giorno, seguite dalle cittadine belghe. In ogni caso in tutti i Paesi esaminati, gli uomini hanno più tempo libero e meno impegni di lavoro domestico o di cura non pagato rispetto alle coetanee di sesso femminile.
di Elis Viettone