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Le agende internazionali si mobilitano per la salvaguardia della risorsa oceano
Due importanti conferenze si sono tenute a marzo per affrontare il tema della regolamentazione dello sfruttamento e dell’inquinamento delle acque mondiali.
All’inizio di marzo la protezione degli oceani e delle sue risorse è stata inserite nelle agende internazionali di due importanti conferenze.
Dal 7 al 9 marzo in Messico ha avuto luogo il quinto Vertice mondiale sull'oceano dell’Economist ed è stato incentrato su cinque pilastri: pesca sostenibile, inquinamento, cambiamenti climatici, finanza e tecnologia cercando di approfondire l'impegno con il settore privato e in particolare il coinvolgimento del capitale privato per le risorse oceaniche.
Al vertice hanno partecipato leader da tutto il mondo per confrontarsi su questo tema che non conosce confini e coinvolge tutti nelle sue implicazioni. Ma più dei presenti, hanno avuto un grande peso gli assenti. Nessun rappresentate istituzionale degli Usa ha partecipato alla conferenza, sebbene al contrario lo abbiano fatto centri di ricerca e università americane. Questo comportamento si è dimostrato perfettamente in linea con la situazione statunitense che mette a disposizione ingenti finanziamenti per la ricerca sulle risorse mare e il loro sfruttamento sostenibile, ma è uno dei più grandi inquinatori. Ovviamente, un confronto internazionale senza un partecipante di tale “calibro” ha reso difficile poter arrivare a soluzioni concrete.
Dal 5 al 9 marzo in Jamaica si è tenuta, invece, la 24esima sessione annuale dell’Autorità internazionale dei fondali marini. Il punto principale discusso è stato il progetto sulla regolamentazione dello sfruttamento delle risorse minerarie nei fondali profondi. Inoltre, i delegati si sono scambiati opinioni in particolare su temi quali: capire gli effetti a lungo termine dell’attuale sfruttamento delle risorse, la necessità di una più ampia politica ambientale e di regolamentazione dello sfruttamento e i ruoli del Consiglio e del Segretario generale dell’Onu nei regolamenti sullo sfruttamento.
Un particolare focus è stato dedicato ai meccanismi di pagamento e alla necessità di rafforzare i progetti di regolamento per quanto riguarda la tutela del patrimonio comune dell'umanità e la protezione dell'ambiente marino.
di Giulia D’Agata