Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Progetti e iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

Le donne occidentali equilibriste: tra lavoro e famiglia, gli ostacoli alla parità

Lo studio di Gallup e Ilo mostra che le lavoratrici dei Paesi più avanzati sono le più prossime al raggiungimento della parità di genere. Sulle loro spalle però pesa ancora troppo l'impegno familiare e di cura; il 62% vorrebbe poter conciliare i due ambiti.

Conciliare impiego e famiglia è il maggiore problema secondo le donne lavoratrici dei Paesi occidentali. Sebbene le cittadine degli Stati considerati più avanzati dal punto di vista economico e sociale siano anche quelle più prossime a raggiungere una piena parità di genere, nello studio Towards a Better Future for Women and Work: Voices of Women and Men, pubblicato il 15 marzo da Gallup e dall'International Labour Organization (Ilo), emerge come questo continuo esercizio di equilibrismo tra casa e ufficio rappresenti per loro una forte fonte di stress e frustrazione. Eppure proprio le donne occidentali sono quelle che su scala globale più spesso esprimono il desiderio di poter mantenere entrambi gli impegni, fuori e dentro casa. Ben il 62% delle intervistate ha affermato di voler continuare a prendersi cura di casa e famiglia, ma anche di non voler rinunciare al proprio lavoro, mentre solo il 13% dichiara di preferire una dimensione domestica di cura e lavoro casalingo non retribuito. Il desiderio di conciliare i due aspetti risulta più forte nelle donne con figli sotto i 15 anni rispetto alle donne senza prole.

La ricerca, la più estesa mai realizzata prima in questo ambito, prende in analisi le risposte di oltre 149mila cittadini in 142 Paesi in merito alla condizione femminile e al mondo del lavoro, interrogando uomini e donne per meglio interpretarne necessità e aspirazioni.

Quali sono i principali freni alla realizzazione di ognuna? Come gli uomini ritengono che le donne debbano partecipare al mercato del lavoro? Che opportunità esistono per azioni contro le discriminazioni di genere? Ci sono uguali possibilità di carriera per entrambi i generi? Sono alcune delle domande cui la indagine ha cercato di dare risposte, sottolineando anche come “mentre i risultati mostrano che la parità non è ancora stata raggiunta ìn molte regioni del mondo, è anche emerso che le posizioni di uomini e donne non sono sempre così distanti come il senso comune potrebbe far credere”e il 66% di loro, contro il 70% delle donne, preferirebbe le donne impiegate in occupazioni retribuite piuttosto che a casa.

Inoltre le risposte hanno evidenziato una maggiore probabilità delle donne rispetto ai concittadini maschi di aver vissuto qualche esperienza negativa nel giorno precedente la somministrazione del questionario: ben il 28% di loro, contro il 24% di uomini, dichiarava di essere stata male fisicamente, di essersi preoccupata, 41% contro 36%, rattristata, 25% contro il 20%, di avere provato stress, 38% contro 35%, e infine di essersi arrabbiata, 16% contro 13%.

I dati dicono però che questi sentimenti negativi diminuiscono al crescere dell'età delle intervistate, anche se le donne oltre i 60 anni spesso hanno espresso una tristezza invece assente nelle più giovani. Infine, nonostante le lavoratrici siano sottoposte a frequente stress, avranno anche più probabilità di vivere esperienze positive e soddisfacenti rispetto alle proprie consimili fuori dal mondo del lavoro e il 49% delle impiegate a tempo pieno può vantare una buona situazione economica, contro il 35% di coloro che non appartengono alla forza lavoro.

di Elis Viettone

mercoledì 28 marzo 2018

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