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I cambiamenti climatici preoccupano l’83% degli italiani
La preoccupazione nei confronti dei cambiamenti climatici è più alta in Italia rispetto a ogni altro Paese Ue. Lo dice un sondaggio della Banca europea per gli investimenti su un campione di 25mila cittadini. 15/11/2018
È un Europa spaccata in due quella fotografata dal sondaggio della Banca europea per gli investimenti (Bei) in merito alla percezione che abbiamo sui cambiamenti climatici. Lanciato in vista della prossima Cop24 di dicembre in Polonia, l’Eib climate survey registra una preoccupazione diffusa nei confronti delle mutazioni climatiche a cui stiamo assistendo. In particolare, l’Europa appare divisa geograficamente, con il Sud particolarmente preoccupato per gli impatti dei cambiamenti climatici sulla vita quotidiana e un Nord Europa meno sensibile al problema.
Realizzato in collaborazione con YouGov, società internazionale di analisi dell’opinione pubblica, il sondaggio rivela che a livello europeo gli italiani sono i più spaventati per i cambiamenti climatici. Probabilmente i recenti fatti di cronaca legati all’ondata di maltempo, i disastri ambientali che da Nord a Sud hanno devastato il nostro Paese, hanno contribuito ad aumentare la sensibilità vero questa tematica, tanto che il 67% ritiene che sia una minaccia immediata.
Numeri confermati anche da un altro Rapporto diffuso in questi giorni da parte della società Swg, secondo cui l’83% degli italiani teme i violenti fenomeni atmosferici causati dai cambiamenti climatici; il 90% ritiene sia urgente e strategico intervenire in maniera straordinaria per affrontare questo problema, mentre il 76% ritiene che i principali Paesi stiano facendo poco o nulla per contrastare il riscaldamento globale.
Oltre che geografica, l’indagine della Bei registra una spaccatura sugli atteggiamenti ambientali anche a livello generazionale. In quasi tutti i Paesi dell’Ue le nuove generazioni, i millennials, sono più attente e sensibili verso il clima rispetto ai cittadini più anziani. In Italia, il 69% delle persone di età compresa tra i 18 e i 34 anni è convinto che l’attività umana sia il primo responsabile dell’aumento di temperatura, opinione condivisa solo dal 52% dei cittadini più anziani, over 65.
“Tre anni fa abbiamo raggiunto un consenso globale sulle iniziative da intraprendere per prevenire i cambiamenti climatici catastrofici” dichiara Monica Scatasta, Capo della politica ambientale, climatica e sociale della Bei sul sito e-gazette.it, “Ma i progressi sono ancora troppo lenti. Per quanto gli europei appaiano più consapevoli dei rischi e delle azioni necessarie rispetto all'opinione pubblica negli Stati Uniti e in Cina, è necessario proseguire con un impegno ancora maggiore per indurre la comunità internazionale a passare all’azione in occasione della Cop24 in Polonia. Come principale finanziatore mondiale in campo climatico, continuiamo a dare la massima importanza all’azione per il clima nelle nostre operazioni, e siamo convinti che il contributo dei cittadini sia fondamentale se vogliamo che gli obiettivi di Parigi diventino realtà”.
Nonostante l’attenzione verso le tematiche ambientali sia altissima e sebbene dal 2000 il numero di decessi causati da temperature estreme, siccità e incendi sia aumentato di 30 volte, l’indagine rivela che il 20% dei cittadini Ue si dichiara non preoccupato quando si parla di cambiamenti climatici. La strada da compiere è ancora lunga.
di Tommaso Tautonico