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Nasce la Carta di Roma: “agire sul clima per difendere la salute dei cittadini”
Il documento presentato dall’Istituto superiore di sanità è un appello alla politica che deve introdurre strategie virtuose a tutela dei cittadini. 250mila i decessi previsti ogni anno nel mondo nei prossimi 20 anni per eventi estremi. 12/12/2018
Per scongiurare i diversi effetti negativi che i cambiamenti climatici potrebbero avere sulla specie umana occorre un cambio di strategia, serve una visione orientata a garantire una condizione di equilibrio tra beni e servizi generati dal capitale naturale e capacità di assorbimento da parte dell’ambiente dei rifiuti prodotti.
Si può sintetizzare in questo modo l’appello che emerge dalla “Carta di Roma”, documento siglato il 5 dicembre, durante la giornata conclusiva del primo “Simposio Health and Climate Change”, presso l’Istituto superiore di sanità (Iss).
“Questa Carta, la prima che indica le azioni capaci di contrastare i rischi che i cambiamenti climatici causano alla salute non è un’enunciazione di principi, ma vuol essere un richiamo alle responsabilità di tutti, soggetti pubblici e privati, decisori politici e semplici cittadini affinché ognuno faccia la propria parte per tutelare la salute collettiva”, dichiara il presidente dell’Iss Walter Ricciardi, “la comunità scientifica non poteva esimersi da questa responsabilità ed è per questo che ha sentito il bisogno di riunirsi e indicare le azioni che, sulla base delle evidenze scientifiche, sono necessarie per evitare una catastrofe che colpirebbe in primis bambini e persone fragili”.
Il risultato, arrivato al termine di tre giorni di dibattito tra 500 ricercatori ed esperti (di 27 Paesi differenti) su salute e cambiamenti climatici, si articola in 24 raccomandazioni su temi ambientali capaci di influenzare in modo diretto la salute dei cittadini: dall’inquinamento atmosferico che solo in Italia ogni anno è responsabile della morte prematura di più di 60mila persone, ai 250mila decessi che ogni anno il mondo subirà, da qui ai prossimi 20 anni, per eventi estremi correlati all’aumento di temperatura (come le ondate di calore).
Secondo quanto sostiene l’Iss, mentre cresce la consapevolezza sull’impatto che il riscaldamento globale ha sugli ecosistemi, spesso si trascura quello che ha in termini di salute umana. “Vogliamo lanciare un segnale di allarme e speriamo di convincere governi e persone che è necessario agire”, ha continuato Ricciardi, “siamo di fronte a un vero e proprio armageddon, ma a fuoco lento, di cui non ci stiamo accorgendo. Un grado in più può uccidere”.
Un messaggio da diffondere anche con la “Casa della Sostenibilità”, progetto sviluppato insieme al dipartimento Ambiente e salute dell’Iss: verrà allestito all’esterno, nel giardino dell’Istituto, un vero e proprio edificio che ospiterà corsi di formazione, laboratori scientifici, mostre e attività divulgative aperte a tutti.
Sul tema si sta spendendo in prima persona anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, dopo aver firmato nei giorni scorsi un documento congiunto con altri 15 Capi di Stato europei per esortare all’azione i delegati presenti alla Cop24 di Katowice (dove si legge “il cambiamento climatico è la sfida chiave del nostro tempo”), incontrerà l’Iss il 13 dicembre in un’audizione privata per discutere di questi temi.
Clima e salute diventa, quindi, argomento sempre più centrale, da mettere in cima alle strategie dei Paesi se si intende tutelare il benessere collettivo. Se ne sta discutendo, infatti, pure a Katowice, dove nei giorni scorsi l’Oms ha presentato lo studio “Cop24 Special Report: Health and Climate Change” sull’analisi dei costi e dei benefici nel settore sanitario legati al clima che cambia.
di Ivan Manzo