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Le vittime di incidenti mortali su strada potrebbero aumentare da 1,35 a 2,4 mln
Il nuovo Global Status Report On Road Safety 2018 presentato dall’Organizzazione mondiale della sanità mostra la necessità di misure efficaci per ridurre il livello di decessi. 14/12/2018
“Queste morti sono un prezzo inaccettabile da pagare per la mobilità”. Così il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha commentato i dati allarmanti riportati all’interno del Global Status Report On Road Safety 2018, il nuovo rapporto dell’Oms sullo stato globale del tema della sicurezza stradale.
Il Rapporto, pubblicato in dicembre, oltre a evidenziare il fenomeno della stabilizzazione dei tassi di mortalità, presente nei Paesi a basso e medio reddito, mostra che gli incidenti stradali oggi sono la principale causa di morte nella fascia di età che va dai cinque ai ventinove anni e che, in assenza di interventi immediati ed efficaci, saranno destinati a diventare la quinta causa di morte nel mondo con la previsione di un numero di decessi che, corrispondendo attualmente a 1,35 milioni ogni anno, potrebbe raggiungere i 2,4 milioni l’anno.
Sul tema della sicurezza stradale in relazione alle iniziative della società civile è intervenuto Michael Bloomberg, fondatore e Ceo di Bloomberg Philanthropies, World Health Organization Global ambassador per malattie e lesioni non trasmissibili, ma soprattutto finanziatore del Rapporto, dichiarando che nei prossimi decenni milioni di vite potrebbero essere salvate soltanto attraverso una solida progettazione e applicazione delle politiche della sicurezza stradale e importanti e potenti campagne di sensibilizzazione della sfera pubblica. I contesti coinvolti dallo sviluppo e dai progressi in ambito di sicurezza sulle strade sono stati infatti quelli in cui si è riuscito a migliorare il sistema legislativo di riferimento per i rischi fondamentali, come la velocità, il consumo di alcolici, il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza e dei caschi, la debolezza delle infrastrutture e il mancato rispetto degli standard dei veicoli in regola.
Il consolidamento di queste misure ha avuto effetti visibili e rilevanti in ben 48 Paesi a medio e alto reddito. Al contrario, il rischio di morte da traffico stradale è rimasto tre volte più alto nei Paesi a basso reddito: i tassi più alti sono stati infatti individuati in Africa (26,6 per 100mila abitanti), mentre i più bassi in Europa (9,3 per 100mila abitanti). Soffermandosi in particolare sui dati italiani, l’Oms ha formulato una stima per l’anno 2016 di 3.333 vittime di incidenti, 5,6 per 100mila abitanti.
L’obiettivo della riduzione del livello di decessi sulle strade a livello mondiale, fissato come target per il 2020, potrà essere quindi raggiunto soprattutto tramite lo sviluppo di strategie e di programmi di sicurezza stradale sostenibili, il monitoraggio della performance sulla base di vari indicatori predefiniti a livello regionale, nazionale e mondiale e l’aumento dei finanziamenti accompagnato da un miglior utilizzo delle risorse già esistenti.
di Cecilia Menichella