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Il governo presenta a Bruxelles il Piano nazionale integrato per energia e clima
Decarbonizzazione, efficienza e sicurezza energetica, mercato interno, ricerca e innovazione: questi i cinque temi del pacchetto italiano inviato all’Unione europea. 11/1/2019
“Siamo riusciti ad elaborare uno strumento fondamentale per la politica energetica e ambientale del nostro Paese e dell’Ue per i prossimi 10 anni” commenta soddisfatto il Sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega all’Energia Davide Crippa, in occasione dell’invio (8 gennaio) all’Unione Europea del Pniec, il Piano nazionale integrato per l’Energia ed il Clima.
Questo documento, obbligatorio per ogni Stato membro, è fondamentale poiché contiene le misure per il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Unione Europea per il 2030. Inoltre, una volta adottato dall’Unione (entro il 31 dicembre 2019), diventerà vincolante per l’Italia, che dovrà rispettare tutti gli obiettivi indicati nel pacchetto.
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Il pacchetto si muove secondo cinque tematiche: decarbonizzazione, efficienza energetica, sicurezza energetica, mercato interno dell’energia, ricerca, innovazione e competitività. Nello specifico, prevede:accelerare il percorso di decarbonizzazione, considerando il 2030 come una tappa intermedia verso una decarbonizzazione profonda del settore energetico entro il 2050;
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mettere il cittadino e le imprese (in particolare piccole e medie) al centro, in modo che siano protagonisti e beneficiari della trasformazione energetica e non solo soggetti finanziatori delle politiche attive;
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favorire l’evoluzione del sistema energetico, in particolare nel settore elettrico, da un assetto centralizzato a uno distribuito basato prevalentemente sulle fonti rinnovabili;
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continuare a garantire adeguati approvvigionamenti delle fonti convenzionali, perseguendo la sicurezza e la continuità della fornitura, con la consapevolezza del progressivo calo di fabbisogno di tali fonti;
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promuovere l’efficienza energetica in tutti i settori, come strumento per la tutela dell’ambiente, il miglioramento della sicurezza energetica e la riduzione della spesa energetica per famiglie e imprese;
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promuovere l’elettrificazione dei consumi, in particolare nel settore civile e nei trasporti, come strumento per migliorare anche la qualità dell’aria e dell’ambiente;
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accompagnare l’evoluzione del sistema energetico con attività di ricerca e innovazione che sviluppino soluzioni idonee a promuovere la sostenibilità, la sicurezza, la continuità e l’economicità delle forniture;
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adottare obiettivi e misure che riducano i potenziali impatti negativi della trasformazione energetica su altri obiettivi parimenti rilevanti, come la qualità dell’aria e dei corpi idrici, il contenimento del consumo di suolo e la tutela del paesaggio;
- continuare il processo di integrazione del sistema energetico nazionale in quello dell’Unione.
Gli strumenti per conseguire questi obiettivi sono: raggiungimento entro il 2030 della percentuale di produzione di energia da Fer (Fonti da energia rinnovabile) nei Consumi Finali Lordi di energia pari al 30%, con una quota nei trasporti del 21,6%, invece del 14% previsto dalla Ue. Inoltre, il Piano descrive una riduzione dei consumi di energia primaria del 43% a fronte di un obiettivo Ue del 32,5% e la riduzione dei gas serra del 33% per tutti i settori non Ets (Sistema per lo scambio delle quote di emissioni Ue), obiettivo superiore al 3% rispetto a quello previsto dall’Unione. Inoltre, il documento si aspetta una fitta diffusione delle auto elettriche entro il 2030, fino a quota sei milioni, di cui 1,6 full electric.
“Da tempo l’Italia persegue il più ampio ricorso a strumenti che migliorino insieme sicurezza energetica, tutela dell’ambiente e accessibilità dei costi dell’energia”, afferma il documento. “L’Italia è ben consapevole dei potenziali benefici insiti nella vasta diffusione delle rinnovabili e dell’efficienza energetica”.
Il percorso non è comunque semplice. “Gli interventi necessari per la crescente decarbonizzazione del sistema richiedono impianti e infrastrutture che possono avere impatti ambientali”. Se, per un verso, alcuni impatti possono essere attenuati, promuovendo ad esempio la diffusione del fotovoltaico su superfici già costruite o comunque non idonee ad altri usi, per un altro verso la stabilità del sistema energetico richiede una serie di infrastrutture fisiche per la cui realizzazione occorrerà promuovere forme di dialogo e condivisione con i territori. Per questa ragione, aggiunge Crippa, “il piano avrà bisogno del sostegno e della collaborazione attiva da parte di tutti gli stakeholders, sia nella fase di predisposizione che di realizzazione”.
di Flavio Natale