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Dodici parole chiave per il dialogo tra otto importanti festival socioeconomici
Il Festival dello sviluppo sostenibile si mette in rete con altre iniziative per rispondere in modo ancora più efficace alla domanda di partecipazione che i cittadini esprimono attraverso la loro presenza a questi incontri. 6/3/2018
Formare una rete in grado di coordinare e scambiare le esperienze di otto festival socioeconomici che si svolgono nel nostro Paese, costruendo, contestualmente, una nuova proposta che fornisca una visione di lungo termine per la politica.Questo lo scopo del convegno che si è tenuto lunedì 4 marzo presso la Camera, dal titolo “Rafforzare la democrazia e migliorare il dibattito pubblico”, indetto dagli organizzatori degli otto festival, e che ha visto anche la presenza di Lorenzo Fioramonti, vice ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca e di Rossella Muroni, deputata di Liberi e uguali in Commissione ambiente.
Tra i relatori c’erano Leonardo Becchetti (del Festival Nazionale dell’Economia Civile), Enrico Giovannini (portavoce dell’ASviS, che organizza il Festival dello Sviluppo Sostenibile), Annalisa Mandorino e Marco de Ponte (per il Festival della Partecipazione), Mauro Magatti (del Festival della Generatività), Emmanuele Massagli (portavoce dell’Adapt International Conference), Ermete Realacci (Festival della Soft Economy), Alessandro Rosina (del “Mappa celeste. Forum per il Futuro del Paese”) e Paolo Venturi (de “Le giornate di Bertinoro per l’Economia Civile”). Tutti d’accordo nel promuovere una rivoluzione basata sulla riscoperta di valori condivisi, attraverso l'individuazione di 12 “parole chiave” (competenza, democrazia, economia civile, fiducia, generatività, green economy, inclusione, partecipazione, soddisfazione di vita, sostenibilità, sussidiarietà, uguaglianza/pari opportunità).
L'intenzione è di formare un'alleanza che rappresenti un luogo di dialogo capace di proporre soluzioni che integrino il modello classico dell'associazionismo, promuovendo una “interazione in piattaforma” in grado di relazionarsi sia con gli effetti negativi tipici della comunicazione attraverso i social network sia con il successo di leadership e di forze politiche che puntano sulla disintermediazione delle tradizionali sedi decisionali democratiche.
Per farcela, occorre mettere in relazione, per la prima volta in Italia, le pratiche che emergono nei festival rendendole fruibili a tutti, costruendo insieme un'azione comune e continua che si arricchisca di competenze nuove, festival dopo festival. Un nuova interazione concreta che sfrutti il successo di questi eventi in termini di mobilitazione (soprattutto giovanile) e che dia una risposta alla domanda di partecipazione attiva della cittadinanza rendendola costante, democratica e inclusiva.
In conclusione, il portavoce dell'ASviS Enrico Giovannini, ringraziando il direttore del quotidiano Avvenire Marco Tarquinio, ha sottolineato il ruolo fondamentale che hanno in questo processo i media tradizionali: “Nel sondaggio che abbiamo pubblicato recentemente sull'attenzione allo sviluppo sostenibile è emerso una grossa differenza tra chi legge settimanali e quotidiani in termini di percezione di gravità dei problemi, e delle possibili soluzioni, rispetto a chi si informa in televisione o sui social. Nel processo di allargamento di questa iniziativa dobbiamo andare dove si forma l'editoria perché sono i giornalisti che influenzano, nello stile e nei temi del dibattito. In questo processo sarà utile costruire una piattaforma per i giornali e i blog che attingano al materiale prodotto in questo processo”.
di William Valentini