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Onu: contro l’aumento della vulnerabilità, rafforzare la rete finanziaria globale
La Task-Force delle Nazioni Unite analizza il rapporto tra finanza e sostenibilità. La crescita rallenta e mancano politiche di lungo periodo. Necessario rivisitare l’architettura istituzionale mondiale. 17/4/2019
“La mobilitazione di finanziamenti rimane una sfida importante nell'attuazione dell'Agenda 2030”. Con questa affermazione si apre il Financing for Sustainable Development Report 2019, realizzato dalle Nazioni Unite in collaborazione con oltre 60 agenzie della Inter-agency Task Force on Financing for Development, che riunisce agenzie Onu e organizzazioni internazionali partner. Questo documento, presentato il 4 aprile, riconosce la portata e l'urgenza della sfida: “Nonostante i segnali di progresso, gli investimenti fondamentali per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile rimangono sotto finanziati”.
Il messaggio che pervade il rapporto è dunque uno: “senza finanziamenti, non raggiungeremo gli obiettivi dell'Agenda 2030”. Vengono individuati comunque alcuni segnali positivi: la povertà estrema continua a diminuire, gli investimenti in alcune nazioni e regioni si sono rafforzati dopo un periodo di crescita lenta, aumenta l'interesse per gli investimenti sostenibili. “Ciononostante, molti dei rischi evidenziati lo scorso anno hanno iniziato a materializzarsi o intensificarsi”. La crescita economica mondiale rimane stabile intorno al 3%, senza grandi spazi di crescita. Più di 500 miliardi di dollari di beni sono soggetti a restrizioni commerciali (7 volte più di un anno fa), mentre i rischi di debito stanno aumentando. Circa 30 Paesi meno sviluppati e altri Paesi vulnerabili sono esposti a un rischio elevato di indebitamento, ostacolando la loro capacità di investire negli SDGs. Diversi Paesi in via di sviluppo hanno registrato ingenti perdite di capitali nel 2018 per un valore di oltre 200 miliardi di dollari. La disuguaglianza è aumentata in particolare nei Paesi maggiormente popolati, dove la crescita globale dei salari reali è solo dell'1,8%, il dato più basso dal 2008 a oggi. I cambiamenti climatici proseguono a ritmo serrato, con emissioni di gas serra aumentate dell'1,3% nel 2017, con conseguenze drammatiche per le comunità di tutto il mondo.
“La fiducia nel sistema multilaterale si sta erodendo, in parte perché non stiamo offrendo una crescita inclusiva e sostenibile per tutti " ha detto António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, nella sua prefazione alla relazione. "La nostra sfida comune è quella di rendere i sistemi finanziari e commerciali adatti a promuovere lo sviluppo sostenibile e una globalizzazione equa".
Ma dove si può agire? “E’ necessario rivisitare l'architettura istituzionale mondiale”, dichiara il documento. La globalizzazione e il cambiamento tecnologico hanno contribuito a ridurre la povertà estrema, ma la distribuzione disomogenea dei benefici ha lasciato molti indietro. Nonostante il sistema multilaterale sia sotto forte stress il rapporto individua alcune opportunità. Ad esempio, la crisi del sistema commerciale multilaterale apre le porte al rinnovamento e lo rende adatto a uno sviluppo sostenibile. L'incremento delle vulnerabilità ha sottolineato l'importanza di rafforzare la rete di sicurezza finanziaria globale, mentre la digitalizzazione dell'economia ha alimentato il dibattito sulla progettazione del sistema fiscale internazionale, per affrontare le disuguaglianze.
Un altro problema è come rendere attivi quadri di finanziamento a livello nazionale. Infatti, in risposta all'Agenda 2030, molti Paesi hanno iniettato linfa vitale nelle loro strategie di sviluppo sostenibile. Tuttavia, la maggior parte delle strategie non ha piani di finanziamento concreti per favorirne l’attuazione. La Task Force ha identificato vari elementi costitutivi per rendere operativi questi quadri di finanziamento nazionali, stressando l’importanza che “il sistema internazionale sostenga i Paesi in questi sforzi”, cooperando perché “le politiche di finanziamento non funzionano in modo isolato”.
Infine, il rapporto sottolinea quanto sia necessario “contrastare il comportamento ormai molto diffuso di piani a breve termine”, poiché le sfide degli SDGs richiedono operazioni diverse. Le imprese private, molte delle quali già affrontano una serie di incentivi a breve termine, esitano a impegnare fondi per progetti di investimento di maggiore durata. Durante i periodi di insicurezza finanziaria, le famiglie si concentrano spesso sui loro bisogni immediati, e la stessa politica è spesso guidata da cicli politici senza grandi prospettive. “Un mondo più incerto genera un comportamento a breve termine” sintetizza il documento.
Le azioni sono dunque necessarie a tutti i livelli. A livello nazionale, i quadri di finanziamento integrati forniscono una base per la definizione di politiche a lungo termine al di là dei cicli politici. Per gli investitori privati e le imprese, il raggiungimento degli SDGs richiederà invece uno spostamento verso orizzonti di investimento a lungo termine, ponendo la sostenibilità al centro delle scelte finanziarie.
di Flavio Natale