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Bonn: delusione nel settore scientifico, male anche i finanziamenti per il clima
Nella riunione preparatoria della Cop 25, non si è tenuto conto adeguatamente dell’ultimo rapporto dell’Ipcc. In discussione fondi per il clima, responsabilità nazionali, agricoltura, scienza e città sostenibili. 2/7/2019
“La conferenza sui cambiamenti climatici ha portato avanti i lavori su varie questioni per facilitare l'attuazione degli Accordi di Parigi”. Le parole emerse dalla Conferenza, tenutasi a Bonn dal 17 al 27 giugno 2019, sono rassicuranti, anche se alcune delle questioni in programma non sono state seriamente affrontate. Questa assemblea è stata un appuntamento preparatorio in vista della Cop 25, che si svolgerà a Santiago del Cile a dicembre 2019. Vi hanno partecipato oltre 3300 delegati, tra cui 1900 rappresentanti governativi, 1300 osservatori, 1100 delegati di Ong e 60 membri dei media.
Le problematiche da affrontare erano varie, e i delegati hanno compiuto progressi su un certo numero di questioni nevralgiche, lasciandone invariate altre. Si è discusso anzitutto dell’articolo 6 dell'Accordo di Parigi, che si occupa principalmente della determinazione dei contributi da parte dei Paesi sviluppati verso quelli in difficoltà, promuovendo le azioni di mitigazione e adattamento. Le parti in questo caso hanno concordato di lavorare a Santiago sulla base dei testi dei co-facilitatori. L'Argentina, rappresentante anche dell'Uruguay e del Brasile, ha fatto notare come, secondo l'Ipcc, la mancanza di risorse finanziarie e tecnologiche sufficienti sia limitante per alcuni Stati per promuovere un autentico sviluppo sostenibile. La Palestina, inoltre, parlando a nome del Gruppo dei 77 e della Cina, ha sottolineato l'importanza di mobilitare il sostegno per l'adattamento e ha chiesto progressi sui mezzi di attuazione, compresa la ricostituzione del Fondo verde per il clima (Gcf). L'Unione europea ha sostenuto a proposito il perseguimento dell'obiettivo finanziario di 100 miliardi di dollari di fondi entro il 2020.
Sono stati poi discussi i termini di riferimento (ToR) per la revisione del Meccanismo Internazionale di Varsavia sulle perdite e i danni associati agli impatti sui cambiamenti climatici. Questo meccanismo, che prende il nome dalla città che ha ospitato la Cop 19, tratta della delicata questione del risarcimento dei danni (richiesto da chi già oggi si trova a subire gli impatti dei cambiamenti climatici) o comunque, come preferiscono interpretarlo i Paesi sviluppati, della copertura assicurativa, associata a strategie di riduzione dei rischi. A Bonn sono stati definiti gli ambiti, input e aspetti della revisione che saranno discussi a Santiago. A questo proposito, la Repubblica democratica del Congo, per la Coalizione delle nazioni della foresta pluviale, ha richiamato l'attenzione sulla necessità di attuare e agevolare i processi di riduzione delle emissioni da deforestazione e degrado (Redd +). Richiamando l'attenzione sull'adattamento e l'attuazione nei meccanismi di trasparenza, il Brasile, a rappresentanza anche di Sudafrica, India e Cina, ha invece sottolineato l’importanza del principio delle responsabilità comuni ma differenziate (Cbdr), rimarcando che i Paesi sviluppati devono "prendere l'iniziativa" nei flussi di finanziamento. Le organizzazioni delle popolazioni indigene hanno invece evidenziato la recente scoperta di oltre due miliardi di ettari di terra degradati a livello mondiale a causa dei cambiamenti climatici, mettendo in risalto gli effetti disastrosi sui territori delle popolazioni indigene stesse.
Gli Stati hanno inoltre accolto e posto le basi per un prossimo seminario sul cosiddetto “Lavoro congiunto sull'agricoltura Koronivia (Kjwa)”. Questo programma, ancora in fase di implementazione, è stato formato in occasione della Cop 23, e nasce dalle necessità dei settori agricoli di adattarsi e mitigare i cambiamenti climatici. In collaborazione con altri attori a livello internazionale e nazionale, la Fao, a capo del progetto, sta tutt’oggi lavorando per sostenerne lo sviluppo e l'implementazione. Gli agricoltori hanno sottolineato che il cambiamento nel settore agricolo richiede il rafforzamento della finanza, l'innovazione e il trasferimento di tecnologia, come la messa al centro delle donne. Ma i delegati in questo caso non sono stati in grado di fare grandi progressi sulla questione.
“Diverse parti sono state profondamente deluse dai risultati relativi a questioni scientifiche” afferma il documento della Conferenza. In particolare, molti delegati assieme alla società civile hanno dimostrato e ripetuto il mantra "La scienza non è negoziabile", esprimendo la loro frustrazione per i risultati sull’ultima relazione speciale dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc). La ricerca e le organizzazioni non governative indipendenti hanno invitato le parti a considerare la relazione dell'Ipcc in un modo che rafforzi il ruolo della scienza nell'Unfccc.
I governi locali e le autorità municipali hanno infine richiesto meccanismi che permettano di sviluppare progetti e costruire capacità, concentrandosi sull'adattamento e il trasporto elettrico. Le donne hanno chiesto un'azione che sia sensibile riguardo alle questioni di genere, promuovendo una giustizia intergenerazionale.
di Flavio Natale