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Matteo Renzi all’Onu: “Agenda 2030 opportunità per tutti di ripensare gli obiettivi delle scelte legislative ed economiche”. Si firma oggi la ratifica di Cop21, 22 aprile 2016
Il presidente del Consiglio è intervenuto all’High Level Thematic Debate delle Nazioni Unite sul raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Oggi, invece, presso il quartier generale dell’Onu si firma la ratifica degli accordi di Parigi
“In un momento in cui la politica pensa esclusivamente a soluzioni di breve termine, l’Agenda 2030 è un’opportunità per tutti di ripensare gli obiettivi delle scelte legislative ed economiche, soprattutto per l’Italia.” Così il Presidente del Consiglio ha aperto la sua dichiarazione all’High Level Thematic Debate sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, ieri 21 aprile. L’evento si è tenuto presso il Palazzo di Vetro alla vigilia della cerimonia di firma degli Accordi di Parigi sul cambiamento climatico.
In particolare, il premier si è soffermato sulla necessità di adottare un nuovo approccio nei confronti dei problemi che affliggono non solo il mondo occidentale, ma tutta la comunità internazionale. Un approccio che “vada oltre le scelte di breve termine”, un approccio programmatico e di lungo periodo.
Non solo, l’Agenda 2030 è uno strumento per rifiutare “la logica della paura che investe non solo la popolazione, ma la politica stessa”: paura che impedisce ai governanti di “agire con una visione, adottare scelte lungimiranti”. Ha poi aggiunto: “È tempo che le organizzazioni internazionali si diano delle priorità: in particolar modo nei confronti del dramma dei migranti, che investe tutto il Mediterraneo”. L’Agenda 2030 si pone come strumento e opportunità non solo in quanto metro delle scelte politiche di lungo periodo, ma come “messaggio internazionale nei confronti della popolazione mondiale e come riaffermazione dei valori umani che contraddistinguono le democrazie occidentali.”
Oggi, invece, si tiene la cerimonia di ratifica dell’Accordo di Parigi, Cop21. Il primo passo per la realizzazione del Goal 13 degli SDGs “Adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze”. Con l'adozione di questo testo, che nelle prossime settimane verrà sottoposto alle procedure costituzionali per la piena entrata in vigore negli oltre 150 Stati presenti alla cerimonia di oggi, la Comunità Internazionale si è impegnata a ridurre le emissioni di gas serra per arrivare, nella seconda parte del secolo ad una temperatura globale di 1.5 °C: tale obiettivo richiede, peraltro, fra il 2030 e il 2050, la realizzazione delle emissioni zero. Secondo The Economist, tuttavia, l’obiettivo prefissato dalle Nazioni Unite di limitare l’aumento della temperatura “bel al di sotto dei 2°C” è un obiettivo più che ambizioso, dal momento che il massimo risultato raggiungibile, secondo il settimanale inglese, è quello di 2.7°C.
L’accordo che verrà firmato oggi sarà pienamente efficace solamente dopo la sua entrata in vigore in 55 dei paesi che rappresentino il 55% delle emissioni di gas serra. Formalmente, parlando, infatti, la ratifica avviene tramite atto di accettazione, adesione, ratifica o autorizzazione preventiva alla firma da parte degli organi parlamentari nazionali, che danno efficacia alla firma dell’esecutivo in sede internazionale. Il testo dell'accordo di Parigi attribuisce ai Paesi firmatari un anno di tempo per l’invio della documentazione di avvenuta ratifica, fino al 22 aprile 2017, anno in cui scadrà la proroga del Protocollo di Kyoto. Alcune nazioni, tuttavia, tutte insulari come Isole Fiji, Isole Marshall, Palau e Maldive, sono sottratte a questo obbligo poiché vi hanno già adempiuto, inviando prima della cerimonia di oggi la documentazione necessaria per l’entrata in vigore.
La cerimonia è stata aperta dall’intervento di Gertrude Clement, 11 anni, dalla Tanzania: introdotto dal Segretario Ban Ki-Moon come rappresentante dei bambini e dei giovani di tutto il mondo, Gertrude ha dichiarato, nel suo breve discorso, che le giovani generazioni “vogliono azioni, non domani, ma oggi” perché “il futuro è nostro, ma il futuro che oggi vediamo non è quello che vogliamo”: il futuro “è oggi e sarà brillante”. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite è intervenuto dichiarando che “è un giorno storico: per la prima volta un così grande numero di nazioni (171 nazioni, ndr) si riunisce nello stesso giorno per un accordo sul clima”. Ban Ki-Moon ha poi ricordato che le azioni per contrastare il cambiamento climatico “non sono e non devono essere un peso: sono una opportunità per ottenere benefici per tutti e in particolare per i paesi in via di sviluppo”. Ora, però, il Segretario avverte, è il momento di “trasformare COP21 in azioni concrete e non fermarci alla sola firma, lo si deve alle generazioni future” rivolgendosi ai 197 bambini presenti alla cerimonia, rappresentanti delle Parti firmatarie. Ban Ki-Moon ha poi salutato ringraziando uno per uno i 15 paesi che hanno già provveduto a consegnare la documentazione di ratifica.
A cura di Carlo Maria Martino
22/04/2016