Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

304 persone sono morte nel 2019 per i diritti umani o per l’ambiente

Un rapporto di Front line defenders indica che l’America Latina è l’area che garantisce meno protezione. Otto su dieci avevano già ricevuto minacce prima di essere uccisi. Il 13% delle vittime è donna. 5/2/20

304 attivisti per i diritti umani sono stati uccisi nel 2019 in 31 Paesi del mondo. È quanto rivela il nuovo Rapporto della Ong Front Line Defenders, presentato il 13 gennaio a Dublino. Due terzi degli omicidi sono avvenuti in America Latina e nella maggior parte dei casi sono rimasti impuniti. La Colombia è la nazione che conta più vittime (106). Al secondo posto, tra i Paesi più pericolosi, ci sono le Filippine, con 43 morti, seguite da Honduras, Brasile e Messico. In Honduras le uccisioni di attivisti sono aumentate di quattro volte rispetto all’anno precedente, mentre sono diminuite in Guatemala e in Messico.

Secondo i dati raccolti da Front Line Defenders, nell’85% dei casi gli attivisti avevano già ricevuto minacce prima di essere uccisi, il 13% è costituito da donne e il 40% stava lavorando su tematiche ambientali o legate alle popolazioni indigene. È il caso del giornalista messicano Samir Flores Soberanes, ucciso il 20 febbraio 2019, che da anni si opponeva alla costruzione di una centrale termoelettrica che rischiava di inquinare le falde acquifere dello stato di Morelos, in Messico.

Il 2019 è stato caratterizzato da ondate di proteste pubbliche che hanno toccato numerose aree del mondo: da Hong Kong all’Iraq, dall’India al Cile. Alle rivolte le forze di sicurezza hanno risposto con l’uso, alcune volte letale, delle armi. Proprio in Cile, che ha conosciuto una delle più grandi proteste antigovernative dalla fine della dittatura di Pinochet, rilevante è stato non solo il numero di morti (23) ma anche di feriti: ben 2.300, principalmente a causa della dura repressione operata dalla polizia. In Iraq, invece, le proteste contro la corruzione tra ottobre e novembre del 2019 hanno causato la morte di 300 persone. Oltre agli omicidi, il Rapporto osserva come i militanti per i diritti umani in molte parti del mondo abbiano dovuto subire aggressioni, campagne di diffamazione, accanimento giudiziario, attacchi omofobi. Episodi in cui è sempre più evidente la dimensione di genere. “Quando l’attivista è una donna” – ha dichiarato Meerim Ilyas, vicedirettrice del team di protezione di Front Line Defenders - “sono frequenti le minacce di violenza sessuale. Le donne attiviste sono perseguitate e punite per la loro visibilità pubblica con continui attacchi che riguardano la loro sfera privata, la loro intimità, i loro corpi”.

Eppure, nonostante le condizioni difficili in cui sono costretti ad operare, la perseveranza di attivisti e movimenti ha portato nel 2019 importanti risultati. Nello Stato di Oaxaca, in Messico, dopo anni di battaglie dei movimenti femministi, l’aborto è stato legalizzato. In Giordania il governo ha ritirato il disegno di legge sui crimini informatici, che avrebbe limitato la libertà di espressione e il diritto alla privacy. Nel sud del Madagascar, gli attivisti di una comunità che si opponevano alla costruzione di una miniera sono stati scarcerati e il progetto è stato bloccato.

 

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di Andrea De Tommasi

mercoledì 5 febbraio 2020

Aderenti