Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

I diritti violati delle popolazioni indigene: l’86% lavora nell’economia informale

Gli indigeni si trovano più spesso in condizioni di povertà. Le donne le più colpite, con scarse probabilità di concludere l’istruzione di base. Oil: fondamentale attuare la Convenzione n.169 per la tutela dei loro diritti. 6/2/20

Le popolazioni indigene hanno probabilità tre volte maggiori degli altri di vivere in condizioni di estrema povertà. Rappresentano quasi il 19% dei poveri estremi (coloro che vivono al di sotto di 1,90 dollari statunitensi al giorno) nonché una quota considerevole dei poveri globali. A più di 30 anni dall’adozione della Convenzione internazionale sui diritti delle popolazioni indigene e tribali del 1989 (n.169), un nuovo Rapporto presentato il 3 febbraio dall’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), dal titolo “Implementing the Ilo indigenous and tribal peoples Convention No. 169. Towards an inclusive, sustainable and just future”, afferma che è urgente affrontare l’elevato livello di povertà e le disuguaglianze a cui devono far fronte queste comunità.

Si calcola che nel mondo ci siano più di 5mila comunità indigene, presenti in circa 90 Paesi. Ciò equivale a oltre 476 milioni di persone, il 6% della popolazione mondiale. L’Asia Pacifico è la regione con la più alta percentuale di popolazioni indigene (70,5%), seguita da Africa (16,3%), America Latina e Caraibi (11,5%), America del Nord (1,6%), Europa e Asia centrale (0,1%).

Più dell’80% delle popolazioni indigene nel mondo vive in Paesi a medio o basso reddito. L’86% del totale lavora nell’economia informale, spesso associata a cattive condizioni di lavoro e mancanza di protezione sociale, rispetto al 66% delle persone non indigene. Un aspetto fondamentale dell’esclusione è rappresentato dalle condizioni socio-economiche delle donne: queste ultime hanno basse possibilità di completare l’istruzione di base e hanno maggiori probabilità di trovarsi in condizioni di estrema povertà. Le donne indigene hanno anche una più alta partecipazione al lavoro familiare (34%) rispetto alle non indigene. Allo stesso tempo, solo un quarto di loro (24,4%) ha un lavoro retribuito, una percentuale inferiore rispetto alle donne non indigene (51,1%) e agli uomini non indigeni (30,1%). Anche quando svolgono un lavoro retribuito, gli uomini e le donne delle comunità indigene guadagnano in media il 18% in meno rispetto agli altri.

La Convenzione

La Convenzione n.169 è l’unico trattato internazionale volto a proteggere e promuovere i diritti delle popolazioni indigene e tribali. Stabilisce una strategia chiara e fornisce una guida specifica per l’attuazione di questi diritti. Attualmente, è stata ratificata da 23 dei 187 Stati membri dell’Ilo, il che significa che solo il 15% circa delle popolazioni indigene nel mondo vive in Paesi coperti dal trattato. “Più ratifiche della Convenzione n.169 e azioni per la sua effettiva attuazione” – ha dichiarato Martin Oelz, senior specialist di eguaglianza e non discriminazione dell’Ilo e coautore del Rapporto - “sarebbero un passo nella giusta direzione. Per garantire che le politiche pubbliche rispondano alle esigenze delle popolazioni indigene e riflettano le loro aspirazioni, è essenziale affrontare la diffusa assenza di quadri istituzionali e giuridici che consentano la loro partecipazione al processo decisionale”.

Il Rapporto identifica anche molte opportunità per affrontare la situazione e dare diritti alle donne e agli uomini indigeni, per renderli attori dello sviluppo e delle battaglie per il clima, per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e realizzare l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. L’Agenda 2030, con il suo impegno a non lasciare nessuno indietro, offre un’opportunità unica per intraprendere uno sforzo globale per affrontare le vulnerabilità socio-economiche che devono affrontare queste comunità.

 

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di Andrea De Tommasi

giovedì 6 febbraio 2020

Aderenti