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Istat: inclusione scolastica insufficiente, solo un edificio su tre è accessibile
In Italia gli alunni con disabilità sono in crescita ma i plessi educativi che li ospitano sono spesso inadeguati. Scarsa accessibilità, carenza di ausili, insegnanti di sostegno poco formati. Nel Mezzogiorno le maggiori criticità. 13/2/20
Gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane sono in aumento (+ 10mila), ma ancora scarsa è l’accessibilità nei plessi educativi (34%) per quelli con disabilità motoria e particolarmente critica è la disponibilità di ausili per quelli con disabilità sensoriale. Sono i principali rilievi contenuti nell’ultimo rapporto Istat dal titolo “L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità”, pubblicato lo scorso 6 febbraio e relativo all’anno scolastico 2018/2019.
Nel dettaglio del Rapporto, condotto annualmente in Italia su tutte le scuole statali e non statali di tutti gli ordini scolastici (55.209 strutture), sul fronte dell’accessibilità si legge che “nonostante il perdurante grave ritardo del livello di accessibilità, il 15% delle scuole ha effettuato, nel corso dell’anno scolastico in esame, lavori finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche”. La Campania si caratterizza per la più bassa presenza di scuole prive di barriere fisiche (24%). Particolarmente grave, inoltre, resta la situazione degli ausili senso-percettivi destinati a favorire l’orientamento all’interno del plesso scolastico: appena il 2% delle scuole, infatti, dispone di tutti gli ausili e solo il 18% almeno di uno.
Per quanto riguarda il sostegno, pur registrandosi negli ultimi cinque anni un incremento del 18% delle ore di sostegno settimanali, i bisogni degli alunni non sono stati soddisfatti: quasi il 6% delle famiglie nell’anno in esame ha presentato ricorso al Tar, ritenendo non idonea l’assegnazione delle ore. Un dato che si spiega con la carenza di insegnanti di sostegno specializzati (“il 36% dei docenti viene selezionato dalle liste curriculari (…) docenti, quindi, che non hanno una formazione specifica per supportare al meglio l’alunno con disabilità”), ma soprattutto con la discontinuità nel rapporto tra insegnante di sostegno e alunno, a causa dei numerosi cambi di docente non solo nel corso dell’anno, ma durante l’intero ciclo scolastico. Ciò, scrive l’Istat, impedisce agli insegnanti di “instaurare un rapporto di fiducia con l’alunno e di svolgere la propria attività nel quadro di un progetto educativo più ampio finalizzato all’inclusione e alla valorizzazione delle attitudini, secondo una logica di sviluppo progressivo”.
Oltre agli insegnanti di sostegno, nelle scuole italiane sono insufficienti anche gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione (ad personam), in particolare nelle regioni del Mezzogiorno. In totale sono poco meno di 54mila (19 per 100 alunni con disabilità). Si tratta di “operatori specializzati, finanziati dagli Enti locali, la cui presenza può migliorare di molto la qualità dell’azione formativa, facilitando la comunicazione dello studente con disabilità e stimolando lo sviluppo delle abilità nelle diverse dimensioni della sua autonomia. A livello nazionale il rapporto alunno-assistente è pari a 4,8, nel Mezzogiorno cresce a 5,8, con punte massime in Campania e in Molise, dove supera rispettivamente la soglia di 14 e 13 alunni per ogni assistente”.
È un problema, quello della formazione, che si riflette anche nello scarso utilizzo della tecnologia, che dovrebbe svolgere il ruolo di “facilitatore quotidiano” per gli studenti, eppure è ancora troppo trascurato: in Italia, infatti, “una scuola su quattro risulta priva di postazioni informatiche adatte alle esigenze degli alunni con disabilità. Oltre il 60% delle scuole dispone di questa strumentazione in ambienti esterni alla classe, come aule specifiche per il sostegno o laboratori informatici dedicati”. Computer e tablet sono molto utilizzati dagli alunni con disabilità (61%), ma non sempre vengono messi a disposizione dalla scuola.
di Andrea De Tommasi