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Eea: Europa a rischio eventi climatici estremi, necessarie misure di adattamento
Una nuova raccolta di mappe illustra come siccità, piogge, inondazioni e incendi boschivi influenzeranno il territorio europeo. A rischio soprattutto Europa centrale, penisola iberica, Scandinavia, Bretagna e Venezia. 19/2/20
“La maggiore esposizione ai pericoli legati al clima differirà da regione a regione in Europa, causando però impatti negativi su ecosistemi, settori economici, benessere e salute umana in tutto il continente”. Il rapporto dell’European environment agency (Eea) “Why does Europe need to limit climate change and adapt to its impacts?”, diffuso il 10 febbraio, ha analizzato una raccolta di mappe delle condizioni metereologiche del continente europeo, sottolineando l’urgenza di azioni concrete per evitare le conseguenze peggiori. Il ruolo chiave dell'adattamento e della resilienza è affidato ai nuovi piani dell'Ue, in particolare al Green Deal europeo, puntando a strategie di adattamento sempre più ambiziose.
Le valutazioni dell'Eea, tenuto anche conto del rapporto Soer 2020 sullo stato di salute dell’ecosistema europeo, indicano un peggioramento delle condizioni climatiche del continente nel futuro, nonostante gli sforzi globali per ridurre le emissioni di gas a effetto serra si stiano dimostrando efficaci. “Gli eventi meteorologici estremi legati al clima che comportano pericoli come inondazioni, siccità, incendi boschivi e innalzamento del livello del mare diventeranno sempre più frequenti e intensi in molti territori” avverte l’Eea.
Tutte le regioni costiere in Europa hanno registrato ad esempio un significativo innalzamento del livello del mare, con variazioni a seconda delle zone. Questo innalzamento, in combinazione con le mareggiate, incrementa il rischio di alluvioni nelle regioni costiere, minacciando la sopravvivenza di ecosistemi, risorse idriche, insediamenti, infrastrutture. Molte sono le aree urbane a rischio in questo senso. In particolare, le coste del Belgio, dei Paesi Bassi e della Germania nord-occidentale, la maggior parte delle regioni costiere in Danimarca e Svezia meridionale, le coste del sud e dell'ovest della Francia (in particolare la Bretagna) e l’Italia nord-orientale, Venezia compresa. La gravità degli impatti dipenderà dal sistema di protezione dalle inondazioni costiere, che varia da regione a regione.
Nell'Europa meridionale si prevede inoltre che le ondate di siccità, a oggi già gravi, diventeranno più frequenti. Questi eventi climatici si estenderanno anche alle zone centrali e occidentali del Vecchio continente, mentre potrebbero diminuire in alcune aree del nord Europa. La zona maggiormente a rischio siccità resta però quella meridionale, dove aumenterà la concorrenza tra i settori che dipendono fortemente dalle risorse idriche, come l'agricoltura, l'industria, il turismo. “Gli strumenti di adattamento alle condizioni metereologiche estreme devono essere dunque costruiti a seconda delle specifiche circostanze regionali e locali” specifica l’Eea, “tenendo conto delle peculiarità dei territori”.
Critica anche la situazione che riguarda piogge e alluvioni. “Si prevede che i cambiamenti climatici porteranno a una maggiore intensità delle piogge, con proiezioni che mostrano, nello scenario a emissioni elevate, un incremento delle precipitazioni in molte parti d'Europa in autunno e in inverno fino al 35% entro la fine del 21esimo secolo”.
Altra problematica europea è quella che riguarda gli incendi boschivi di grandi dimensioni che, negli ultimi anni, hanno colpito diverse regioni dell'Europa settentrionale e occidentale (territori dove in passato gli eventi di questo tipo non si erano quasi mai verificati). Si prevede inoltre che il relativo incremento del pericolo sia particolarmente grande nell'Europa centro-occidentale, anche se il territorio più sensibile agli incendi boschivi, come per le ondate di siccità, resta l'Europa meridionale.
“Sebbene gli impatti dei cambiamenti climatici non possano più essere evitati, le loro ripercussioni dipendono dal successo degli sforzi globali ed europei per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, e ciò sarà possibile solo rispettando gli impegni contenuti nell’Accordo di Parigi e nel Green Deal”, conclude il Rapporto.
di Flavio Natale