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Nove cittadini su dieci sono favorevoli agli aiuti allo sviluppo, ma solo un terzo ha sentito parlare degli SDGs, 24 marzo 2016
Solo il 36% degli italiani ha sentito parlare degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), ma il 90% è favorevole agli aiuti ai paesi in via di sviluppo, dice Eurobarometro. E il 66% vorrebbe che aumentassero, quota in crescita rispetto al 2014.
L’indagine Eurobarometro 2015, condotta dalla Commissione Europea, analizza la consapevolezza e l’opinione dei cittadini dei 28 Stati membri dell’Unione Europea su temi legati allo sviluppo. Dall’indagine emerge che l’Italia si trova al dodicesimo posto nella scala di consapevolezza sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs nell'acronimo inglese), una quota inferiore a quella di gran parte dei paesi dell’Europa centrale e settentrionale.
In Italia, del 36% degli intervistati che ha sentito parlare degli SDGs (dato che coincide anche con la media UE), il 9% sa in cosa consistono, mentre il 27% ne ha un’idea vaga e la maggioranza (63%) non ne ha mai sentito parlare. Tuttavia, la consapevolezza dei cittadini dell’UE sugli SDGs è già maggiore rispetto a quella sui precedenti Obiettivi di Sviluppo del Millennio (nel 2013 il 22% ne aveva sentito parlare e solo il 6% sapeva cosa fossero). Secondo la Commissione europea, la consapevolezza dei cittadini è correlata positivamente a vari fattori, quali il livello di istruzione, il tipo di impiego, la situazione finanziaria e il coinvolgimento personale nell’aiuto allo sviluppo. (grafico 1)
In Italia il 90% dei cittadini è favorevole agli aiuti allo sviluppo (10 punti in più rispetto al 2014), valore in linea con quello medio dell’UE. Inoltre, il 66% degli intervistati italiani vorrebbe un aumento degli aiuti. Rispetto al 2014 gli italiani hanno aumentato la loro fiducia nell’efficacia degli aiuti per sconfiggere la povertà più che gli altri europei. (grafico 2)
Dati meno positivi per l’Italia emergono con riferimento all’impegno personale. Sebbene il 53% degli intervistati pensi che i singoli individui possano contribuire alla riduzione della povertà, l’Italia si colloca al di sotto della media UE per la disponibilità a fornire aiuti personali alle popolazioni dei paesi in via di sviluppo (26% contro il 33% dell’UE) e a spendere di più per acquistare prodotti provenienti da paesi in via di sviluppo (35% contro il 50%).
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A cura di Flavia Belladonna
24/03/16