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Gli effetti delle politiche di governo sul benessere collettivo nel rapporto del Mef
Con un documento molto più ricco di quello dell’anno scorso, il ministero dell’Economia mantiene l’impegno di presentare entro febbraio la Relazione Bes, con 5 proiezioni triennali rispetto alle 12 richieste dalla legge. 21/2/20
La “Relazione sugli indicatori di benessere equo e sostenibile 2020” inviata al Parlamento martedì 18 dal ministero dell’Economia e delle finanze (Mef) rappresenta certamente un salto di qualità. Non soltanto per la sua dimensione, 116 pagine al posto delle 48 dell’anno scorso, ma soprattutto per l’evidente impegno di approfondimento degli effetti sul benessere collettivo delle più importanti norme varate in questi mesi.
La Relazione Bes corrisponde a un impegno contenuto nella riforma della legge di bilancio approvata nel 2016, che prevedeva, entro febbraio, un rapporto del Mef su dodici indicatori scelti da un’apposita commissione e approvati dal Parlamento. Per ciascun indicatore, il ministero è tenuto a descrivere l’andamento degli ultimi tre anni (in questo caso il periodo 2017 -2019) sulla base dei dati dell’Istat e di altre fonti della statistica ufficiale, e una propria proiezione dei probabili effetti sul prossimo triennio, alla luce delle misure di politica economica varate dal governo. L’anno scorso la proiezione era limitata a quattro indicatori, mentre quest’anno si è aggiunta la “speranza di vita in buona salute”. Anche se per la proiezione degli altri sette indicatori i lavori sono ancora in corso, l’analisi è comunque molto più ricca, come da tempo auspicato dall’ASviS.
Il documento è strutturato in quattro sezioni. La prima illustra brevemente i dodici indicatori Bes e sintetizza i principali risultati. Nella seconda vengono descritte le misure introdotte con la Legge di bilancio 2020 che sono ritenute rilevanti per i domini Bes, unitamente a tre focus di approfondimento: Green new deal, sugar tax e misure per la famiglia e i disabili. In questa sezione, alcune tabelle mettono in correlazione ciascun comma della Legge di bilancio 2020 con otto domini del Bes: Benessere economico, Salute, Istruzione e formazione, Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, Sicurezza, Politica e istituzioni, Ambiente, Paesaggio e patrimonio culturale.
La terza sezione analizza i singoli indicatori, mentre la quarta riporta un approfondimento dedicato all’indice di efficienza della giustizia civile.
Il ministro Roberto Gualtieri, nella premessa, sottolinea che “la Relazione documenta come le misure previste dalla Legge di bilancio 2020 intervengano positivamente su molteplici aspetti, dall’inclusione sociale all’ambiente, dal lavoro al benessere economico, dalla salute all’istruzione”. In particolare si mettono l’accento su tre aspetti.
- “L’aumento del reddito medio disponibile (Rda), atteso in crescita del 2,2% nel 2020 e del 2,7% nel 2021, pari a un incremento di oltre 1.500 euro rispetto al 2019, quando era pari a poco più di 23 mila euro”. Nella sintesi, i dati sono espressi in valori nominali, senza tener conto del tasso d’inflazione. La relazione nella terza sezione tuttavia precisa: “grazie alla completa sterilizzazione delle clausole di salvaguardia sia per il 2019 che per il 2020 (Legge di bilancio 2019 e Legge di bilancio 2020) si stima una variazione positiva contenuta del deflatore dei consumi e conseguentemente una crescita robusta dell’Rda pro capite reale (+1,2 per cento nel 2019 e +1,5 per cento nel 2020). Nel biennio2021-2022 è attesa una prosecuzione dell’aumento dell’Rda pro capite reale, sia pure a tassi più contenuti a seguito della parziale disattivazione delle clausole di salvaguardia previste dalla Legge di bilancio 2020 (+1,0 per cento nel 2021 e +0,4 per cento nel 2022”.
- “Una diminuzione considerevole dell’indicatore della disuguaglianza dei redditi rispetto al 2018: le misure destinate al contrasto alla povertà e alla riduzione delle disuguaglianze (il Reddito di Inclusione prima e in seguito il Reddito di cittadinanza) mostrano effetti già evidenti destinati a rafforzarsi nel corso del 2020. L’indice di disuguaglianza è previsto in discesa dal livello di 6,0 del 2018 a quota 5,6 nel 2021 e 2022”. Già nel 2019, secondo le stime del Mef, l’indice è sceso a 5,7.
- Una particolare attenzione all’ambiente, “con nuovi fondi per il Green New Deal, destinati al finanziamento di investimenti per la sostenibilità ambientale e i primi passi verso un’imposizione fiscale maggiormente orientata verso la salute e la riduzione dell’inquinamento. Le stime presenti nella Relazione 2020 indicano che le emissioni pro-capite di CO2 diminuiranno ulteriormente nel prossimo triennio, da 7,3 tonnellate nel 2018 a 7,1 tonnellate nel 2021 e 2022”. La stima per il 2019 e 2020 è di 7,2 tonnellate.
La Relazione presenta inoltre altre due proiezioni:
- La speranza di vita in buona salute, che dovrebbe passare da 58,5 a 58,9 anni dal 2018 al 2022.
- Il tasso di mancata partecipazione al lavoro (un indicatore più ricco rispetto al tasso di disoccupazione perché tiene conto anche dei cosiddetti “scoraggiati”, disposti a lavorare ma che non lo cercano attivamente), al 10,6 nel 2019, stimato a 9,9 nel 2019 e che dovrebbe scendere gradualmente fino a 8,8 nel 2022.
“Nel complesso”, conclude il documento nelle considerazioni introduttive, “il quadro complessivo che emerge dalla presente Relazione è di miglioramento legato alle politiche seguite negli anni recenti e alle misure contenute nella Legge di bilancio per il periodo 2020-2022, nonché alla ripresa del Pil e dell’occupazione, sia pure nel contesto di livelli di benessere e di equità ancora bisognosi di miglioramento e di notevoli disparità territoriali e di genere”.
di Donato Speroni