Notizie
Una ritardata transizione alla sostenibilità aumenta i rischi di crisi finanziarie, dicono gli esperti europei, 20 marzo 2016
L’European Systemic Risk Board (Esrb) ha reso noto il rapporto “Too Late, too sudden: transition to a low-carbon economy and systemic risk”, che analizza il possibile impatto di una improvvisa e drastica transizione a un’economia a bassa emissione di carbonio.
Il Comitato europeo per il rischio sistemico (Esrb) è un organo istituito dalla Commissione europea per rafforzare i meccanismi di vigilanza finanziaria. Il documento sul possibile impatto di una improvvisa e drastica transizione a un’economia a bassa emissione di carbonio non impegna ufficialmente il Comitato, ma si deve a un gruppo di esperti di alto livello riuniti nell’Advisory scientific committee (Asc) dell’Esrb, presieduto da Daniel Gros e Dirk Schoenmaker,
Premesso che è necessario ridurre sostanzialmente le emissioni di gas serra per mantenere l’aumento della temperatura entro i due gradi, il documento mostra come la transizione può avvenire seguendo due scenari alternativi: il primo, caratterizzato da un processo lento e graduale, presenterebbe la possibilità di controllare i costi di adeguamento e l’assenza del rischio sistemico derivante da un drastico calo di valore delle fonti di energia fossile. Ma la gradualità potrebbe non essere sufficiente, in mancanza di importanti innovazioni tecnologiche, per evitare la crescita a medio termine dei gas serra nell’atmosfera.
La complessità del problema sul piano politico potrebbe spingere verso uno scenario diverso, cui sarebbero associate conseguenze devastanti : una transizione tardiva e improvvisa, con costi necessariamente più alti e ad elevato rischio sistemico, dovuto a tre principali fattori: l’impatto macroeconomico derivante da un brusco cambiamento nell’utilizzo dell’energia; la variazione di valore delle attività produttive ad alta intensità di emissioni; l’aumento della frequenza di catastrofi naturali.
Per gli esperti dell’Asc è importante cominciare a quantificare l’entità del rischio. Il Rapporto suggerisce, quindi, di rendere pubblica la “carbon intensity”, in pratica l’apporto all’inquinamento fornito dalle imprese dell’economia reale, cioè di quelle che producono beni e servizi non finanziari. Questa informazione consentirebbe di compiere “stress test” di tutti gli intermediari finanziari in relazione ai titoli che detengono, nell’ipotesi di dover accelerare la transizione.
In conclusione, il documento contiene un avvertimento sia per il settore privato, sia per quello pubblico: se la mancanza di programmazione e di analisi adeguate costringerà a cambiare bruscamente il modello attuale verso una economia non più basata sui combustibili fossili, anche il sistema finanziario potrebbe essere a rischio. Di conseguenza, i governi devono affrontare quanto prima questo problema, e cittadini e imprese hanno tutto l’interesse a che ciò accada.
20/03/16