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683 milioni di dollari per proteggere la salute di milioni di donne e ragazze
Secondo il rapporto dell’Unfpa, fornire servizi assistenziali adeguati in ambito sanitario e psicosociale in Paesi in forte crisi umanitaria, può fare la differenza e salvare la vita a milioni di persone. 5/3/20
“Nel 2020 il mondo dovrà affrontare una sfida senza precedenti: una persona su 45 sarà coinvolta da crisi umanitarie” sono le parole con cui Natalia Kanem, direttore dell’Unfpa, il Fondo delle Nazioni unite per la popolazione che lancia la Humanitarian action overview, un appello per sostenere le attività del Fondo a supporto delle popolazioni che vivono situazioni di crisi.
Nel mondo ci sono più di 168 milioni di persone che vivono in condizioni di grande vulnerabilità in Paesi colpiti da crisi umanitarie o di carattere naturale, in cui donne e ragazze affrontano un aumento dei rischi di violenze di genere e si verificano più della metà delle morti legate alle complicazioni della gravidanza e del parto.
Nel 2019, l'assistenza umanitaria dell'Unfpa ha raggiunto più di 19 milioni di persone, di cui circa 7,3 milioni di donne hanno ricevuto assistenza in salute sessuale e riproduttiva, tra cui sostegno prenatale e postnatale, ostetricia di emergenza, cure neonatali e gestione ospedaliera dello stupro.
Secondo il rapporto, per estendere il loro supporto e fornire protezione a 48 milioni tra donne e ragazze in 57 Paesi del mondo colpiti da conflitti o catastrofi naturali, nel 2020 serviranno fondi per un totale di 683 milioni di dollari.
Affinché l'azione umanitaria si allinei pienamente ai diritti umani e con i principi di uguaglianza di genere, per l’Unfpa, è necessario fornire servizi integrati che riguardino l’assistenza sanitaria e psicosociale.
Secondo le stime riportate dal documento, una donna su tre in tutto il mondo rischia di subire abusi fisici o sessuali durante l’arco della vita, con conseguenze negative sulla vita dei singoli individui, sulla loro vita sessuale e riproduttiva e su molti altri aspetti del benessere.
I sopravvissuti a violenze di questo tipo, in genere, avranno ripercussioni fisiche e mentali per il resto della loro vita.
Rispondere a queste situazioni richiede strutture sanitarie, cliniche mobili, servizi salvavita per madri e neonati nonché cure ostetriche specialistiche. È fondamentale assicurare spazi sicuri per donne e ragazze sopravvissute ad atti di violenza, in grado di assicurare cure mentali e servizi psicosociali di qualità.
Fin dagli anni 90, l’Unfpa ha costituito il Minimum initial service package (Misp), non solo un kit di attrezzature, ma un insieme di attività che devono essere attuate in maniera coordinata da personale adeguatamente formato. Attraverso queste misure, l’Unfpa ha formato centinaia di migliaia di persone in grado di rispondere in maniera efficace alle situazioni di emergenza.
In vista del 2030, conclude l’appello, l'azione umanitaria deve allinearsi e fare in modo che la salute e i diritti delle donne e dei giovani siano sempre al centro degli interventi. Per questo le priorità dell’Unfpa includono il rafforzamento della leadership da parte del personale e dei suoi partner nei progressi relativi ai servizi di salute sessuale e riproduttiva, alla prevenzione e alla risposta alla violenza di genere e allo sfruttamento sessuale. Intende inoltre aumentare la sua capacità operativa attraverso maggiori finanziamenti, patrocini, raccolta dei dati e un miglioramento continuo dell’intera catena di approvvigionamento nel settore umanitario.
di Tommaso Tautonico