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Lotta alla corruzione e più investimenti per la copertura sanitaria universale
Secondo Transparency International, l’illegalità in ambito sanitario è responsabile ogni anno del decesso di 140 mila bambini, provoca l’aumento della resistenza antimicrobica e ostacola la lotta contro l’Hiv. 15/4/20
“Sfortunatamente, la corruzione spesso prospera durante i periodi di crisi, in particolare quando le istituzioni e il controllo sono deboli e la fiducia del pubblico è bassa”. È il monito lanciato da Transparency International, che, in un dossier dal titolo “Corruption and coronavirus” pubblicato il 3 aprile, denuncia come la corruzione possa “minare la risposta alla pandemia e privare le persone di assistenza sanitaria”.
L’organizzazione, che lavora da anni per la trasparenza nel settore sanitario, riporta così all’attenzione un tema già sollevato nel rapporto “The ignored pandemic. How corruption in healthcare service delivery threatens universal health coverage”. Chiaro il punto di partenza: se non sarà posto un freno alla corruzione nella fornitura di servizi per la salute, sarà improbabile realizzare la copertura sanitaria universale, che rappresenta a oggi l’obiettivo principale dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Gli sforzi per realizzare una copertura sanitaria universale, che consenta l’accesso alle cure essenziali a tutti i cittadini del mondo, sono significativamente compromessi dalla corruzione che ingloba ogni anno il 7% della spesa sanitaria, per un totale di 500 miliardi di dollari, ossia più di quanto costerebbe realizzare l’intera copertura universale.
La corruzione, argomenta il Rapporto, indebolisce significativamente le prestazioni complessive del sistema sanitario e il danno in termini di vite umane e di risorse è altissimo: ogni anno infatti, a causa dell’illegalità nel settore sanitario, perdono la vita 140 mila bambini, aumenta la resistenza antimicrobica (la resistenza batterica agli antibiotici) e molti pazienti affetti da Hiv non riescono ad accedere alle cure.
Assenteismo sul lavoro, scambio di tangenti tra pazienti e medici, appropriazione indebita e furto di macchinari e farmaci, fornitura di servizi scadenti, favoritismi e manipolazione dei dati sono i diversi tipi di corruzione messi in luce dal dossier, che hanno un impatto negativo sulle cinque aree di performance sanitaria indicate dall’Oms: equità, qualità, reattività, efficienza e resilienza.
Combattere la corruzione deve essere il primo passo verso la copertura sanitaria universale, tramite una governance illuminata che preveda nelle strutture sanitarie il rafforzamento del controllo dall’alto verso il basso e viceversa, il miglioramento della motivazione del personale e l’attuazione di programmi anti-corruzione nell’ambito delle donazioni.
Accanto alla lotta alla corruzione, il Rapporto consiglia lo stanziamento di maggiori fondi e un utilizzo più oculato delle risorse disponibili: si rende necessario, infatti, come indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità, aumentare gli investimenti nel settore sanitario fino a 370 miliardi di dollari l’anno fino al 2030, con una copertura tra 17 e 35 miliardi di dollari annuali per il sostegno ai Paesi a basso e medio reddito.
Riassumendo, conclude Transparency International, è importante aumentare il flusso di finanziamenti per la ricerca sul tema; prendere in considerazione i vincoli politici e burocratici; integrare la governance dei sistemi sanitari nel piano di rafforzamento del settore; prevenire l’illegalità con leggi e punizioni drastiche, infine, raccogliere informazioni e dati affidabili sulla corruzione.
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di Viola Brancatella