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Ripensare il servizio civile, 116 intellettuali rinnovano l’appello al Governo
63 nuovi firmatari, tra cui Enrico Giovannini, portavoce dell’ASviS, hanno sottoscritto l’appello per il rilancio del Servizio civile universale lanciato da 53 intellettuali. Tutte le proposte in una lettera al direttore di Avvenire Marco Tarquinio. 9/7/20
È più che raddoppiato il numero delle personalità di spicco della società civile e del mondo delle imprese che, a tre mesi dal lancio dell’appello inizialmente sottoscritto da 53 firmatari, hanno chiesto il 7 luglio a gran voce una svolta nella riforma del Servizio civile universale. Lo hanno fatto attraverso una lettera aperta indirizzata a Marco Tarquinio, direttore del quotidiano Avvenire, da sempre dimostratosi sensibile al tema.
Promosso durante il picco della pandemia che ha colpito il Paese e in cui ancor più evidente è emerso il valore delle migliaia di volontari nel fronteggiare l’emergenza, l’appello raccoglie una serie di proposte rivolte al Governo per ripensare e potenziare il Servizio civile universale.
Costituzione di una cabina di regia per il coordinamento nazionale delle attività, formazione costante dei volontari con conseguente bilancio delle competenze, verifica dell’efficacia degli interventi sono alcuni tra i punti sollevati nel documento. Secondo i promotori occorre infatti non solo una pianificazione strategica a livello centrale dei progetti da implementare, ma anche un coordinamento sul territorio che consenta di monitorare e valutare con sistematicità le attività svolte e i benefici che queste apportano alla collettività.
Altrettanto necessario appare investire in una formazione di qualità dei volontari affinché essi facciano proprie le finalità del Servizio e si rendano responsabili del loro conseguimento, potendo al contempo sviluppare e accrescere le loro competenze. Una formazione che parta da una base comune in materia di princìpi costituzionali, di diritti e doveri, di legalità e promuova anche i comportamenti più consoni allo spirito di solidarietà e civismo del servizio.
Infine i promotori auspicano che il Servizio sia improntato all’adozione di criteri di valutazione dei progetti che permettino di testarne l’effettiva efficacia per il benessere collettivo e di riconoscerne le pratiche migliori.
Tali misure, se accompagnate da un potenziamento economico e inserite nella prossima Legge di bilancio, permetterebbero così di valorizzare al meglio lo straordinario capitale umano rappresentato dal volontariato e il prezioso ruolo svolto nel perseguimento del bene comune, della coesione sociale e della lotta alle disuguaglianze al fianco delle istituzioni e degli enti del Terzo settore in un momento particolarmente delicato per gli equilibri del Paese. Il Servizio civile universale rappresenta una forte prova di cittadinanza attiva e un’infrastruttura sociale che va tutelata e potenziata.
L’iniziativa ha ricevuto il plauso e il sostegno di Marco Tarquinio che ha rilanciato l’appello e ne ha auspicato il recepimento da parte del Governo con un segnale concreto e tempestivo che passi attraverso una maggiore dotazione di fondi da destinare al Servizio già nella prossima Legge di bilancio.
di Elita Viola