Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Progetti e iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

Covid-19: gli europei chiedono certezze su efficacia e sicurezza del vaccino

Ricerca della Commissione: la maggioranza dei cittadini ritiene il vaccino l’unico modo per sconfiggere la pandemia, ma si aspetta più informazioni da parte delle autorità. Intervistati divisi sul modo in cui l’Ue ha risposto al virus. 27/01/21

La Commissione europea ha pubblicato i risultati di una ricerca statistica condotta a dicembre su un campione di quasi 25mila persone sul vaccino anti Covid-19 nei 27 Stati membri dell’Unione europea[1]. Ciò che risulta dal dossier è che quasi tre europei su dieci vorrebbero vaccinarsi nel 2021 (il 29%), un quarto vorrebbe farlo il prima possibile (il 23%) e meno di un quinto è disposto a farlo più tardi (il 18%) o mai (il 17%).

La maggior parte degli intervistati vorrebbe vaccinarsi soltanto in caso di assenza di effetti collaterali comprovati (il 44%) e a patto che ci sia maggior chiarezza su come i vaccini vengono sviluppati, testati e autorizzati (il 36%). La maggioranza della popolazione europea (il 57%) - gli italiani sono il 60% - infatti, afferma di voler ottenere maggiori informazioni sulla sicurezza e sull’efficacia del vaccino da parte delle autorità di controllo e dall’Unione europea prima di sottoporsi alla vaccinazione.

In 24 Stati membri su 27, tra cui l’Italia, guidati da Bulgaria (il 76%), Lettonia e Ungheria (in entrambi il 72%), gli intervistati concordano sul fatto che le autorità pubbliche non siano sufficientemente trasparenti sui vaccini e in 19 Paesi credono che il vaccino sia stato approvato in tempi troppo brevi per essere sicuro. Nonostante questo, in 22 Stati, tra cui l’italia (il 60%), guidati da Danimarca (il 73%), Irlanda e Spagna (in entrambi il 71%), gli intervistati credono che il vaccino sia l’unico modo per porre fine alla pandemia. Inoltre, il 76% della popolazione europea ritiene che sia giusto vaccinare prima alcune categorie specifiche e concorda sull’efficacia dei vaccini contro le malattie gravi del passato.

Mentre in Europa del Nord la paura di ammalarsi di Covid-19 non è molto diffusa, le persone intervistate nell’Europa meridionale e in Irlanda, ma anche in Italia (il 67% della popolazione), Spagna, Portogallo, Grecia e Malta, hanno dichiarato di temere una possibile infezione. Quasi nove persone su dieci a Malta (l’87%) e più di tre quarti della popolazione in Irlanda, Cipro e Portogallo (il 77%) e Lussemburgo (il 76%), inoltre, concordano sul fatto che l’Unione europea svolge un ruolo chiave nel garantire l’accesso ai vaccini contro il Covid-19 nei loro Paesi, mentre in Europa centrale questa convinzione è meno diffusa: in Repubblica Ceca (il 49%), in Polonia (il 55%), in Ungheria (il 55%) e in Slovacchia (il 54%).

Per quanto riguarda le misure messe in campo dall’Unione europea per fronteggiare la pandemia, gli intervistati sono divisi tra il 45% di persone non soddisfatte e il 44% soddisfatte; anche in Italia la popolazione è divisa tra il 47% di soddisfatti, il 47% di insoddisfatti e il 6% di indecisi. La maggioranza dei cittadini europei (il 55%), tra cui gli italiani (il 54%), infine, per informarsi sul vaccino e sul Covid-19 si affida principalmente a professionisti sanitari, medici, infermieri e farmacisti e in secondo luogo alle autorità sanitarie nazionali (il 43%).

Consulta la ricerca 

[1] Il campione appartiene a una fascia d’età compresa tra i 16 e i 54 anni in dieci Paesi, mentre in 17 Paesi la fascia d’età di riferimento è 16-64 anni.

 

di Viola Brancatella

mercoledì 27 gennaio 2021

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