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Il futuro dell'energia, una variabile decisiva verso uno sviluppo sostenibile globale
Nel corso del convegno "The Future of Energy" che si è tenuto a Roma, organizzato da Eni e Ambrosetti, sono stati affrontati i temi chiave per gli scenari energetici: aumento della domanda, accesso all'elettricità, lotta al cambiamento climatico, sicurezza degli approvvigionamenti.
Il mondo dell'energia sta vivendo un'epoca di forte incertezza, dovuta al crollo dei prezzi del petrolio e alle tensioni economiche e geopolitiche. Allo stesso tempo, l'accesso all'energia riveste un ruolo centrale per lo sviluppo sostenibile di molti Paesi, mentre le negoziazioni sul clima sono in corso a livello globale. Se ne è discusso nel corso del convegno "The Future of Energy - Towards a Sustainable Development", organizzato da Eni e Ambrosetti, che si è tenuto lo scorso 20 settembre presso il quartier generale dell'azienda petrolifera a Roma.
Il tradizionale paradigma energetico basato sulle fonti fossili è sempre più minacciato da numerosi fattori: oltre alla crescente consapevolezza delle conseguenze dei cambiamenti climatici, ci sono i cambiamenti delle abitudini dei consumatori, le evoluzioni tecnologiche e legislative, ma soprattutto una crescente domanda energetica in quei Paesi dove un più ampio accesso all'elettricità diventa cruciale per lo sviluppo del benessere e della crescita economica.
Emma Marcegaglia, presidente di Eni, ha sottolineato che "il generale clima di sfiducia globale impatta sugli investimenti e quindi sul settore energetico, mentre aumentano nazionalismi e protezionismi". In questo quadro, ha continuato la Marcegaglia, "lo scenario energetico diventa sempre più imprevedibile: le rinnovabili saranno una parte importante del mix energetico ma serve tempo. Il gas diventa l'unica soluzione che garantisce un modello energetico sostenibile, competitivo e sicuro".
"Nei prossimi 25 anni ci saranno oltre 2 miliardi di persone in più nel mondo, quasi tutte in Africa e in Asia: aumenterà il fabbisogno energetico globale", ha evidenziato l'amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, che ha fatto notare come "le migrazioni siano dovute a una mancanza di sviluppo, che si traduce in mancanza di energia: l'Africa è ricchissima di risorse ma centinaia di milioni di persone sono prive di accesso all'elettricità. Per questo occorre cambiare il nostro modello, creare sviluppo in Africa, investire sulle tecnologie per aumentare produttività e continuità delle rinnovabili ma, allo stesso tempo, essere consapevoli che solo il gas è in grado di conciliare le esigenze della lotta al cambiamento climatico con la continuità e la sicurezza degli approvvigionamenti".
Il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda ha annunciato che il governo metterà mano al piano energetico, sottolineando che, analogamente a quanto avviene per migrazione e sicurezza, anche per i temi energetici l'Europa deve agire in modo coordinato dal punto di vista politico, guardando in particolare all'Africa e agli scenari geostrategici internazionali, caratterizzati da forte tensione.
"L'Italia ha un ruolo strategico nel mercato energetico anche per la sua posizione geografica ed è un partner essenziale per il Mediterraneo e per l'Africa", riconosce Maros Sefcovic, vicepresidente della Commissione europea e commissario europeo per l'unione energetica. Sefcovic ha proseguito sottolineando la stretta interconnessione fra transizione energetica e modernizzazione economica (Industry 4.0), nonché l'importanza delle Smart Cities e la consapevolezza che le compagnie devono cambiare il loro modello di business, ma anche i consumatori.
In collegamento da New York, Jeffrey Sachs, direttore dell'Earth Institute alla Columbia University, ha sintetizzato che, nel futuro, l'elettrificazione di massa dovrà essere basata su basse emissioni o emissioni zero: solare, eolico, idroelettrico, geotermico, nucleare, un po' di biofuel e CCS (Carbon Capture and Storage). Secondo il professor Sachs, mobilità e abitazioni (sia per cucina sia per riscaldamento) dovranno convertirsi all'elettrico, mentre la principale priorità resta lo sviluppo dell'elettricità in Africa, che ha il miglior irraggiamento solare del pianeta. Su piccola scala, anche le mini grid possono essere una soluzione efficiente. Infine, i sistemi energetici regionali devono superare i rispettivi "nazionalismi", migliorando le interconnessioni, con policy specifiche per accompagnare il mondo verso uno scenario low carbon e un pricing che deve essere di lungo termine.
Infine, Mohammed Sanusi Barkindo, alla sua prima uscita pubblica come Segretario Generale dell'Opec, ha mostrato alcune proiezioni al 2040, secondo le quali la popolazione arriverà a 9 miliardi di persone e la domanda di energia crescerà del 50%. Secondo tali stime, Oil&Gas soddisferanno ancora il 53% del fabbisogno energetico nel 2040, anche se le rinnovabili cresceranno e le fonti non fossili arriveranno al 22% del mix energetico globale, per cui tutte le forme di energia saranno necessarie. "Gas e petrolio hanno avuto un impatto positivo sulla vita di miliardi di persone producendo luce, riscaldamento, mobilità - aggiunge Barkindo - e le emissioni delle fonti fossili possono essere ridotte investendo in ricerca e sviluppo e in particolare sulla CCS".
di Giulio Lo Iacono