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Le Nazioni unite sugli oceani: senza di essi non c’è vita, bisogna agire ora
Per una gestione sostenibile delle risorse marine, è urgente concludere i negoziati sui sussidi che incentivano la pesca eccessiva e illegale. I risultati dell’incontro Onu alla vigilia della Giornata mondiale degli oceani. 8/6/21
“Non esiste uno scenario per cui sia possibile vivere senza oceani. Soluzioni chiare, trasformative e realizzabili devono essere trovate e ampliate per poter affrontare la crisi degli oceani”. Con queste parole Volkan Bozkir, presidente dell’Assemblea generale dell’Onu, ha aperto l’incontro di alto livello delle Nazioni unite, tenutosi nella sede centrale di New York il 1 giugno, sugli oceani e sui progressi riguardanti l’Obiettivo di sviluppo sostenibile 14: la vita sott’acqua.
Gli oceani sono fondamentali per il pianeta e per la vita dell’uomo: producono il 50% dell’ossigeno e assorbono dal 25% al 30% della CO2 presente nell’atmosfera. Assorbono anche il 90% del calore in eccesso, mitigando gli effetti del cambiamento climatico. Negli ultimi anni si è osservata una diminuzione di queste attività a causa del riscaldamento globale e dell’inquinamento. Durante l’incontro sono state discusse soluzioni olistiche per poter contrastare tali sfide.
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I partecipanti hanno sottolineato il ruolo fondamentale degli oceani per assicurare uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico e la necessità di perseguire una blue economy. La tutela degli oceani e la gestione sostenibile delle loro risorse sono alla base per poter raggiungere altri SDGs, come ad esempio sconfiggere la fame, garantire un lavoro dignitoso e una crescita economica e stabilire un consumo e una produzione responsabili.
Gli oceani producono il 50% dell’ossigeno, assorbono oltre il 25% della CO2 nell’atmosfera e il 90% del calore in eccesso, mitigando gli effetti del cambiamento climatico
Gli oceani sono la principale fonte di proteine per circa un miliardo di persone e le attività direttamente o indirettamente legate alla pesca impiegano circa 200 milioni di persone nel mondo. Per garantire una pesca sostenibile e contrastare quella illegale, non dichiarata e non regolamentata, nel 2009 è stato promosso dalla Fao un Accordo sulle misure dello stato di approdo, entrato in vigore nel 2016. Nonostante l’Accordo sia il primo vincolante in materia e segni una svolta storica per contrastare la pesca illegale, ulteriori misure sono necessarie per poter realizzare un sistema di pesca sostenibile. Durante l’incontro di alto livello è stata quindi espressa l’urgenza di concludere i negoziati dell’Organizzazione mondiale del commercio sui sussidi alla pesca che incentivano quella eccessiva e illegale.
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Il presidente Volkan Bozkir ha concluso il suo intervento di apertura invitando gli Stati membri a non indugiare e a intervenire per non dover “discutere nuovamente degli stessi problemi” durante la Seconda Conferenza sugli Oceani che si terrà nel 2022 a Lisbona. La necessità di agire in tempi brevi trova conferma nei dati raccolti nella Seconda valutazione mondiale degli oceani, uno studio pubblicato il 22 aprile in occasione della Giornata mondiale della Terra per cui sono stati coinvolti più di 300 esperti. Dalla valutazione è emerso che:
- le zone morte negli oceani sono passate da 400 nel 2008 a 700 nel 2019;
- il 90% delle specie di mangrovie, fanerogame marine e piante palustri e oltre il 30% delle specie di uccelli marini affrontano la minaccia di estinzione;
- il 50% della barriera corallina è andata distrutta e tale percentuale potrebbe raggiungere il 90% con un aumento della temperatura di 1.5°C e il 99% con un aumento di 2°
L’incontro di alto livello di martedì 1 giugno si è tenuto alla vigilia della Giornata mondiale degli oceani che si celebra l’8 giugno e quest’anno si concentra sugli oceani come fonte di vita e sostentamento.
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di Maddalena Binda