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Alta sostenibilità: Cop 26, in un mondo a infinite velocità bisogna correre
In Italia siamo ancora fermi sulle rinnovabili, c’è amarezza per la decisione di Glasgow sul carbone. Se ne è discusso su Radio Radicale nella rubrica ASviS condotta da Po, ospiti Federico, Armillotta, Pasotto. [VIDEO] 16/11/21
Si è conclusa sabato sera, 13 novembre, dopo un giorno in più di negoziati, la 26esima Conferenza Onu sul cambiamento climatico che ha visto la partecipazione di quasi 200 nazioni del mondo. I temi su cui si è focalizzata la Cop26 di Glasgow sono stati la finanza climatica e il mercato del carbonio, la trasparenza nel rendicontare le emissioni e gli “Ndcs” (impegni di riduzione delle emissioni che i Paesi presentano). Insomma, si puntava a definire quel “libro delle regole di Parigi” (Paris rulebook) che deve dare piena attuazione all’Accordo del 2015 che ha come obiettivo mantenere l’aumento medio della temperatura terrestre entro 2°C, facendo il possibile per stare al di sotto di 1.5°C (limite che la scienza consiglia di non superare per evitare i più gravi disastri imposti dalla crisi climatica).
Tenendo ben presente che il successo o l’insuccesso di una Cop è dato dalla forza del testo che scaturisce dalle negoziazioni, come è andata questa volta?
Se ne è discusso durante l’ultima puntata di “Alta sostenibilità”, andata in onda su Radio Radicale il 15 novembre e condotta da Ruggero Po con gli ospiti: Toni Federico (coordinatore del Gruppo di lavoro ASviS sui Goal 7 “Energia pulita e accessibile” e 13 “Lotta al cambiamento climatico”), Alex Armillotta (co-fondatore e Ceo di AWorld), Sofia Pasotto (Fridays for future Italia e membro del collettivo di giornalisti Destinazione Cop).
Toni Federico, coordinatore del Gruppo di lavoro ASviS sui Goal 7, Energia pulita e accessibile, e Goal 13, Lotta al cambiamento climatico.
#AltaSostenibilità @RadioRadicale - @tonifederico42: Non credo che questa Cop passerà alla storia, ma non è stata un fallimento. Viviamo in un mondo a infinite velocità dove ognuno deve partecipare al cambiamento nel modo più veloce possibile. È questo quello che è indispensabile
— ASviS (@ASviSItalia) November 15, 2021
Per Federico “le aspettative erano alte, non credo che questa Cop passerà alla storia, ma non è stata un fallimento. Per dare un giudizio completo bisogna capire il meccanismo delle Nazioni unite e se pensiamo che il minimo comun denominatore è quello di 1.5°C, allora ci sono degli aspetti positivi. Voglio sottolineare, però, che la guida della lotta al cambiamento climatico è fuori da quelle stanze negoziali, la riscontriamo nelle imprese che vogliono cambiare e nella società civile che si batte per questi temi. Non è solo quello che è scritto nel patto di Glasgow che influenzerà i prossimi anni ma anche ciò che faremo, a cominciare dalle cose che deve realizzare un Paese come il nostro. Non è che siccome la Cop 26 ha lasciato aperta la decisione sul carbone allora noi possiamo costruire una centrale a carbone nei prossimi anni. In Italia siamo ancora fermi con le rinnovabili, e anche dai commenti della stampa sembra che il problema non sia nostro, ma non è così. Viviamo in un mondo a infinite velocità dove ognuno deve partecipare al cambiamento nel modo più veloce possibile. È questo quello che è indispensabile, ed è questo che darà anche vantaggio competitivo alle nostre aziende”.
Sofia Pasotto, Fridays for future Italia e membro del collettivo di giornalisti Destinazione Cop
#AltaSostenibilità @RadioRadicale - @sofiapasotto @fffitalia: L’aver modificato all’ultimo il testo negoziale di #COP26 su richiesta dell’India sostituendo alla parola ‘fine’ quella di ‘riduzione’, in relazione al carbone, è stata una pillola difficile da mandare giù.
— ASviS (@ASviSItalia) November 15, 2021
“C’è un po’ di amarezza”, ha commentato Pasotto, “dobbiamo però restare positivi ed essere realisti. Qualche piccolo passo avanti c’è stato ma non è abbastanza. L’aver modificato all’ultimo il testo negoziale su richiesta dell’India sostituendo alla parola ‘fine’ quella di ‘riduzione’, in relazione all’abbandono del carbone, è stata una pillola amara da mandare giù”. La differenza tra bla, bla, bla e le cose che possono far sperare in un futuro migliore “è totalmente nell’azione”, ha poi detto Pasotto, “e nella volontà di impegnarsi. Durante la Cop abbiamo visto tante volte che i vari delegati avevano intenzione di agire, soprattutto i piccoli Stati che rischiano di finire sott’acqua. Sono loro che, infatti, hanno sottolineato che non hanno più bisogno di promesse e di parole, ma di fatti. Noi ragazzi ci affidiamo totalmente alla parole della scienza, alla quale proviamo solo a fare da megafono. Dobbiamo evitare il rischio greenwashing”.
Alex Armillotta, co-fondatore e Ceo di AWorld
#AltaSostenibilità @RadioRadicale - Alex Armilotta #AWorld: Far capire che le nostre azioni hanno un impatto è importante. Per esempio, una doccia breve ci fa risparmiare anche 50 lt di acqua e con un pasto vegano si possono risparmiare fino a 1000 lt di acqua e 1,5Kg di CO2.
— ASviS (@ASviSItalia) November 15, 2021
Per Armilotta “il bicchiere è più mezzo pieno. Importante che si sia discusso sui concetti di compensazione e sulla strategia di net zero (neutralità climatica). Bisogna far sì che i Paesi mantengano gli impegni che si stanno pian piano assumendo. Altra cosa positiva è l’inserimento dei concetti di giustizia climatica nel testo, dove si menzionano gli impatti che i Paesi più vulnerabili subiscono. Un tema da discutere anche nei prossimi anni”. È stato poi affrontato il tema dei comportamenti individuali, se siano importanti o rischino di essere solo un elemento che ci distoglie dalle grandi soluzioni che devono essere applicate globalmente. “Far capire alle persone che le nostre azioni hanno un impatto è importante”, ha infine ricordato Armilotta. “Per esempio, una doccia breve ci fa risparmiare anche 50 litri di acqua e con un pasto vegano si possono risparmiare fino a 1000 litri di acqua e un chilo e mezzo di CO2. Con le nostre azioni possiamo quindi innescare un cambiamento. Non solo i governi, anche noi dobbiamo fare la nostra parte”.
di Ivan Manzo
RIASCOLTA L’ULTIMA PUNTATA – Alta sostenibilità: Cop26. Analisi di un accordo
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