Radio-Tv Alta Sostenibilità
Riformare il Fondo monetario internazionale tra vecchi debiti e nuove crisi
La necessità di una diversa architettura finanziaria globale a sostegno dei Paesi più poveri. Sullo sfondo Brics, Cina, guerre e pandemia. Ad Alta sostenibilità: ospiti Becchetti, Romagnoli e Sommella. In studio Speroni e Viettone. [VIDEO]. 2/10/23
È il segretario generale dell’Onu, António Guterres, che nel Summit sugli SDG durante l'Assemblea generale delle Nazioni unite ha rilanciato la questione con una serie di proposte di riforma del sistema finanziario e in maniera molto netta ha affermato che senza un impegno finanziario di 500 miliardi di dollari all’anno gli Obiettivi dell'Agenda 2030 non saranno raggiunti.
Guterres ha presentato in un policy brief le sue proposte e alla fine del vertice è stato approvato un documento che impegna a ricercare al più presto delle soluzioni condivise.
Al centro di queste proposte c’è la riforma del Fondo monetario internazionale nato dagli accordi di Bretton Woods del 1944 per garantire stabilità monetaria e progresso economico, quando però il problema riguardava soprattutto un numero ristretto di nazioni e mentre non si affrontava il tema dei prestiti strutturali a lungo termine per i Paesi in via di sviluppo: compito semmai affidato alla Banca mondiale, che però finanzia progetti di opere pubbliche.
Diversi analisti ritengono che il Fondo monetario internazionale non sia più in grado di far fronte alle esigenze di finanziamenti perché non può erogare prestiti in una situazione in cui molti Paesi sono già gravati da un debito sovrano che non sono in grado di affrontare. Viene inoltre visto con diffidenza da molti Stati sia per le condizioni che impone, vedi il caso Tunisia, sia per il fatto che le potenze occidentali mantengono una sorta di diritto di veto e quindi c’è chi pensa a strutture alternative, magari in ambito Brics.
Ad Alta sostenibilità, in onda lunedì 2 ottobre alle 12.30 su Radio Radicale e disponibile in podcast. Ospiti Leonardo Becchetti, professore di Economia politica all'Università di Tor Vergata, co-fondatore di NexT-Nuova economia per tutti; Gian Cesare Romagnoli, professore di Politica economica all’Università Roma Tre; Roberto Sommella, direttore di MilanoFinanza. In studio Donato Speroni ed Elis Viettone.
Leonardo Becchetti, professore ordinario di Economia politica all'Università di Tor Vergata, co-fondatore di NexT-Nuova economia per tutti
#altasostenibilità @Leonardobecchet @NeXteconomia: Rispetto ai #Brics i rapporti di forza stanno cambiando, si va verso la cooperazione multipolare, non di confronto muscolare. La cosa più grave è non trovare canali di cooperazione con la Cina. @elishelen https://t.co/5SGQLdUQqp
— ASviS (@ASviSItalia) October 2, 2023
#altasostenibilità Gian Cesare Romagnoli @UnivRoma3: le organizzazioni economiche internazionali sono un punto di insostenibilità, prima di richiedere sostenibilità dovrebbero essere i primi a portare a termine gli obiettivi dello statuto. @Dospe https://t.co/5SGQLdUQqp
— ASviS (@ASviSItalia) October 2, 2023
Roberto Sommella, direttore di MilanoFinanza
#altasostenibilità @SommellaRoberto @MilanoFinanza: Non dobbiamo dimenticare il debito pandemico dei Paesi ricchi, da cui è difficile uscire. Se i questi Paesi non risolvono i loro problemi, è difficile risolvere quelli dei Paesi in via di sviluppo. @elishelen
— ASviS (@ASviSItalia) October 2, 2023
Donato Speroni, senior expert ASviS
#altasostenibilità @Dospe: le proposte di @antonioguterres all'#SDGSummit evidenziano come la riforma del Fondo Monetario Internazionale sia in primis un grosso problema di finanziamenti ai Paesi in via di sviluppo, utili per il raggiungimento degli #SDGs.https://t.co/5SGQLdUQqp
— ASviS (@ASviSItalia) October 2, 2023
VAI ALL'ARCHIVIO DELLE PUNTATE DI ALTA SOSTENIBILITÀ, la trasmissione di ASviS a cura di Valeria Manieri, Ruggero Po ed Elis Viettone, in onda il lunedì dalle 12:30 alle 13:00 su Radio Radicale.
di Elis Viettone