Radio-Tv Alta Sostenibilità
La gestione mondiale della pandemia non è stato un buon esempio di governance
La risposta all’emergenza globale può essere vista come una preparazione alle future crisi? Se ne è discusso su Radio Radicale nella rubrica ASviS condotta da Manieri e Viettone, ospiti Guerra, Vella, Collicelli. [VIDEO] 9/11/20
La crisi pandemica ci ha colti impreparati e ha creato tensioni politiche tra e all’interno dei Paesi. Nel raccontare la diffusione del virus l’informazione non è certo stata impeccabile, e questo ha contribuito a generare confusione nell’opinione pubblica in merito all’origine e alla pericolosità del virus Sars Cov-2. Ma questa gestione dell’emergenza può essere vista come una sorta di preparazione globale alle future crisi?
Se ne è discusso durante la puntata del 9 novembre della rubrica ASviS “Alta Sostenibilità”, in onda su Radio Radicale e condotta da Valeria Manieri ed Elis Viettone. Ospiti della puntata: Carla Collicelli (referente Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 3), Ranieri Guerra (direttore vicario dell'Organizzazione mondiale della sanità) e Stefano Vella (docente di Salute Globale all’Universita’ Cattolica di Roma).
Ranieri Guerra, direttore vicario dell'Organizzazione mondiale della sanità
#AltaSostenibilità @RadioRadicale - Ranieri Guerra @WHO: All’inizio delle pandemia mancava preparazione e c’è stata troppa competizione tra Paesi. Serve coesione tra sanità, politica e mondo dell'infomazione, quest'ultimo non ha dato il meglio di sé.
— ASviS (@ASviSItalia) November 9, 2020
Per Ranieri Guerra questa non è stata una buona “prova generale”, e sarebbe meglio non imitarla in futuro. “L’Unione europea ha tardato nell’attivare il meccanismo europeo di protezione civile e ci sono stati momenti di forte competizione per accaparrarsi dispositivi di protezione individuale tra i Paesi”, ha dichiarato Guerra. “Compiendo un grande sforzo, adesso l’Italia è finalmente autosufficiente per quanto riguarda la produzione di questi dispositivi. All’inizio dell’epidemia mancava dunque preparazione e c’è stata troppa competizione. Il rischio di una epidemia e la necessità di prepararsi a una catastrofe sono difficili da gestire sotto l’aspetto della comunicazione, c’è ancora chi pensa che il virus sia stato creato in laboratorio. Devo dire che si avverte un forte bisogno di coesione non solo tra il mondo sanitario e quello politico. Serve anche il mondo dell’informazione, che spesso non ha dato grande prova di sé nel raccontare il fenomeno pandemico. Spero abbiamo imparato che quando si parla di tematiche scientifiche bisogna portare nel dibattito argomenti solidi”.
Stefano Vella, docente di Salute Globale all’Universita’ Cattolica di Roma
#AltaSostenibilità @RadioRadicale - @stefano_vella @Unicatt: Sapevamo che lo #spillover, il salto di specie animale-uomo compiuto da un virus, diventava sempre più frequente, ma non ci siamo preparati a una pandemia. Oms doveva avere un ruolo più centrale nella gestione.
— ASviS (@ASviSItalia) November 9, 2020
Per Stefano Vella “l’Organizzazione mondiale della sanità non ha avuto il giusto ruolo che un’organizzazione del genere dovrebbe avere in un’emergenza sanitaria globale come questa”. Inoltre, ha aggiunto che “non eravamo per niente preparati su un fenomeno che sapevamo potesse succedere. Ricordiamo per esempio negli ultimi anni le epidemie di Sars, Mers ed Ebola. Sapevamo poi che lo spillover, il salto di specie animale-uomo compiuto da un virus, diventava via via più frequente. Dal punto di vista della pandemia non sarà solo il vaccino che ci salverà dal Covid-19, ma un insieme di interventi che dobbiamo attuare ci metteranno al riparo. Non si può per esempio parlare di salute senza toccare argomenti correlati come l’acqua pulita, la povertà, le disuguaglianze. Ricordo, inoltre, che anche sull’Hiv c’era il negazionismo, però a quei tempi è stato fatto qualcosa di più. Per esempio l’Oms ebbe un ruolo di guida e la comunità internazionale lavorò per superare le differenze di accesso ai farmaci tra i diversi Paesi”.
Carla Collicelli, referente Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 3
#AltaSostenibilità @RadioRadicale - Carla Collicelli: All'interno del paper lanciato dal Gruppo di lavoro sul Goal 3 dell'ASviS viene mostrato come orientare i fondi del #NextGenerationEu. La salute è un fatto globale, che dipende da tanti fattori.https://t.co/E7pn6FKFaj
— ASviS (@ASviSItalia) November 9, 2020
Infine Carla Collicelli ha parlato del concetto di “One Health” e del position paper “Salute e non solo sanità” presentato dal Gruppo di lavoro sul Goal 3 dell’ASviS. “Stiamo parlando di un tema che esiste da diverso tempo, già negli anni ’80 si discuteva di queste questioni, di una salute come fatto globale e dipendente da tanti fattori, tra cui quelli ambientali. All’interno del nostro paper mostriamo anche come orientare i fondi europei che arriveranno dal Next Generation Eu”.
Vai all'archivio delle puntate di Alta sostenibilità, la trasmissione di ASviS a cura di Valeria Manieri ed Elis Viettone, in onda il lunedì dalle 12:30 alle 13:00 su Radio Radicale.
di Ivan Manzo