Rubrica: Europa e Agenda 2030
Consiglio dell’Ue: accelerare l’attuazione dell’Agenda 2030 per ricostruire meglio
Settimana 21-27/6: Consiglio dell’Ue sull’Agenda 2030, approvazione del Pnrr italiano da parte della Commissione, la legge per il clima approvata dall’Europarlamento, conclusioni del Consiglio europeo del 24-25/6 sul tema migrazioni. 28/6/21
Nella scorsa settimana, le istituzioni europee hanno assunto degli atti di particolare rilevanza, decisivi per lo sviluppo degli impegni per l’Agenda 2030 e per le politiche di ripresa dalla pandemia: dall’adozione di un atto quadro sull’Agenda 2030 da parte del Consiglio dell’Unione europea che manifesta la necessità di accelerarne l’attuazione in risposta alla crisi pandemica, all’approvazione del Pnrr italiano da parte della Commissione, così come della legge sul clima da parte del Parlamento europeo che ne delinea il testo definitivo concordato con i negoziatori del Consiglio dell’Ue.
In chiusura di settimana, il 24-25 giugno, sì è tenuta anche la riunione del Consiglio europeo che ha trattato i temi Covid-19 e ripresa economica, migrazione, criticità nella politica estera, cibersicurezza.
Indirizzi del Consiglio dell’Ue per accelerare l’attuazione dell’Agenda 2030
Nell’atto assunto il 22 giugno 2021, il Consiglio dell’Unione dichiara che le sfide poste dalla crisi Covid-19 non rendono più una scelta facoltativa il perseguimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030, e sottolinea la necessità di accelerare un'azione congiunta innovativa e decisa nell’allineare gli investimenti verso il raggiungimento degli SDGs, intraprendendo riforme strutturali urgenti e costruendo in modo migliore e più verde, affrontare efficacemente le cause profonde delle malattie zoonotiche, nonché altri shock e crisi future.
E accoglie con favore il fatto che l'azione della Commissione rimarrà guidata dall'Agenda 2030 e dai suoi 17 SDGs, nella definizione di tutte le politiche sia interne che esterne all’Unione.
Riconoscendo l'urgente necessità di accelerare l'azione a tutti i livelli e da parte di tutte le parti interessate al fine di realizzare la visione e gli obiettivi dell'Agenda 2030, evidenzia il fatto che i diversi Goal sono integrati e indivisibili. E rileva in proposito le particolari opportunità offerte dall'agenda internazionale nel 2021 con la conferenza Cop26 sui cambiamenti climatici, la Cop15 sulla biodiversità, il vertice delle Nazioni unite sui sistemi alimentari, gl’impegni del G20, compresi sulla salute globale, quali strumenti per migliorare e accelerare l'attuazione collettiva dell'Agenda 2030 in modo integrato e coerente.
Il Consiglio richiama con favore il documento di lavoro dei servizi della Commissione "Conseguire gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite: un approccio globale” (vedi nostra rubrica del 23 novembre 2020, secondo paragrafo) e come lo stesso illustri in sintesi l'impegno della Commissione a integrare l’Agenda 2030 nei suoi diversi strumenti di governo, quali il semestre europeo, il quadro finanziario pluriennale, lo strumento di ripresa "Next Generation EU”, negli strumenti per una migliore regolamentazione, per garantire la coerenza delle politiche, per l’impegno dell'Ue nel mondo, negli strumenti di monitoraggio e rendicontazione periodica delle proprie azioni interne ed esterne.
Evidenzia la responsabilità degli Stati membri per l’attuazione dell’Agenda 2030, esortando ad aumentare il livello di ambizione delle loro risposte nazionali, accelerandone l'integrazione negli strumenti di pianificazione nazionale, nelle politiche e nelle strategie, incluse le strategie nazionali di sviluppo sostenibile e i quadri di bilancio.
Richiama e accoglie con favore l'obiettivo della comunicazione "Legiferare meglio: unire le forze per produrre leggi migliori", che propone una serie di miglioramenti al fine d’integrare gli SDGs per garantire che ogni proposta legislativa contribuisca all'Agenda 2030 (proposta rilanciata ancora recentemente dall’ASviS nell’analisi del Pnrr presentato il 27 maggio 2021 - per la sintesi vedi anche nostra rubrica del 3 maggio 2021, ultimo paragrafo).
Aspetto importante per l’integrazione dei diversi strumenti di governo e monitoraggio, è l’invito alla Commissione a:
- verificare nel contesto del semestre europeo, come i Pnrr possano contribuire in modo più efficace all'attuazione degli SDGs pertinenti;
- sviluppare una metodologia coerente di monitoraggio della spesa per gli SDGs in tutti i pertinenti programmi dell'Unione del Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027, delle relative quote destinate al green budgeting, tenendo presente il principio "Non arrecare danni significativi" ai sensi del regolamento sulla tassonomia dell'Ue, e il principio "Non lasciare indietro nessuno”.
Il Consiglio evidenzia l’allineamento del Pilastro europeo dei diritti sociali con l’Agenda 2030 ed accoglie con favore, a questo proposito, il vertice sociale di Porto che ne ha adottato il piano d’azione. Richiama in questo ambito l’importanza fondamentale di altri strumenti adottati dalla Commissione quali l'Agenda europea per le competenze e il relativo Patto per le competenze.
Inoltre, evidenzia l’opportunità di sostenere l'inclusione dell'attuazione degli SDGs nei lavori della Conferenza sul futuro dell’Europa (vedi nostra rubrica del 10 maggio 2021, secondo punto).
Nel quadro del multilateralismo e dell’impegno esterno dell’Ue, il Consiglio si concentra in particolare sugli aspetti legati alla finanza, e rilancia la proposta della Commissione per un'iniziativa di ripresa globale che colleghi gli investimenti e la riduzione del debito agli SDGs, quale strumento per impostare una ripresa sostenibile e inclusiva dalla crisi post-Covid-19 per un percorso veramente trasformativo a livello globale, verso il raggiungimento degli SDGs entro il 2030.
Ed in proposito, richiama accogliendo con favore i lavori in corso in ambito G20/Club di Parigi, sulle azioni multilaterali sul debito e sul finanziamento sostenibile, come la Debt Service Suspension Initiative (Dssi) e il nuovo quadro comune per il trattamento del debito.
In prospettiva futura, riconosce la necessità di una governance globale forte e inclusiva e l'importanza di promuovere l'ulteriore sviluppo di un sistema finanziario globale che preservi meglio la stabilità finanziaria e sostenga lo sviluppo sostenibile nelle sue tre dimensioni.
Riconosce il commercio come uno strumento centrale per l'attuazione dell'Agenda 2030, impegnandosi a favore di un sistema commerciale multilaterale aperto e trasparente, basato su regole, con un ruolo centrale per l’Organizzazione mondiale del commercio. Gli accordi commerciali devono essere di fatto concepiti come favorevoli a uno sviluppo sociale e ambientalmente sostenibile (argomenti recentemente trattati anche dalla Commissione e presentati nella nostra rubrica del 22 febbraio 2021). Richiama l’attenzione sull’impegno della Commissione a predisporre un piano per il lavoro dignitoso a livello globale.
Invita infine ancora la Commissione a riaffermare l'impegno e il ruolo guida dell’Ue nel quadro internazionale:
- presentando l'approccio integrato, strategico, ambizioso e globale per l'attuazione dell'Agenda 2030 al Forum politico di alto livello (Hlpf) del 2021 delle Nazioni unite;
- preparando, al più tardi entro il 2023, una revisione volontaria globale dell'attuazione interna ed esterna degli SDGs da parte dell'Ue da considerare nell’Hlpf.
La Commissione europea approva il Pnrr Italiano
Con la Proposta di Decisione di esecuzione del Consiglio relativa all'approvazione della valutazione del piano per la ripresa e la resilienza dell'Italia del 22 giugno, la Commissione europea ha adottato una valutazione positiva del Pnrr dell'Italia, tappa importante verso l'erogazione di 68,9 miliardi di euro di sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro di prestiti nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza.
L'analisi della Commissione si è basata sui criteri stabiliti nel regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza, valutando in particolar modo se gli investimenti e le riforme esposti nel piano italiano sostengono le transizioni verde e digitale, contribuiscono a risolvere le criticità individuate nell'ambito del semestre europeo, rafforzano il potenziale di crescita, la creazione di posti di lavoro e la resilienza economica e sociale dell’Italia.
La Commissione ha verificato dunque che il piano dell'Italia riserva il 37% della spesa totale a misure di sostegno agli obiettivi climatici e il 25% della dotazione complessiva a misure che favoriscono la transizione digitale. Come richiesto dal Regolamento, la valutazione riporta che nessuna delle misure incluse nel piano arreca danni significativi all’ambiente.
Le riforme e gli investimenti presentati nel Pnrr contribuiscono a dare una risposta efficace a tutte o a gran parte delle sfide sociali ed economiche su cui vertevano le raccomandazioni specifiche per Paese rivolte dal Consiglio all’Italia nel 2019 e nel 2020 nel quadro del semestre europeo.
La valutazione attesta che il piano comprende infatti misure volte ad aumentare la sostenibilità delle finanze pubbliche e la resilienza del settore sanitario, rendere più efficaci le politiche attive del mercato del lavoro e migliorare i risultati scolastici.
La Commissione ha valutato inoltre che i sistemi di controllo predisposti dall'Italia sono ritenuti adatti a proteggere gli interessi finanziari dell’Unione e che il piano illustra sufficientemente nel dettaglio le modalità con cui le autorità nazionali intendono prevenire, rilevare e correggere i casi di conflitto di interessi, corruzione e frode in relazione all'uso dei fondi.
L’approvazione definitiva del Piano da parte del Consiglio che avverrà entro quattro settimane, consentirà di erogare all’Italia 24,9 miliardi di euro, pari al 13% delle somme previste.
Legge europea sul clima adottata dal Parlamento europeo
Con risoluzione del 24 giugno sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il quadro per il conseguimento della neutralità climatica e che modifica il regolamento (Ue) 2018/1999, il Parlamento europeo ha adottato la propria posizione definitiva sulla cosiddetta legge europea sul clima in base all’accordo provvisorio raggiunto con i negoziatori del Consiglio dell’Unione europea lo scorso 5 maggio.
Confermando l’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050, come messo in evidenza dal comunicato stampa del Parlamento, l’accordo prevede una riduzione de-facto del 57% delle emissioni al 2030 rispetto al 1990.
Come di fatto riportato all’art.4 traguardi climatici intermedi dell’Unione, del regolamento approvato dal Parlamento, l’obiettivo al 2030 prevede una riduzione interna netta delle emissioni di gas a effetto serra (emissioni al netto degli assorbimenti) di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030, e al fine di potenziare il pozzo di assorbimento del carbonio in linea con l'obiettivo del conseguimento della neutralità climatica entro il 2050, l'Unione punta ad aumentare il volume del proprio pozzo netto di assorbimento del carbonio nel 2030.
Tra le novità introdotte sempre all’art.4, viene introdotto un nuovo traguardo intermedio al 2040, che sarà definito al più tardi entro sei mesi dal primo bilancio globale di cui all'articolo 14 dell'accordo di Parigi, previsto nel 2023.
Nel proporre il nuovo traguardo dell'Unione in materia di clima per il 2040, il regolamento indica che la Commissione europea dovrà terrà conto degli elementi seguenti:
- le migliori e più recenti evidenze scientifiche disponibili, comprese le ultime relazioni dell'Ipcc e del comitato consultivo;
- l'impatto sociale, economico e ambientale, compresi i costi dell'inazione;
- la necessità di assicurare una transizione giusta e equa sul piano sociale per tutti.
Oltre a introdurre un "bilancio di gas serra” ancora disponibile per l’Ue, quale strumento quantitativo per definire l'obiettivo al 2040.
Tra le altre novità introdotte dal Parlamento alla proposta di regolamento, è prevista l’istituzione di un comitato consultivo scientifico europeo sui cambiamenti climatici a norma dell'articolo 10 bis del regolamento (Ce) n. 401/2009 istitutivo dell’Agenzia europea per l’ambiente. Il Comitato sarà punto di riferimento per l'Unione sulle conoscenze scientifiche connesse ai cambiamenti climatici in virtù della sua indipendenza e delle sue competenze scientifiche e tecniche.
Inoltre, il Regolamento adottato invita ciascun Stato membro a istituire a sua volta un organo consultivo nazionale sul clima, responsabile di fornire consulenza scientifica di esperti sulla politica climatica alle competenti autorità nazionali.
Con l’adozione dello stesso testo da parte del Consiglio dell’Unione europea, prevista entro breve, il Regolamento avrà valore di legge e sarà obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri dopo venti giorni dalla sua pubblicazione.
Al fine di rendere operative la maggior delle misure previste al 2030, la Commissione prevede di presentare una serie di proposte il 14 luglio 2021.
Il tema migrazioni nelle conclusioni del Consiglio europeo del 24-25 giugno
Oltre alla ricognizione dei progressi nella gestione della Covid-19 e delle misure di ripresa economica, il Consiglio europeo nella seduta del 24-25 giugno ha in particolare discusso il tema migrazioni. La valutazione generale è che le misure adottate dall'Ue e dagli Stati membri negli ultimi anni hanno ridotto i flussi irregolari complessivi, ma gli sviluppi su alcune rotte destano grave preoccupazione e richiedono una vigilanza costante e azioni urgenti.
In risposta alle criticità rilevate, il Consiglio ha espresso nei confronti della Commissione e dell’Alto rappresentante, indirizzi atti a:
- rafforzare immediatamente le azioni concrete condotte con i Paesi di origine e di transito prioritari, offrendo sostegno tangibile nei loro confronti;
- presentare, nell'autunno 2021, piani d'azione per i Paesi di origine e di transito prioritari indicando obiettivi chiari, ulteriori misure di sostegno e tempistiche concrete, in stretta cooperazione con gli Stati membri;
- utilizzare nel miglior modo possibile almeno il 10% della dotazione dell’Ndici (Strumento finanziario di vicinato, sviluppo e cooperazione internazionale), nonché finanziamenti a titolo di altri strumenti pertinenti, per le azioni connesse alla migrazione.
Il Consiglio dichiara la sua posizione di condanna e respingimento di qualsiasi tentativo da parte di Paesi terzi di strumentalizzare i migranti a fini politici.
di Luigi Di Marco