Rubrica: Europa e Agenda 2030
Una buona notizia: nel 2023 emissioni di gas serra in Ue diminuite per oltre l’8%
Settimana 28/10-3/11. Incoraggianti progressi nelle azioni per il clima, ma servono azioni più incisive per prevenzione, adattamento e impegno globale. Rafforzare la preparazione a minacce e rischi. Allargamento dell’Ue.
Il 31 ottobre, la Commissione europea ha pubblicato la relazione sul progresso dell’azione per il clima dell’Unione, mettendo in evidenza con soddisfazione il risultato che le emissioni nette di gas a effetto serra dell'Ue sono diminuite dell'8,3% nel 2023 rispetto al 2022. Si tratta del miglior risultato conseguito nella serie storica ad eccezione del 2020, quando il Covid-19 ha portato a riduzioni delle emissioni del 9,8%.
Le emissioni nette di gas a effetto serra sono ora inferiori del 37% rispetto ai livelli del 1990, mentre il Pil è cresciuto del 68% nello stesso periodo, dimostrando il continuo disaccoppiamento tra emissioni e crescita economica. La strada per raggiungere il 55% al 2030, rispetto al 37% del 2023, è però ancora molto impegnativa.
In particolare, sono state le emissioni degli impianti elettrici e industriali coperti dal sistema di scambio di quote di emissione dell'Ue a registrare il calo record del 16,5% nel 2023, mentre più contenute sono state le diminuzioni di emissioni per settore edilizio (circa il 5,5%), agricole (del 2%) e trasporti (meno dell’1%).
Importante segnalare anche che la Commissione europea riporta il dato che i pozzi naturali di assorbimento del carbonio dell'Ue sono aumentati dell'8,5% nel 2023, invertendo la tendenza al ribasso dell'ultimo decennio nel settore dell'uso del suolo.
La Relazione valuta anche i progressi sul fronte dell’adattamento ai cambiamenti climatici e insiste sulla necessità di intraprendere ulteriori e urgenti azioni, evidenziando che l'ultimo anno ha visto anche eventi più catastrofici e maggiori perdite di vite umane e mezzi di sussistenza rispetto al passato, spinti dall’evoluzione dei cambiamenti climatici. Nel 2023 l'Europa ha registrato i più grandi incendi mai registrati, uno degli anni più piovosi di sempre, grandi ondate di calore marine, inondazioni devastanti diffuse e un continuo aumento delle temperature. La Commissione richiama la propria comunicazione di marzo 2024 sulla gestione dei rischi climatici, sulla base scientifica della valutazione europea dei rischi climatici dell’Agenzia europea per l’ambiente, sottolineando che l'esposizione ai cambiamenti climatici deve essere presa in considerazione a tutti i livelli di governance nella definizione delle priorità politiche e in tutte le politiche settoriali.
Evidenziando il fatto che le emissioni globali non hanno ancora raggiunto il picco, la Commissione esprime preoccupazione per il peggioramento futuro della situazione climatica e sottolinea dunque che l’Ue prosegui nel suo impegno internazionale, a partire dalla Cop 29 sul clima, per garantire che anche i nostri partner internazionali intraprendano le azioni necessarie, rilanciando i risultati conseguiti alla Cop 28 con l’impegno a conseguire entro il 2030 la triplicazione della capacità di energia rinnovabile e il raddoppio del tasso medio annuo di miglioramenti dell'efficienza energetica a livello mondiale, il cui impegno risulta consolidato sia nel quadro del G7 che in sede Onu con il Patto sul futuro.
Tra le altre novità della settimana scorsa si segnala, in particolare, la presentazione il 30 ottobre dell’attesa relazione di Sauli Niinistö per rafforzare la preparazione e la prontezza civile e militare dell’Europa. Ursula von der Leyen ha accolto la Relazione con una sua breve dichiarazione in cui, commentando a caldo gli eventi climatici disastrosi in corso a Valencia, ha messo in evidenza la necessità di cambiare la nostra mentalità. La preparazione deve diventare parte della logica sottostante a tutte le nostre azioni e affrontare l'intero spettro di minacce e rischi.
Sempre il 30 ottobre è stato inoltre adottato dalla Commissione europea il pacchetto annuale sull’allargamento dell’Unione, in cui sono presentate valutazioni dettagliate della situazione e dei progressi compiuti da Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia, Georgia, Repubblica di Moldova, Ucraina e Turchia lungo il cammino verso l'adesione all’Ue, accompagnate da raccomandazioni e orientamenti sulle priorità a livello di riforme.
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di Luigi Di Marco