Rubrica: Voci dal territorio
Buone pratiche: da ex edificio pubblico a spazio culturale, l’esempio del Malpighi hub
Ad Arezzo un’opera di rigenerazione urbana ha portato alla creazione di uno luogo vivo, fatto di cultura e partecipazione. Un punto di riferimento per tanti quartieri oggi lontani dalle dinamiche dei centro-città.
Quella del Malpighi hub è una storia di rigenerazione urbana e innovazione sociale. Situato tra via Malpighi e via Fiorentina, nel cuore di un quartiere popolare di Arezzo che ospita 99 famiglie, lo spazio è oggi un punto di riferimento per adulti e giovani generazioni. Per anni l’edificio, di circa 400 metri quadrati, ha ospitato prima una scuola, poi la sede di una circoscrizione comunale, fino a restare inutilizzato.
La svolta è arrivata nel 2020, quando l’associazione "Arezzo che spacca", in collaborazione con il Comune, ha preso in gestione gli spazi con l’obiettivo di creare un centro giovanile che fosse al contempo sede operativa e luogo per eventi culturali. Nel 2021, superata la pandemia, le attività hanno preso il via. Alla prima realtà si è affiancata anche l’associazione “Farrago Aps”, dando avvio a una co-gestione dello spazio che ha favorito la nascita di eventi, laboratori e attività rivolte all’intera cittadinanza.
“Siamo due realtà con linguaggi diversi, il cinema da una parte e la musica dall’altra, ma ci accomuna una stessa visione: usare la cultura come strumento di inclusione, partecipazione e trasformazione sociale. Lavorare insieme, mantenendo ognuno la propria identità, ci ha permesso di costruire uno spazio che non è solo un contenitore di eventi, ma un luogo vivo, capace di generare relazioni, formazione, occasioni concrete per ragazzi e ragazze. È questo che ha dato forma all’anima del Malpighi hub: un centro culturale ibrido, aperto, accessibile, nato nel cuore di un quartiere spesso dimenticato, e diventato punto di riferimento per tutta la città”, hanno raccontato i promotori Enrico Giustini e Patrick Ferrara, delle associazioni di Farrago Aps e Arezzo che spacca.
Dal salone utilizzato per concerti live e spettacoli di stand-up comedy, fino alle proiezioni cinematografiche, le attività del Malpighi hub si sono sviluppate in modo variegato, mantenendo sempre una forte connessione con il territorio. L’evento di punta è così diventato il Malpighi festival, che si svolge all’esterno della struttura, in un parco urbano circondato dalle case popolari del quartiere. Un evento nato dal basso, che ha portato arte e cultura in un quartiere periferico spesso escluso dalle programmazioni ufficiali. Il Malpighi festival, la cui prossima edizione è prevista nel 2026, si articola in tre giorni: il primo è pensato come una festa di comunità, intima e rivolta agli abitanti della zona; gli altri due aprono a una dimensione più ampia, con concerti, talk, laboratori, mostre e corsi di formazione.
“Viviamo in una città spaccata in due – hanno continuato i promotori – ma la nostra forza è stata partire dal tessuto locale. Alla base delle nostre attività c’è un modello di partecipazione attiva: volontari e volontarie curano la programmazione, gestiscono gli spazi e fanno rete con le realtà locali. Il Malpighi è così diventato un vero ecosistema urbano: portare più di 50 persone a un evento in questo contesto, ad Arezzo, non era affatto scontato. Eppure ci sono riusciti”.
In questo progetto gli aspetti della rigenerazione urbana e dell’innovazione sociale si muovono su due binari: formazione e acquisizione di nuove competenze. Un'opera di riqualificazione del quartiere che va in pieno contrasto con il periodo che viviamo, in cui si rendono più attrattivi i centro-città dimenticandosi spesso delle periferie.
Nel 2024, proprio in virtù del lavoro svolto sul tessuto locale nei quattro anni di operatività, il Malpighi hub è stato riconosciuto come Centro giovani del Comune di Arezzo, consolidandosi ulteriormente come punto di riferimento per la creatività e la partecipazione giovanile locale. Tuttavia, nonostante il successo, il progetto si trova oggi ad affrontare una delicata fase di transizione. Da settembre l’hub sarà trasferito in un altro spazio comunale, con il contributo e il sostegno dell’amministrazione. Una prospettiva che ha generato rammarico, soprattutto tra gli abitanti del quartiere, che nel tempo hanno riconosciuto nel centro un presidio culturale e sociale di valore unico.
“In queste ultime settimane abbiamo sentito davvero il calore della comunità – hanno infine tenuto a sottolineare Ferrara e Giustini -. Le persone si sono fatte vive spontaneamente per chiederci cosa accadrà, per esprimere vicinanza e per raccontarci quanto il Malpighi sia diventato parte della loro vita. Dal centro diurno al circolo degli anziani, dai genitori che hanno partecipato ai laboratori con i figli ai giovani coinvolti nei progetti, tutti ci hanno fatto sentire che questo spazio non è più solo nostro: è di chi lo ha vissuto e trasformato insieme a noi”.
Ora la sfida sarà quella di non disperdere il patrimonio di relazioni, esperienze e competenze costruito in questi anni, cercando di preservare, in piena sinergia con l’amministrazione, lo spirito del progetto anche al di fuori degli spazi che lo hanno visto nascere.
Questo progetto editoriale esplora le buone pratiche di sostenibilità in Italia, raccontando iniziative virtuose di imprese, comunità e istituzioni che affrontano le sfide ambientali, economiche e sociali. L’obiettivo è ispirare il cambiamento e promuovere una cultura della sostenibilità basata su collaborazione, resilienza e responsabilità condivisa, mostrando come ogni azione possa contribuire a una trasformazione su scala nazionale e globale. Per proporre nuove storie di sostenibilità scrivere a ivan.manzo@asvis.net.