Approfondimenti
"Provaci ancora, Sam!”, un’alleanza cittadina per il successo formativo ed educativo
di Paolo Bianchini, Elena Cappai, Valeria Lucatello, Oscar Eugenio Maroni, Francesca Repetto, Marina Sutelli e Giovanni Tamietti
Un'iniziativa per accompagnare i giovani nel percorso scolastico, contrastando la dispersione scolastica e garantendo l’inclusione, attraverso la co-progettazione, l'inter-professionalità e spazi di riflessione e dialogo.
24 aprile 2023
IL SEGUENTE RACCONTO FA PARTE DELL'INIZIATIVA "SCUOLE E TERRITORIO: STORIE DI CONNESSIONI"
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Il progetto “Provaci ancora, Sam!” (d’ora in poi Pas) è un’alleanza cittadina che coinvolge a Torino le scuole, le organizzazioni del territorio, le Istituzioni e le famiglie affinché ragazzi e ragazze dai 9 ai 18 anni possano conseguire il successo formativo e contrastare la dispersione scolastica.
Gli obiettivi sono accompagnare i giovani nel delicato passaggio tra scuola primaria e scuola secondaria di primo grado, garantire l’acquisizione delle competenze irrinunciabili del primo ciclo di istruzione, sostenere l’inclusione di tutte le alunne e tutti gli alunni del gruppo classe e supportare il recupero educativo-formativo dei minori con particolari difficoltà. Tutto questo favorendo l’integrazione tra la realtà scolastica ed extrascolastica, tra docenti e operatori e operatrici del contesto scuola e creando condizioni di dialogo costante anche con le famiglie, facilitando la co-progettazione e l’integrazione fra professionalità per assicurare l’apprendimento delle competenze di base, socio-emotive e di cittadinanza, anche sperimentando nuovi modelli di didattica.
Per raggiungere gli obiettivi illustrati sopra è necessaria e di fondamentale importanza una stretta collaborazione tra i soggetti istituzionali che sostengono l’iniziativa: gli Assessorati all’Istruzione e alle Politiche sociali della Città di Torino, l’Ufficio scolastico Regionale per il Piemonte, la Fondazione Compagnia di San Paolo, la Fondazione Ufficio Pio, la Fondazione per la scuola della Compagnia di San Paolo. È anche grazie ad una partnership stabile e di lungo periodo che il progetto è attivo da più di trent’anni. La collaborazione tra più Istituzioni e il lavoro congiunto e in sinergia con associazioni e organizzazioni operative sul territorio della Città di Torino crea le condizioni per costruire processi di apprendimento per bambini e bambine, ragazzi e ragazze, che tengano conto delle loro storie e possano offrire spazi di ascolto e di espressione di sé, rafforzando l’autostima, favorendo il successo scolastico e l’inclusione, nella logica più generale di contrasto alla dispersione.
Il progetto nell’anno 2021/2022 ha coinvolto, nella Città di Torino, 37 scuole, 20 associazioni e ha lavorato con 198 classi tra primaria e secondaria coinvolgendo circa 4mila allieve/i. Il numero di classi è aumentato molto negli ultimi due anni perché con l’avvio della sperimentazione “Pas per tutti” in tre Istituti sono state coinvolte tutte le classi quarte e quinte della scuola primaria e tutte le prime, seconde e terze della scuola secondaria di primo grado. Negli ultimi anni sono anche aumentati gli Istituti che chiedono di partecipare al progetto: si è passati da 31 scuole nell’a. s. 2015-2016 alle attuali 37. Gli allievi di origine straniera nelle classi Pas sono il 27% degli allievi totali, in leggero aumento rispetto agli anni precedenti. È anche aumentato il numero di allievi con bisogni educativi speciali: nell’anno scolastico 2021/2022 sono stati il 21% della popolazione Pas.
Il Pas costituisce un modello metodologico-didattico flessibile, adattabile ai vari contesti di scuola e basato sulla co-progettazione (triennale di Istituto) e co-programmazione (annuale per ogni classe) inter-professionale tra docenti ed educatori delle organizzazioni territoriali. Questo consente di sperimentare risposte educative e formative ai nuovi bisogni delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi, e di sviluppare processi di insegnamento-apprendimento inclusivi e innovativi finalizzati al potenziamento delle competenze di base, socio emotive e di cittadinanza, valorizzando le peculiarità di ciascuna/o. Il metodo comprende anche una forte continuità tra scuola ed extrascuola e un impianto consolidato di formazione ed accompagnamento.
Il Pas ha fatto dell’inter-professionalità tra educatori e insegnanti un caposaldo del suo modo di intendere la lotta all’insuccesso e alla dispersione. Negli anni le scuole di Torino si sono aperte e hanno compreso l’utilità della collaborazione con altre figure professionali nel rispetto di ruoli e funzioni, ma con una disponibilità alla contaminazione reciproca.
Il lavoro complesso, ma ricco di integrazione professionale, tra insegnanti ed educatori, contempla la capacità di lasciarsi permeare dal punto di vista dell’altro senza perdere il proprio e una certa curiosità verso la costruzione di una strada comune fatta sia di letture che di messa in campo di strategie didattiche motivanti che possano coinvolgere tutti gli alunni della classe, anche quelli più in difficoltà.
Sempre più docenti, infatti, hanno l’impressione di non riuscire più da soli a svolgere il proprio lavoro formativo ed educativo in classe a causa dei crescenti malesseri e difficoltà manifestate dagli alunni. La presenza degli educatori in classe alcune ore a settimana e l’opportunità di “com-prendere” i propri alunni con sguardi e strumenti arricchiti, di co-progettare attività e ridefinire spazi e tempi di una didattica prevalentemente laboratoriale, condividendo pensieri e responsabilità, è stata via via percepita come una potente e – spesso attraente – risorsa e opportunità dalla maggior parte degli insegnanti coinvolti nel Pas.
Prevenire la dispersione scolastica in un mondo complesso e in trasformazione come quello odierno non è un lavoro che possa essere fatto basandosi semplicemente sulla buona volontà. Esso necessita senza dubbio delle competenze acquisite in appositi percorsi di studio, ma anche di un processo di formazione continua basato sulla rielaborazione delle esperienze fatte sul campo, più ancora che dell’acquisizione di saperi teorici nuovi, che risultano utili solo se poggiati su bisogni e obiettivi concreti.
Oggi le competenze e la consapevolezza del proprio ruolo da parte degli educatori e delle educatrici che lavorano nel Pas, dentro e fuori la scuola, sono molto cresciute grazie alla creazione di setting formativi e riflessivi attenti ai loro bisogni. Proprio la crescita dei saperi professionali teorici e pratici degli educatori, anche se non ancora compiutamente riconosciuta a livello normativo e ancor più occupazionale, ha permesso al progetto di investire nell’inter-professionalità, oggi ritenuto uno strumento imprescindibile di inclusione non solo scolastica ma anche sociale a livello nazionale.
È infatti ormai emerso da tempo, nelle diverse esperienze progettuali nazionali, e in particolare nel Pas, la necessità di svolgere una “manutenzione” delle professionalità coinvolte attraverso la creazione di momenti in cui si sospende l’azione e si riflette su ciò che si fa attraverso un confronto e uno scambio circolare non valutante. Infatti, qualsiasi attività professionale che prevede un lavoro educativo e di cura all’interno della relazione con l’altro necessita di un supporto dell’identità personale e professionale di chi opera. In particolare, insegnanti ed educatori per lavorare al meglio hanno bisogno di dedicare tempo a riflettere su ciò che fanno. Per questo motivo, negli anni si sono strutturati all’interno del progetto spazi di accompagnamento e riflessione formativa per tutti gli istituti comprensivi della Città, anche in connessione con i Servizi sociali territoriali, in cui dare la possibilità a chi opera sul territorio di connettere ciò che vive con ciò che fa, generando un capitale umano e professionale di pensieri e pratiche.
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Accanto a questi spazi da sempre il Pas prevede una formazione specifica di carattere laboratoriale, partecipativo e innovativo, anche dal punto di vista digitale, che coinvolga insieme educatori e insegnanti del primo ciclo di istruzione. Ogni anno, in base ai bisogni che docenti ed educatori hanno maturato nel corso dell’anno scolastico, vengono organizzati e offerti una serie di moduli formativi ai quali le equipe inter-professionali di ogni scuola si iscrivono.
Tala formazione può e deve riunire la riflessione sull’operare concreto con bambini e ragazzi in termini di cura della relazione educativa e, insieme, di grande attenzione alla didattica e alla costruzione di contesti di apprendimento tesi a garantire conoscenze e competenze irrinunciabili, perché sono inseparabili lo stare bene a scuola e l’imparare.
Grazie alla sua vocazione sperimentale e sempre attenta all’innovazione educativa e didattica, il progetto ha anche originato la gemmazione di attività formative all’interno dei percorsi formativi attivati dal Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino:
⁃ un corso semestrale in “Educatore scolastico” (18 ore di lezione + 30 ore di tirocinio) presso il Corso di laurea in Educazione professionale, aperto a studenti universitari ed educatori del Pas (in qualità di uditori), con l’obiettivo di fornire strumenti per lavorare nella scuola sin dal percorso accademico di base degli educatori;
⁃ un master annuale di I livello in "Esperto nei processi educativi e didattici a scuola” (Espeda), inteso a sostenere insegnanti in ruolo, aspiranti docenti ed educatori, mettendoli in condizione di operare in maniera sempre più consapevole, autonoma, educativamente incisiva e inclusiva, oltre che ispirata ai principi del lavoro interprofessionale. È importante segnalare che le 100 ore di tirocinio vengono svolte nelle classi in cui è attivo il Pas e che nella supervisione sono coinvolte alcune figure di riferimento del progetto.
Un’altra caratteristica peculiare del Pas è la continuità tra scuola ed extrascuola, sia durante l’anno scolastico che nel periodo estivo. L’extrascuola ha rappresentato e rappresenta un fondamentale spazio di “aggancio” per molti ragazzi e famiglie. Il carattere informale dell’extrascuola, fortemente dialogico e anche ludico, si è potuto trasformare, grazie al confronto e alla co-programmazione tra docenti ed educatori, in elemento di traino per rendere possibile la continuità del lavoro scolastico e il rinforzo motivazionale. Nel periodo estivo è attivo dal 2020 il progetto “Sam non va in vacanza”, un vero e proprio “ponte” tra anni scolastici. Rivolto alle allieve ed allievi delle classi del Pas, ha come obiettivo quello della continuità del percorso formativo. Le attività svolte sono importanti perché danno ai partecipanti la possibilità di socializzare, di divertirsi e sono un momento di crescita e di recupero di apprendimenti oltre ad una soluzione per i genitori per conciliare lavoro e famiglia.
Un elemento di metodo particolarmente efficace del progetto è il Coordinamento dei dirigenti scolastici delle scuole aderenti al progetto Pas, ovvero uno spazio di riflessione e dialogo tra governance interistituzionale e governance della scuola formato da una rappresentanza di dirigenti e da una rappresentanza delle istituzioni partner, guidato da una dirigente tecnica dell’Ufficio scolastico Regionale. Tale Coordinamento si riunisce periodicamente per discutere lo status quo delle azioni, le criticità emerse, le proposte di evoluzione e per proporre all’assemblea plenaria dei dirigenti scolastici possibili direzioni di lavoro. Si tratta di uno spazio di analisi e crescita professionale, i cui esiti si pongono in maniera dialogica con gli organismi di governance istituzionale. I dirigenti si confrontano sulle modalità di attuazione del progetto: l’integrazione con il Piano triennale dell’offerta formativa, la condivisione con le famiglie, il coinvolgimento degli educatori nei consigli di classe, le modalità di acquisizione del loro sguardo valutativo affinché diventi utile per la valutazione, l’estensione della metodologia ad altre classi/progettualità. Ne deriva il costituirsi di una comunità di pratiche di governance, che crea relazioni e sinergie e tende a qualificare le scuole Pas come scuole che si guardano e si parlano, attente alle fragilità educative, indipendentemente dalla sede di iscrizione degli studenti.
Il racconto di un’esperienza Nell'esperienza dell’Istituto Comprensivo Gino Strada di Torino (ex via Ricasoli), il “Provaci ancora, Sam!” è un’attività consolidata del Piano dell’offerta formativa, che permette di superare il concetto di progetto (come tanti, forse troppi, nella scuola) per farlo diventare attività strutturata e strutturante mirata al raggiungimento degli obiettivi generali del successo formativo. Il Pas è infatti presente nell’Istituto da più di un decennio. Questa costanza d’intervento ha permesso non solo di trovare supporto alle situazioni di classi a maggior rischio dispersione e/o educativo, ma soprattutto di sviluppare una coprogettazione e corresponsabilità con le associazioni coinvolte, superando anche i confini dell’orario scolastico. In particolare nella scuola secondaria di primo grado Rosselli è stato possibile, attraverso il coinvolgimento delle associazioni inserite nel Pas, attivare laboratori pomeridiani con un grande riscontro da parte degli alunni e delle famiglie. In questo tempo, oltre la scuola curricolare, chiamato “Dopo le Due”, l’esperienza del Pas ha permesso di sviluppare quel capitale di progettualità e professionalità, capace di interloquire con la scuola e in grado di catalizzare diverse realtà territoriali del terzo settore nei diversi ambiti (cultura, arte e sport). |
Dal punto di vista dell’Ente locale il Pas rappresenta un’esperienza particolare sia per i processi che ha innestato sia per gli strumenti di cui si è dotato.
In termini di processi il Comune, grazie alla partecipazione a tutte le fasi e alle attività previste dal progetto (governance, accompagnamento, monitoraggio, ecc.), ha maturato un ruolo positivo e proattivo verso i partner e al proprio interno, sviluppando una forte ownership. Un senso di appartenenza e di identità comunitaria che negli anni si sta orientando nel riconoscere il progetto quale “bene comune”. Un bene dei singoli e della città, un bene delle comunità educanti e un patrimonio da mettere a disposizione di altre comunità.
Anche l’impegno dell’Ufficio scolastico Regionale per il Piemonte, che ha tra i propri obiettivi garantire il successo formativo degli studenti, ridurre le diseguaglianze, colmare i gap di apprendimento, contrastare con azioni di sistema la dispersione scolastica, esprime pienamente il valore di un’istituzione che si fa comunità educante in un ecosistema competente, innovativo, inclusivo. La Fondazione Compagnia di San Paolo, la Fondazione per la Scuola e la Fondazione Ufficio Pio, in quanto organizzazioni filantropiche private che agiscono nella società civile secondo il principio di sussidiarietà, hanno contribuito a consolidare un “dispositivo” d’avanguardia, in cui viene agita positivamente la collaborazione pubblico-privato per finanziare azioni complesse conformi al comma II dell’art. 3 della Costituzione.
I processi trasformativi possono avere esiti positivi e di successo solo se beneficiano di tempi adeguati e di “sicurezze”. In tal senso anche le scelte amministrative, condivise nell’ambito della partnership del “Provaci ancora, Sam!”, hanno concretizzato e reso evidente il concetto di continuità, garantita in questo caso da un Protocollo d’intesa triennale (con valenza di accordo territoriale) che definisce la cornice progettuale e di senso entro cui tutti gli attori si impegnano ad agire. Un orizzonte temporale che, ad ogni triennio, offre sia sviluppi innovativi e sperimentali, orientati a rispondere all’evoluzione dei bisogni, sia garanzie di continuità e di respiro temporale.
Pertanto, il successo del Pas è determinato anche dalla solidità amministrativa condivisa responsabilmente tra tutti i partner. Ed è grazie a questa “solidità” che trova forma e sostanza il principio di sussidiarietà orizzontale, agita da ogni soggetto consapevolmente e non solo per ciò che è di propria competenza.
“Provaci ancora, Sam!” mette la scuola al centro dell’azione di contrasto della dispersione scolastica. L’adesione al progetto esprime la necessità di attivare processi di presa in carico educativa e formativa ampia degli studenti a rischio dispersione scolastica, cui la scuola non può far fronte da sola. Essa può rispondere al mandato che le è proprio nella misura in cui non si chiude all’interno delle sue (pur virtuose) dinamiche, ma riconosce la valenza educativa e formativa delle altre professionalità in dialogo con la gioventù e delle risorse presenti sul territorio. In questo senso, si può affermare che la scuola è protagonista della rete di interventi, nella misura in cui non abdica al suo compito educativo, ma ne consente il dipanarsi in accordo e sinergia con altre voci, in modo che l’apprendimento formale e non formale, insieme all’educazione alla cittadinanza, divengano il centro di sguardi adulti di un territorio, uniti dall’azione di accompagnamento degli studenti nella loro crescita personale.
Autori
Paolo Bianchini, referente scientifico Pas, Università di Torino
Elena Cappai, coordinamento tecnico Pas - Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte
Valeria Lucatello, referente scientifico Pas
Oscar Eugenio Maroni, dirigente scolastico IC Gino Strada Torino
Francesca Repetto, Missione Educare per crescere insieme – Fondazione Compagnia di San Paolo
Marina Sutelli, coordinamento tecnico Pas - Comune di Torino
Giovanni Tamietti, coordinamento tecnico Pas – Fondazione per la Scuola
Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti.