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L’ASviS pubblica il Quaderno sulla transizione digitale alla luce dell’Agenda 2030
Contribuire ad orientare la transizione digitale a servizio degli SDGs, nel nuovo quadro normativo europeo: questa la finalità del nuovo documento elaborato dall’Alleanza. 16/7/21
La collana dei Quaderni dell’ASviS si arricchisce con una quarta pubblicazione, dal titolo “SDGital – La transizione digitale per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”, presentata in occasione del “Web marketing festival”, il Festival sull’innovazione sociale e digitale organizzato a Rimini dal 15 al 17 luglio. Il quaderno, curato da Elisabetta Cammarota, Alessandro Ciancio e Luigi Di Marco del Segretariato ASviS, avvalendosi della consultazione dei Gruppi di Lavoro dell’Alleanza, offre una lettura dell’insieme delle nuove strategie europee per la transizione digitale, con riferimenti al nostro quadro nazionale e alle principali scelte incluse nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.
L’analisi per Goal. Nella prima parte sono analizzati per ciascun Obiettivo di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 tutte le politiche in corso per la transizione digitale, a partire dal quadro europeo, riflettendo sulle opportunità e rischi su ciascun Goal, sulle sinergie e trade-off, e valutando le interconnessioni trasversali agli stessi. Se da una parte l’intento da parte degli organi europei di normare la digitalizzazione va avanti già da alcuni anni, la novità apportata dalla nuova presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in materia di transizione digitale è di identificare nell’Agenda 2030 la guida delle scelte di tutte le politiche dell’Unione, includendo dunque anche il digitale. Tutti gli aspetti relativi alle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Tic) sono direttamente collegati a tematiche sociali, economiche, lavorative, ambientali e istituzionali. Spesso l’assenza o il deficit di un solido sistema normativo che inquadri adeguatamente tutti questi aspetti può generare nuove disuguaglianze o aumentare la concentrazione di potere nelle mani di pochi attori privati. Per questo lo scopo del documento è di mettere in rilievo gli elementi di convergenza tra le varie tematiche affrontate all’interno dell’Agenda 2030 e le politiche europee per la transizione digitale, nell’intento di orientare l’implementazione dei provvedimenti già promulgati e la stesura di quelli futuri nella direzione più sostenibile possibile. L’auspicio è anche quello di creare uno strumento utile per le aziende che vogliono intraprendere percorsi di digitalizzazione perseguendo gli Obiettivi dell’Agenda 2030, una iniziativa già messa in campo dall’ASviS con il corso e-learning lanciato lo scorso mese di giugno 2021. In ultima battuta, il quaderno ha l’intenzione di informare e stimolare il dibattito, la partecipazione e la stesura di nuove proposte sui temi legati alle Tic da parte di organizzazioni della società civile, del mondo della scuola e dalle organizzazioni giovanili.
L’analisi quantitativa. Nella seconda parte viene invece fatta una indagine conoscitiva sulla posizione del nostro Paese in comparazione con la media europea rispetto alle tematiche del digitale, andando a approfondire la base conoscitiva necessaria per valutare criticità e punti di forza. Il capitolo offre una visione da un punto di vista quantitativo di quali sono gli avanzamenti, gli stalli e le retrocessioni legate al tema della digitalizzazione in Italia. La sezione è suddivisa in tre paragrafi. Il primo affronta il mondo del digitale a partire da tre grandi categorie, Cittadini, Imprese e Occupazione. L’intento è quello di descrivere le abitudini legate all’utilizzo della tecnologia da parte dei cittadini e di fornire un quadro d’insieme della relazione tra il mercato del lavoro e il digitale. Un dato significativo è per esempio quello legato alla percentuale di adulti in Italia che ha almeno un livello base di competenze digitali che nel 2019 rappresentava solo il 42% del totale: questo dato non migliora da cinque anni, sarebbe quindi importante raggiungere quota 70% entro il 2025. Il secondo paragrafo valuta la posizione dell’Italia e dell’Ue in relazione ai Target quantitativi stilati dalle istituzioni europee. L’ultimo paragrafo spiega in che cosa consiste il Digital economy and society index (Desi), riportando le posizioni occupate dall’Italia e dall’Europa in questo indice statistico. L’indice riassume gli indicatori che rispecchiano il progresso della transizione digitale nell’Unione e riporta l’evoluzione degli Stati membri in materia di competitività digitale.
di Milos Skakal