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Ue solidale: aprire ai profughi, chiudere al gas russo accelerando le transizioni
Settimana 28/2-6/3. Parlamento e Consiglio sulla crisi Ucraina. Commissione: accelerare le transizioni verde e digitale e assicurare la resilienza socio-economica, report sui Pnrr, guida fiscale. Manifesto delle regioni e delle città. 8/3/22
Le risposte dell’Ue all’aggressione russa contro l'Ucraina
Il Parlamento europeo si è riunito in plenaria il 1 marzo per adottare una risoluzione sull’aggressione della Russia all’Ucraina.
Condannando l’aggressione della Russia, il Parlamento ha indicato i seguenti principali indirizzi:
- esorta a proseguire gli sforzi diplomatici intesi a fermare l'aggressione russa contro l'Ucraina e a trovare una soluzione pacifica basata sul rispetto dei principi del diritto internazionale, come pure del diritto dell'Ucraina di decidere sulle future alleanze senza ingerenze esterne;
- ricorda alla Federazione russa i suoi obblighi internazionali e mette in guardia dai pericoli di un'escalation nucleare del conflitto;
- invita la Commissione e gli Stati membri a prestare un'assistenza umanitaria di emergenza supplementare all’Ucraina attivando la direttiva sulla protezione temporanea, al fine di garantire una protezione immediata a tutti i rifugiati provenienti dall’Ucraina con un’equa ripartizione tra Stati. In proposito invita tutti gli Stati membri ad ammettere l'ingresso di cittadini non ucraini in fuga dal conflitto e dalla guerra come obiettori di coscienza provenienti dalla Russia e di rispettare i diritti fondamentali di tutti i richiedenti asilo in cerca di protezione nell'Unione, indipendentemente dalla loro nazionalità, e di porre fine ai respingimenti. Nello specifico condanna il razzismo vissuto dagli studenti africani e mediorientali ai quali è stato impedito di salire a bordo di autobus e treni in Ucraina per raggiungere la frontiera o che sono stati bloccati alla frontiera, impedendo loro in tal modo di richiedere protezione;
- chiede che le sanzioni siano mirate a indebolire l’economia e la base industriale russe, includendo il blocco verso il sistema finanziario europeo, e chiede l’estensione delle stesse alla Bielorussia. In particolare chiede che siano limitate le importazioni delle più importanti merci di esportazione russe, tra cui petrolio e gas, che siano vietati nuovi investimenti dell’Ue nella Federazione russa e nuovi investimenti russi nell’Ue;
- sottolinea la necessità di mantenere un approccio coerente nei confronti delle sanzioni senza deroghe indotte da interessi settoriali o nazionali; ed in proposito evidenzia la necessità che gli Stati membri riconoscano e accettino che sanzioni severe nei confronti della Federazione russa comporteranno inevitabilmente effetti negativi sulla loro situazione economica e invita la Commissione a individuare e ad agevolare mezzi e modalità per affrontare le conseguenze economiche e sociali delle sanzioni;
- ribadisce i suoi precedenti inviti a ridurre in modo significativo la dipendenza energetica, in particolare dal gas, dal petrolio e dal carbone russi, diversificando le fonti energetiche, ampliando i terminali e le rotte di approvvigionamento del gas naturale liquefatto, aumentando l'efficienza energetica e la velocità della transizione verso un'energia pulita. Poiché le sanzioni possono avere un impatto specifico sui nuclei famigliari europei, invita gli Stati membri a elaborare piani e sussidi per le famiglie al fine di evitare l'aggravarsi della crisi energetica;
- invita gli Stati membri ad accelerare la fornitura di armi difensive all'Ucraina in risposta a esigenze chiaramente individuate e in linea con l'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, che consente l'autodifesa individuale e collettiva;
- condanna il ricorso alla guerra dell'informazione da parte delle autorità russe, dei media statali e dei mandatari per creare divisioni con contenuti denigranti e false narrazioni sull'Ue, la Nato e l'Ucraina, con l'obiettivo di creare negazioni plausibili riguardo alle atrocità russe;
- evidenzia la necessità di sostegno da parte dell’Ue e della Nato all’Ucraina in relazione ai rischi legati alla cybersicurezza;
- chiede il sostegno alla candidatura dell’Ucraina a entrare a far parte dell’Ue e l’avvio di un piano di assistenza e ricostruzione per l’Ucraina;
- esprimendo preoccupazione dell'occupazione e del controllo della centrale nucleare di Čornobyl da parte delle forze militari russe, chiede all’Agenzia internazionale per l'energia atomica di creare una task force speciale per monitorare le azioni russe con riguardo alla sicurezza dei siti, degli impianti e dei combustibili nucleari e invita le istituzioni dell’Ue a valutare l’impatto sull’ambiente generato dal conflitto;
Il Consiglio dell’Unione europea ha assunto una serie di misure diffuse tramite le dichiarazioni dell’Alto rappresentante dell’Ue (vedi elenco in rassegna - rif. Goal 17).
Il 4 marzo è stata adottata dal Consiglio la decisione di esecuzione che introduce una protezione temporanea a seguito dell'afflusso massiccio di persone in fuga dall'Ucraina a causa della guerra.
In relazione alla situazione energetica in Europa nel quadro del conflitto in Ucraina e delle sanzioni alla Russia, il Commissario europeo Kadri Simson, nel suo discorso al Comitato industriale del Parlamento europeo, ha esortato ad accelerare l'esame della proposta del 15 dicembre 2021, in cui la Commissione ha proposto una modifica del regolamento sulla sicurezza dell'approvvigionamento di gas, con misure mirate per coordinare meglio lo stoccaggio e consentire l'acquisto congiunto di scorte strategiche, oltre a rafforzare la solidarietà tra gli Stati membri.
Verso un'economia verde, digitale e resiliente, e altre Comunicazioni della Commissione
Il 2 marzo la Commissione ha adottato la Comunicazione verso un'economia verde, digitale e resiliente: il nostro modello di crescita europeo.
Riflettendo a caldo la situazione della guerra in Ucraina, la Comunicazione abbraccia con visione sistemica tutti i processi avviati con il Green Deal europeo, con la strategia per la trasformazione digitale, con il piano d’azione per il pilastro europeo dei diritti sociali, con le misure di ripresa e resilienza dal Covid-19, dichiarando che gli eventi delle ultime settimane e il rapido peggioramento del contesto geopolitico non dovrebbero distogliere la nostra attenzione dal perseguire i processi di trasformazione, e che al contrario, gli ultimi avvenimenti confermano la necessità di accelerare la trasformazione economica in corso.
La necessità di assicurare una resilienza sociale ed economica nel quadro delle nuove crisi geopolitiche spinge dunque a una più forte accelerazione dei processi già avviati della duplice transizione verde e digitale. La Commissione, ponendo in principio che la trasformazione economica verde e digitale può avere successo solo se è equa e inclusiva, precisa ulteriormente: affinché la transizione verde abbia successo, deve mettere le persone al primo posto e occuparsi di coloro che saranno più colpiti; per la transizione digitale enuncia che dobbiamo fare in modo che tutti possano partecipare attivamente e guadagnare da questa trasformazione.
E richiama in proposito la sua recente proposta di raccomandazione del Consiglio per assicurare una transizione equa verso la neutralità climatica del 14 dicembre 2021.
La Commissione espone come la trasformazione del nostro modello economico si basi su due pilastri ugualmente importanti: investimenti e riforme.
E parlando di riforme precisa che le stesse sono necessarie a tutti i livelli, per rimuovere gli ostacoli specifici agli investimenti, migliorare il funzionamento del mercato dei prodotti e del lavoro, modificare i modelli di produzione e di consumo e rafforzare la resilienza socio-economica.
Evidenzia l’importanza di rafforzare il mercato unico dell’Ue poiché la pandemia ha dimostrato che quando il mercato unico non funziona, tutti ne pagano il prezzo: i consumatori, l'industria e i servizi, le grandi imprese ma anche le molte Pmi della catena di approvvigionamento. Ed insiste su come sia vitale rendere operativa l’agenda europea delle competenze, quale condizione di sistema per attuare la duplice transizione e favorire un’occupazione di qualità. Enfatizza, inoltre, quanto già riportato nella dichiarazione di Porto: l'istruzione e le competenze devono essere al centro della nostra azione politica.
Un capitolo specifico è dedicato alla resilienza e alla preparazione a rispondere alle crisi: la diversificazione e l'apertura sono ingredienti chiave di un'economia europea resiliente. L'attuale instabilità geopolitica e l'accelerazione del cambiamento climatico dimostrano che gli Stati membri e le regioni che dipendono pesantemente da un insieme limitato di attività economiche o fornitori sono più esposti agli shock e più limitati nella loro capacità di reagire.
Vengono richiamate in proposito le iniziative collegate alla revisione della strategia industriale (vedi rubrica Europa del 10.5.21 - terzo paragrafo), tra cui l’appena pubblicato secondo report sulle dipendenze strategiche dell’Ue, la recente strategia per quadruplicare la capacità di produzione di semiconduttori in Ue, evidenziando come siano fondamentali solidi partenariati internazionali, alleanze industriali, importanti investimenti pubblici e privati sostenuti da quadri normativi adeguati.
La Commissione ripropone e analizza in alcuni dettagli il maggior sforzo al 2030 (e oltre) in investimenti addizionali per la transizione verde quantificati in 520 miliardi di euro/anno (390 miliardi di euro per obiettivi clima ed energia + 130 miliardi di euro per altri obiettivi ambientali) precisando che tali investimenti hanno alti benefici per la società e i costi della non azione sono molto più alti. Per la transizione digitale la quantificazione economica degli investimenti addizionali è di 125 miliardi di euro/anno al 2030. Sul tema educazione e competenze, la Commissione indica un fabbisogno addizionale di 48 miliardi di euro/anno in risorse pubbliche e private. La messa a disposizione di questa liquidità finanziaria dovrà trovare risposta anche nella revisione delle regole della governance finanziaria dell’Unione in corso di discussione.
La Commissione richiama il quadro finanziario pluriennale e il fondo per la ripresa e resilienza, illustrandone le relative potenzialità nel perseguire gli obiettivi enunciati. In proposito, contestualmente la Commissione ha pubblicato anche il primo report sull’implementazione del dispositivo di ripresa e resilienza. Nella media dei piani degli Stati membri, la destinazione del 50% dei fondi è dedicata alla transizione verde, il 28% circa alla trasformazione digitale. Le diverse quote sommano comunque una percentuale maggiore a 100 tra i diversi pilastri del dispositivo di ripresa e resilienza, poiché alcune misure finanziano diverse azioni contemporaneamente, dunque allo stesso tempo anche la crescita intelligente e sostenibile ha una quota del 50% circa, e la coesione sociale e territoriale supera il 40% dei fondi.
Anche la fiscalità avrà un ruolo chiave nel modello di crescita economica dell’Ue, ed è oggetto di approfondimento in una separata Comunicazione sulla guida fiscale per il 2023 adottata nella stessa seduta.
Ponendo a premessa il quadro incerto sul futuro economico determinato dalla guerra in Ucraina, evidenziata anche nella presentazione del Commissario Gentiloni, la Commissione si propone con quest’atto di guidare gli Stati membri nella preparazione dei loro programmi di stabilità e convergenza, fornendo alcuni principi generali per la progettazione delle politiche fiscali per il prossimo anno. La sfida resta la capacità di perseguire obiettivi di crescita sostenibile attraverso investimenti e riforme, assicurando la stabilità finanziaria.
Elemento determinante sarà anche la citata revisione della governance economica dell’Unione, in merito alla quale la Commissione annuncia che entro marzo pubblicherà i risultati della consultazione pubblica avviata lo scorso ottobre 2021.
Vertice di Marsiglia delle regioni e delle città
Si è tenuto a Marsiglia il 3 e il 4 marzo il vertice delle regioni e delle città. É stata adottata una dichiarazione di solidarietà nei confronti dell’Ucraina.
Atto centrale assunto durante il vertice è il manifesto “L’Europa comincia nelle regioni, nelle città e nei piccoli comuni” in cui i rappresentati di regioni, città e comuni reclamano l’adozione di un approccio dal basso al processo decisionale delle istituzioni europee che avvicinerà l’Unione ai cuori e alle menti dei cittadini e ripristinerà la loro fiducia nell’Ue e un rafforzamento del ruolo di rappresentanza del Comitato delle regioni e di capacità nel determinare le decisioni dell’Ue.
Con riferimento all’esperienza della Conferenza sul futuro dell’Europa, chiedono che si sviluppi un dialogo con i cittadini permanente e basato sul territorio, in quanto meccanismo partecipativo che collegherebbe meglio l’Ue alle realtà a livello locale, regionale e nazionale, garantendo risposte chiare alle idee e alle preoccupazioni che essi esprimono, in particolare coinvolgendo i giovani.
di Luigi Di Marco