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Piano europeo per la lotta contro il cancro: la salute in tutte le politiche
Settimana 1/2 -7/2 - Commissione Ue: prevenzione prioritaria nell’attuazione del piano . Comitato delle Regioni, pareri: agroecologia, ambiente, spazio ricerca, garanzia giovani, agenda competenze, cultura, strategia Rom. 08/2/21
La Commissione europea adotta il piano europeo per la lotta contro il cancro
La Commissione europea ha adottato il 3 febbraio il piano europeo per la lotta contro il cancro, già annunciato come priorità nel suo programma politico, parte integrante del Pilastro europeo dei diritti sociali, e nel quadro dell’Unione della salute.
Le premesse del piano sono le seguenti: nel 2020 a 2,7 milioni di persone nell'Unione europea è stata diagnosticata la malattia di cancro e altre 1,3 milioni di persone hanno perso la vita a causa di essa. Il cancro è una diagnosi individuale che ha impatti importanti sui pazienti, ma influisce anche gravemente sulla vita delle loro famiglie e amici. Oggi l'Europa rappresenta un decimo della popolazione mondiale, ma un quarto dei casi di cancro nel mondo. A meno che non intraprendiamo un'azione decisiva, le vite perse a causa del cancro nell’Ue aumenteranno di oltre il 24% entro il 2035, diventando la principale causa di morte nell'Ue. Si stima che l'impatto economico complessivo del cancro in Europa superi i 100 miliardi di euro all'anno.
Il piano è concepito con un approccio multistakeholder con capacità di visione trasversale di “salute in tutte le politiche”: dall'occupazione all'istruzione fino alla politica sociale e all'uguaglianza, passando per commercio, agricoltura, energia, ambiente, clima, trasporti, politica di coesione e fiscalità.
Sia la transizione ecologica del Green deal europeo, che la transizione digitale sono di fatto coinvolte nel programma, quali strumenti sinergici e attuativi del piano.
La Commissione punta in particolare sull’innovazione digitale valutando che la cura del cancro è una delle principali aree di malattia che trarranno vantaggio dalla strategia digitale europea. Lo Spazio europeo dei dati sulla salute (Ehds), che sarà proposto nel 2021, consentirà ai malati di cancro di accedere in modo sicuro e condividere i propri dati sanitari in un formato integrato nelle cartelle cliniche elettroniche tra operatori sanitari e oltre confine nell’Ue. Oltre alla digitalizzazione dei dati sanitari, l'uso combinato di nuove tecnologie come l'intelligenza artificiale e il calcolo ad alte prestazioni può aiutare a elaborare rapidamente grandi quantità di dati sanitari e sostenere lo sviluppo di meccanismi di screening più mirati.
Al piano è collegata la mission di ricerca sul cancro nell’ambito del programma Horizon Europe.
La struttura del piano per il cancro prevede quattro specifiche aree d’azione: 1) prevenzione; 2) diagnosi precoce; 3) diagnosi e trattamento; 4) qualità della vita dei pazienti e sopravvissuti.
- Partendo dall’assunto che la prevenzione è più efficace che la cura e che il 40% dei casi di malattia di cancro può essere prevenuto, una parte estesa del piano è dedicata a una serie articolata di azioni per la prevenzione. Anzitutto migliorando la diffusione della conoscenza sul rischio del cancro e i suoi determinanti, aggiornando il codice europeo contro il cancro e fissando l’obiettivo al 2025 che l’80% della popolazione ne conosca i contenuti. Azioni mirate riguardano la sfera dei comportamenti individuali, attraverso la riduzione del tabagismo a meno del 5% al 2040 dal 25% attuale attraverso l’iniziativa “Generazione libera dal tabacco”, e un minor consumo di alcolici - definendo un target minimo del 10% al 2025 di consumo dannoso per la salute. Azioni strutturali per migliorare diete salutari e attività fisica, agendo attraverso l’informazione, una diversificazione dell’Iva per cibo più sano - frutta e verdura, azioni per affrontare la commercializzazione e la pubblicità di prodotti legati al rischio di cancro. Oltre ad azioni mirate alla riduzione dell’obesità infantile, la promozione attraverso la scuola e le refezioni scolastiche. La strategia dal produttore al consumatore (from farm to fork), prevede un’azione sulle diete salutari che integra le predette misure.
L’ambiente è considerato responsabile di 250mila decessi prematuri ogni anno per cancro nell’Ue. Poiché i determinanti principali sono nell’inquinamento, è prevista in particolare l’adozione di una nuova direttiva nel 2022 in cui i livelli massimi di riferimento degli inquinanti dell’aria saranno meglio allineati con i parametri raccomandati dall’Oms, nel quadro complessivo dell’azione del Green deal europeo obiettivo “inquinamento zero”, e con le azioni per la mobilità sostenibile, con particolare riferimento alle applicazioni nelle aree urbane.
La Commissione proporrà d’introdurre e rialzare i limiti alle concentrazioni di determinati inquinanti nelle acque superficiali o sotterranee che potrebbero contribuire all'incidenza del cancro, anche attraverso il consumo di pesce e crostacei.
Inoltre, poiché il 52% dei decessi professionali annuali nell'Ue può essere attribuito a tumori legati al lavoro, nel piano 2021-2027 sulla salute e sicurezza sul lavoro saranno introdotte nuove misure di prevenzione e di riduzione dell’esposizione dei lavoratori. - La diagnosi precoce sarà attuata attraverso un accesso alla diagnostica universale, ponendo come obiettivo che al 2025 il 90% della popolazione dell'Ue che soddisfa i requisiti per lo screening del tumore al seno, del tumore del collo dell'utero e del tumore del colon-retto abbia la possibilità di sottoporvisi. Il programma sarà sostenuto da finanziamenti dell'Ue e sarà volta ad apportare miglioramenti in tre aree chiave: accessibilità, qualità e diagnostica.
- Per assicurare alti standard per tutti nella cura del cancro, da qui al 2030 il 90% degli aventi diritto dovrebbe avere accesso a centri nazionali integrati di cancerologia facenti parte di una rete dell’Ue. A tal fine nel 2021 sarà lanciata l’iniziativa “Diagnosi e trattamento del cancro per tutti”. Considerato che ogni paziente è diverso, e che non tutte le malattie di cancro sono uguali, si svilupperanno azioni di cura mirate per ciascun paziente con il programma di medicina personalizzata nell’ambito del programma di ricerca Horizon Europe. Nel 2021 la Commissione lancerà il progetto "genomica per la salute pubblica”: la combinazione dei dati sanitari di un individuo con il monitoraggio in tempo reale tramite dispositivi intelligenti e farmacocinetica costituirà la base per creare un gemello digitale (ovvero una rappresentazione virtuale) di ogni persona.
- Miglioramento della qualità della vita dei malati di cancro e dei sopravvissuti, compresi gli aspetti di riabilitazione e di possibile recidiva, e misure per facilitare l’integrazione sociale e il reinserimento lavorativo. Sarà avviata un'iniziativa a favore di una vita migliore per i malati di cancro incentrata sull’assistenza, e anche misure di supporto sociale e lavorativo nei confronti dei familiari e parenti dei malati coinvolti nell’assistenza e nelle cure.
Sessione plenaria del Comitato delle Regioni: agroecologia, 8° programma ambiente, spazio ricerca, agenda delle competenze, piano giovani, rilancio dei settori culturali e creativi, strategia Rom
Dal 3 al 5 febbraio si è tenuta la 142esima sessione plenaria del Comitato delle Regioni. Ospite della sessione è stata la Commissaria europea alla coesione e alle riforme Elisa Ferreira. Il Comitato, in un’ottica di cooperazione di governance multilivello, auspica un rafforzamento delle capacità amministrative sul campo, promuovendo i valori di coesione in tutti gli investimenti dell’Ue, rendendo più visibile il ruolo chiave della politica di coesione per una ripresa equa, verde e digitale interagendo con i piani di ripresa e resilienza. Per garantire coerenza ed efficienza i territori non devono essere “snobbati”.
Un’importante serie di pareri è stata rilasciata dal Comitato su alcuni fondamentali processi politici europei in corso.
Il parere su “l’agroecologia” sollecita un riesame critico della Pac, deplorando le posizioni del Parlamento europeo e del Consiglio sulla futura politica agricola comune espresse alla fine di ottobre 2020 (vedi rubrica del 27 ottobre 2020). Viene evidenziato il ruolo cardine della Pac nell’attuazione degli obiettivi ambientali e sociali della strategia from farm to fork, nell’ambito più ampio del Green deal, sottolineando come l’agroecologia riduce l'impronta di carbonio dell'agricoltura, favorisce il recupero della biodiversità, garantisce o ripristina la fertilità del suolo, evita l'inquinamento dell'aria e dell'acqua, aumenta la resilienza economica delle aziende agricole e garantisce un'alimentazione sana e accessibile.
Il parere offre indicazioni politiche specifiche, osservando che l'agroecologia, basata su un tessuto di piccole e medie aziende agricole, non può svilupparsi se i pagamenti diretti della Pac sono ancora assegnati per ettaro e non per lavoratore agricolo attivo nell’azienda, puntualizzando che un maggior numero di piccole e medie aziende agricole consentiranno di bloccare il declino dell'occupazione nel settore agricolo e di rilanciare l'insediamento di giovani agricoltori.
Chiede inoltre l’introduzione di condizionalità anche sulla densità massima di animali per ciascuna azienda, e di rafforzare la condizionalità riguardante le norme sul benessere animale, per promuovere un’allevamento non intensivo, ponendo fine all'allevamento in gabbia.
Non secondarie sono poi le misure indicate per favorire la diversificazione delle sementi e l’esclusione delle sementi geneticamente modificate o mutate, favorendo filiere corte e prodotti locali e di stagione nella ristorazione collettiva.
Sollecita infine l'Ue a coordinare e animare, come già avvenuto con il Patto dei sindaci per il clima e l'energia, una rete di comuni decisi ad adottare misure a sostegno di sistemi agricoli e alimentari resilienti e sostenibili.
Il Comitato ha anche esaminato la proposta di decisione del Parlamento e del Consiglio sull’8° programma per l’ambiente (cfr. nostra rubrica del 18 gennaio 2021), accogliendone i contenuti e rimarcando il principio che la ripresa economica deve essere basata sul Green deal europeo, ma integrando con emendamenti mirati al testo proposto dalla Commissione, volti a un più forte coinvolgimento del livello regionale e locale, garantendo che nessuna comunità sia lasciata indietro.
Con anche maggior forza, nel parere espresso sul nuovo spazio europeo della ricerca (Ser) per la ricerca e l’innovazione (crf. proposta della Commissione del 30.09.2020), viene rivendicato un ruolo attivo per regioni e città nella ricerca e sperimentazione sul campo, protestando contro un approccio alla governance ancora incentrato sul rapporto tra la Commissione e gli Stati membri, che nella maggior parte dei casi attribuisce alle città e alle regioni il ruolo di destinatari piuttosto che di attori delle politiche pubbliche, demandando agli Stati membri la presa in considerazione delle questioni locali e regionali, pur esprimendo il proprio compiacimento in particolare per la nuova importanza espressa nel coinvolgimento dei cittadini nelle questioni di ricerca e d’innovazione e la proposta di un rialzo al mimino 3% del Pil della spesa per la ricerca, fissando un obiettivo dell'1,25% per lo sforzo pubblico nel 2030 (rispetto allo 0,81% corrente).
E ancora, nel parere sull’agenda per le competenze per l'Europa per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza, esaminando le proposte della commissione, il Comitato chiede un riconoscimento del ruolo cruciale che gli enti locali e regionali svolgono nelle principali politiche dell'Ue, comprese quelle in materia di competenze, in quanto titolari delle infrastrutture pertinenti, beneficiari dei fondi dell'Ue e del sostegno nazionale e regionale, e principali canali di accesso alle comunità locali e regionali, osservando che le strategie territoriali regionali e i patti relativi al Green Deal dovrebbero fare riferimento alla politica per le competenze e agli investimenti di cui hanno bisogno le regioni e che è inoltre necessario comprendere meglio le esigenze e le opportunità regionali in materia di competenze. Viene valutato poi che la situazione regionale in Ue è molto variegata e differenziata, e che queste disparità regionali sono dovute al divario di competenze e allo squilibrio tra domanda e offerta di competenze nell'Ue, e sono probabilmente destinate ad accentuarsi se le politiche locali e regionali non sono ben concepite e non sono finanziate di conseguenza. Pertanto non è possibile applicare un approccio universale, ma vanno definiti programmi alla luce dei diversi contesti.
Collegato e in parte sovrapponibile allo stesso tema agenda delle competenze, è il parere su Sostegno all'occupazione giovanile: un ponte verso il lavoro per la prossima generazione – Rafforzare la garanzia per i giovani (cfr. COM(2020) 276 final)
Il Comitato sottolinea il ruolo importante degli enti locali e regionali nei settori dell'occupazione, della formazione, delle politiche dell'istruzione e della gioventù, e raccomanda che ai partenariati previsti in tutte le fasi della garanzia per i giovani siano associati gli enti territoriali. Ciò vale in particolare per la fase di mappatura e per quella di coinvolgimento, in cui gli enti locali e regionali potrebbero fungere da ponte tra i diversi soggetti interessati come gli istituti di istruzione, le organizzazioni giovanili, i servizi pubblici per l'impiego e il settore imprenditoriale locale e regionale. Gli enti locali svolgono poi un ruolo importante nel far conoscere meglio la garanzia per i giovani a questi ultimi e nell'impegnarsi a coinvolgere i destinatari del programma, ad esempio garantendone la visibilità all'interno dei servizi pubblici per l'impiego e attuando un approccio di partenariato con tutti i pertinenti soggetti interessati che lavorano con i giovani.
Un parere è dedicato agli effetti della pandemia sui settori culturali e creativi, richiamando l'attenzione sul fatto che la categoria dei lavoratori dello spettacolo è tra quelle più colpite dalla crisi dovuta alla pandemia di Covid-19. Questi lavoratori e le loro famiglie rischiano di non avere più una fonte di reddito e di non essere in grado di sopravvivere. Il parere esprime alcune indicazioni, con riferimento anche alla risoluzione del Parlamento europeo del 17 settembre 2020 sulla ripresa culturale dell’Europa, di destinare almeno il 2% delle risorse del dispositivo per la ripresa e la resilienza, oltre alle risorse del React-Eu.
Il Comitato invita i territori a un rilancio aprendosi a sperimentazioni, guardando con interesse nuovi progetti e pensieri che si stanno sviluppando maggiormente in questo momento in cui, per il rilancio dei settori culturali e creativi, serve un cambio di paradigma. La riqualificazione dei luoghi urbani e del territorio, con semplici progetti che consentano una conoscenza facilitata alla portata di tutti, anche per le zone periferiche. Guarda con interesse all’iniziativa della nuova "Bauhaus europea", annunciata dalla Presidente von der Leyen, inserita nella strategia "ondata di ristrutturazioni” (cfr. nostra rubrica del 19 ottobre 2020), ritenendo necessario alimentare una nuova estetica europea basata su una necessità sociale di bellezza, sulle interconnessioni fra realtà esistenti, riqualificazione e ambiente, sullo sviluppo e la messa in opera di materiali ecosostenibili. Ribadisce anche a tal fine il suo precedente appello a incrementare gli investimenti nella cultura e nei piani di riuso e gestione partecipata e sostenibile del patrimonio culturale dismesso o abbandonato all'interno della nuova Agenda urbana 2030.
É stato espresso parere anche su Un'Unione dell'uguaglianza: quadro strategico dell'UE per l'uguaglianza, l'inclusione e la partecipazione dei Rom, valutando la proposta della Commissione presentata il 7 ottobre 2020. Il Comitato sostiene la dichiarazione dei sindaci e dei rappresentanti eletti a livello locale e regionale degli Stati membri del Consiglio d'Europa contro l’antiziganismo. Condivide il giudizio secondo cui le comunità Rom sono particolarmente esposte agli effetti della pandemia di Covid-19: nel loro caso, la pandemia e i suoi effetti socioeconomici e sanitari ampliano ulteriormente le disparità esistenti e approfondiscono ancora di più il divario. Inoltre le conseguenze della pandemia vanificano in parte i risultati ottenuti finora. È pertanto necessario aumentare le risorse da destinare ai Rom nel processo di ripresa. Considerando che gli enti locali e regionali sono le organizzazioni più vicine ai Rom, le prime a far fronte ai problemi e quelle che dispongono di strumenti e risorse reali per migliorare la situazione, il Comitato invita i governi nazionali a coinvolgere gli stessi enti locali e regionali nella preparazione dei quadri strategici nazionali per i Rom.
di Luigi Di Marco