Buone pratiche sul Goal 11
Variante al piano urbanistico di Lauriano (TO)
26 settembre 2019
Lauriano è un comune di 1.500 abitanti nella Città metropolitana di Torino. Nel 2015 il suo sindaco, Matilde Casa, fa la cosa che tutti i sindaci fanno: una variante al piano urbanistico. La sua variante però è all’indietro ovvero toglie anziché mettere: toglie edificabilità a un’area in cui per anni non era stata esercitata l’opzione (e non il diritto, sia ben inteso) di costruirci. Il proprietario, vistosi levare l’opzione, fa ricorso innescando a sua insaputa (forse) un caso giudiziario unico in Italia perché il sindaco si vede rinviato a giudizio per aver negato con la sua variante urbanistica ‘la costruzione di 40 belle villette’. Il dramma penale, perché di dramma si trattò, si è chiuso dopo due anni con l’assoluzione del sindaco perché ‘il fatto non sussiste’. Da un lato quindi l’azione di un sindaco di fare una variante al ribasso di cemento per salvare il suolo agricolo ha vinto sul presunto ‘diritto edificatorio’, evidenziandone non solo la praticabilità, ma la legittimità. Il lato buio dello stesso caso è scolpito in quella frase tanto comune quanto tombale che recita ‘il fatto non sussiste’. Dicendo così il giudice ha negato al caso di fare giurisprudenza ovvero di divenire legge.
Pertanto, oggi siamo a dire che salvare il suolo con l’urbanistica si può e si deve, ma dall’altro che rimane ancora un fatto avvolto di ostacoli al punto che i sindaci spesso gettano la spugna. Ma il caso di Lauriano rimane un caso illuminato non solo perché ha restituito alla Terra il suo suolo fertile, ma perché ha ridato piena dignità all’azione del sindaco che può non solo versare cemento sul suolo, ma anche toglierlo se non vi è più necessità di costruire, se le ragioni della rigenerazione urbana hanno più senso, se il piano urbanistico precedente era stato mal dimensionato. E ha mostrato che l’urbanistica non può consistere solo nel trasformare i destini di suoli liberi in suoli artificiali (il consumo di suolo), ma può essere il contrario traguardando così gli obiettivi di sviluppo sostenibile che l’uomo si dà ma che fatica a rispettare.
La best practice presentata nell'articolo fa parte dell'insieme di pubblicazioni inserite nel "Primo Report di aggiornamento dell'Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile" del Gruppo di lavoro 11 dell'ASviS e di Urban@it.