Editoriali
Le soluzioni applicate a livello territoriale traducono in azioni concrete gli impegni internazionali e propongono modelli replicabili che possono ispirare anche altri a fare lo stesso. Dall’ASviS un racconto sulle best practice. 18/12/25
Sapevate che esistono degli “Aperitivi scientifici”, per far dialogare esperti ed esperte di argomenti legati alla scienza e alla ricerca con un pubblico non specializzato? Che esiste in Emilia-Romagna un “co-living rigenerativo” in grado di unire alloggi temporanei, coworking e incubazione d’impresa, per contrastare lo spopolamento delle aree interne? E che esistono iniziative che offrono gratuitamente ai minori connessione wi-fi per un anno, un tablet e un corso di alfabetizzazione digitale, per aiutare le famiglie più in difficoltà?
Le sfide poste dall'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile — dalla lotta alla povertà alla protezione del clima — richiedono un impegno globale e sinergico. Ma questa ambizione necessita di essere tradotta in azioni concrete, capaci di generare un impatto reale e duraturo. È qui che entrano in gioco le buone pratiche. Non si tratta di semplici iniziative isolate. Sono progetti, metodologie o azioni efficaci in grado di dimostrare che gli obiettivi ambiziosi dell'Agenda 2030 sono raggiungibili, fungendo da "ossatura" per lo sviluppo sostenibile dell'Italia. Sono esempi virtuosi che possono essere replicati o adattati in contesti diversi, accelerando così la transizione verso la sostenibilità a livello locale, nazionale e internazionale. Sono iniziative che contribuiscono alla creazione di una vasta rete di conoscenze e collaborazioni, permettendo agli attori locali (pubblici, privati, civici) di non partire da zero e di fare leva sull'esperienza altrui.
Il Rapporto ASviS 2025 sui Territori “Obiettivi globali, soluzioni locali” ha selezionato 30 buone pratiche di 225 che sono state candidate nel 2025, un incremento di quasi cento casi rispetto al 2024 (ovvero una crescita dell’80%), indicativo dell’impegno sempre maggiore a livello locale. A febbraio divulgheremo un documento contenente tutte le buone pratiche candidate, che si sono concentrate maggiormente sui temi di “Partnership per gli Obiettivi” (Goal 17), “Città e comunità sostenibili” (Goal 11) e “Lotta al cambiamento climatico” (Goal 13), affinché possano ispirare altre persone al cambiamento. Ma non solo. Nel 2026 inaugureremo un vero e proprio database di buone pratiche, accessibile gratuitamente a tutte e tutti, che presenterà tutte le iniziative raccolte in questi anni dall’ASviS sui 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile. Uno strumento concreto per valorizzare l’impegno di chi si è messo in gioco in prima persona, ma anche per offrire modelli replicabili in altri contesti da parte di chi consulterà il database. Infine, ricordiamo due rubriche settimanali sul sito ASviS: “Voci dal territorio”, che racconta le pratiche che stanno trasformando il nostro modo di vivere, produrre e consumare, e #UnescoSostenibile, che offre una panoramica delle azioni legate all'efficienza energetica, alle comunità energetiche e alla decarbonizzazione dei centri storici attraverso brevi interviste alle e ai referenti dei siti Unesco italiani.
Ma entriamo nel vivo delle 30 iniziative selezionate in questo Rapporto. Guardando al riuso creativo dello spazio, oltre al co-living rigenerativo in Emilia-Romagna troviamo, a Torino, il progetto Orti Comunitari a Cascina Falchera, che trasforma 20mila mq di terreno in un modello di agricoltura periurbana, filiera corta e gestione circolare delle risorse. Più che semplici appezzamenti, gli orti sono diventati una "scuola", un luogo di benessere e un'opportunità lavorativa per soggetti fragili, dimostrando l'efficacia del place-based in un contesto di rigenerazione urbana. Mentre a Roma, Spazio Cantiere a Tor Bella Monaca accompagna la rigenerazione di un complesso popolare con un presidio civico che funge da mediatore tra gli abitanti e le istituzioni. Raccogliendo i bisogni del quartiere e rafforzando il tessuto associativo locale, si è affermato come un “Laboratorio di quartiere” che sta creando un clima di maggiore fiducia e dialogo istituzionale, essenziale per una rigenerazione urbana e sociale duratura.
Un altro asse portante delle buone pratiche è l'impegno verso le giovani generazioni e l'educazione, riconoscendo che la conoscenza è la base per la trasformazione: il Social Hackademy (SH) di EGInA (Umbria) è un laboratorio permanente che forma studenti, studentesse e persone in condizione di fragilità in mestieri digitali (Digital Storytelling, Web Design) e realizza iniziative di co-creazione (hackathon). Gli oltre 600 studenti e studentesse, 1.500 partecipanti tra Neet, disoccupati e persone in fragilità socioeconomica, e 180 stakeholder coinvolti attestano l'efficacia di una metodologia che stimola l'innovazione sociale e rafforza le competenze per l'occupabilità, con risultati replicati con successo anche a livello europeo. In Campania, lo Sponz Fest è più di un festival: un rito di attraversamento e risveglio per l'Alta Irpinia. Attraverso l'arte, la cultura e il trekking tra i borghi, il progetto genera contaminazioni, riattiva luoghi marginali e rafforza il senso di appartenenza territoriale, dimostrando il potenziale della cultura come vera leva di coesione e sviluppo economico relazionale. “Educare alla cittadinanza globale” al Campus Onu di Torino (Club per l’Unesco di Torino) ha coinvolto oltre 1.300 studenti e studentesse in attività laboratoriali e incontri con funzionari Onu. L'obiettivo era sviluppare conoscenze su Agenda 2030 e diritti umani, promuovendo cittadinanza attiva tra le nuove generazioni, incluse le persone con disabilità o di origine straniera. Pensato per essere replicabile, il progetto è stato già riproposto con successo e selezionato come buona pratica presentata alla sede Unesco di Parigi. Invece “Più luoghi - Scienza, arte, emozioni d’ambiente” (Rete Dialogues for Futures) trasforma i luoghi quotidiani in spazi di apprendimento attivo. L'iniziativa usa l'arte e la scienza per far sentire alunni/e e docenti "parte dell’ambiente", con progetti che hanno già ottenuto riconoscimenti e dimostrato come la transdisciplinarità rafforzi l'educazione alla cittadinanza globale.
Tra le iniziative per il clima si segnala il Climate City Contract di Padova: non un semplice documento, ma un patto tra la città e oltre 38 stakeholder che si sono impegnati in 146 azioni per ridurre le emissioni climalteranti dell’80% entro il 2030. I primi monitoraggi attestano una riduzione complessiva del 10,8% delle emissioni, confermando l'efficacia della pianificazione integrata e del coinvolgimento attivo del territorio. In Veneto, l'azione di Acque del Chiampo S.p.A. S.B. per la costituzione di Comunità energetiche rinnovabili (Cer) mira a utilizzare in modo razionale le risorse, contrastare la povertà energetica e promuovere comportamenti virtuosi, creando coesione sociale e riducendo le emissioni di CO2. Prato Carbon Neutral (Comune di Prato) punta a ridurre le emissioni dell’83% entro il 2030 rispetto al 2019, con il restante 17% catturato tramite forestazione. In quanto parte della Missione Ue 100 città climaticamente neutrali e smart, ha attivato la collaborazione di oltre 40 stakeholder e attratto fondi europei per l'efficientamento energetico e la creazione di Comunità energetiche rinnovabili (Cer). “Resilienza climatica della Città di Torino” (Comune di Torino) agisce concretamente sul tessuto urbano per mitigare l'impatto del cambiamento climatico. Il progetto interviene con depavimentazione, ripristino della permeabilità del suolo e realizzazione di Nature Based Solutions.
Parliamo poi di giustizia, equità e diritti. Quando una persona diventa così povera da non potersi più permettere di pagare un affitto finisce in strada, viene cancellata dall’anagrafe del Comune, e non ha più diritto al medico di base. Il progetto Diritto alla salute persone senza dimora prive di residenza (Avvocato di strada Odv) si è posto l’obiettivo di approvare altre 14 leggi regionali o una nuova legge nazionale su questa forma di esclusione. Grazie all'azione di advocacy e legislativa, ad oggi la legge è stata approvata in sei regioni e, in parte, a livello nazionale, segnando un passo fondamentale per la giustizia sociale e la dignità umana. Con “Basta! Un anno di pensieri, riflessioni e azioni per l’eliminazione della violenza contro le donne e il futuro dei loro figli” (Comune di Grottaferrata) è stata lanciata invece la prima rassegna civica annuale e continuativa in Italia dedicata al contrasto alla violenza di genere. Un anno di incontri, seminari e arte, per generare un cambiamento duraturo nella coscienza collettiva, con l'obiettivo di tenere alta l'attenzione pubblica sul tema. Dall’installazione monumentale “La violenza è una gabbia”, dell’artista Anna Izzo, all’incontro con Gino Cecchettin, padre di Giulia, simbolo della mobilitazione civile contro il femminicidio, e alla simbolica “rinomina” delle strade cittadine con i nomi delle vittime.
Questi esempi, nella loro diversità, sono la vera misura della territorializzazione dell'Agenda 2030 e di come l’impegno dal basso possa rappresentare davvero uno straordinario motore di cambiamento, da affiancare a politiche adeguate. Ora sta a noi promuovere la replicabilità di queste "soluzioni locali per obiettivi globali", per accelerare la transizione e garantire un benessere diffuso alle generazioni presenti e future.
In copertina: un momento di Sponz fest, il festival promosso dall'Associazione Sponziamoci
