Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Luisa Leonzi
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Il punto di Giovannini

Le associazioni imprenditoriali unite: accelerare le politiche di sostenibilità

Giovedì 4 dicembre

Il 24 novembre si è svolto il quarto e ultimo ASviS Live, gli appuntamenti dedicati a discutere le diverse dimensioni dello sviluppo sostenibile (istituzionale, sociale, ambientale ed economica) e i contenuti del Rapporto dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, pubblicato il 22 ottobre. Durante l’evento dedicato alla dimensione economica è stato presentato il Position paper “Le sfide della transizione. Lo sviluppo sostenibile e il contributo delle imprese”, elaborato da dieci organizzazioni imprenditoriali che fanno parte dell’ASviS, tra cui Confindustria, Confagricoltura e Confcommercio. È un fatto abbastanza inedito proprio perché queste organizzazioni, al di là di punti di convergenza importanti, spesso hanno posizioni difformi sulle tematiche che riguardano il nostro Paese, in particolare sulla transizione energetica ed ecologica. Nel documento sono anche illustrate le buone pratiche di queste organizzazioni che in questi anni, riunite sotto il Patto di Milano firmato in sede ASviS, hanno lavorato intensamente con i loro associati per portare le tematiche della sostenibilità nella pratica quotidiana delle imprese.

La posizione espressa dalle dieci organizzazioni nei confronti delle politiche attuali è estremamente critica, in particolare per ciò che concerne gli aspetti energetici. La transizione verso le energie rinnovabili procede troppo lentamente e gli ultimi provvedimenti adottati dal governo, tra cui il Decreto-legge rinnovabili, sono stati fortemente criticati proprio dalle associazioni imprenditoriali. Il documento ha segnalato anche la frammentazione dei sussidi rivolti al mondo delle imprese, spesso contraddittori tra di loro o caratterizzati da una instabilità che non aiuta la programmazione delle attività, e la carenza di competenze. C’è infatti un ritardo molto forte del sistema educativo formativo nel preparare le giovani generazioni alle nuove tecnologie, non solo quelle digitali, che sono necessarie per la transizione energetica ed ecologica.

Al di là dei singoli aspetti, che possono essere approfonditi leggendo il Position paper, il messaggio politico di questa posizione comune è molto importante: procedendo alla velocità con cui stiamo procedendo perderemo competitività e opportunità proprio nel momento in cui le imprese sono orientate favorevolmente alla trasformazione digitale ed ecologica, spinte anche dalle politiche europee.

Ma è proprio a livello europeo che emerge spinte per tornare indietro sulla transizione ecologica, con evidenti rischi e costi economici, ambientali e sociali. Anche la scorsa settimana abbiamo visto la posizione del Partito popolare europeo saldarsi con quella delle destre populiste, il che rompe l'usuale maggioranza con i liberali e con i socialisti, sulla lotta alla deforestazione. Anche su altri aspetti legati alla transizione ecologica e al Green Deal si manifesta questa doppia maggioranza: in qualche caso si ha l’usuale maggioranza tra Partito popolare e le forze europeiste, in altri casi invece il primo si sposta verso destra attraverso l’alleanza con formazioni politiche più populiste.

È chiaro che così facendo non si va molto lontano, ma soprattutto si perde l'occasione di far sì che l'Unione europea (ma questo vale anche per l'Italia) affronti la grande trasformazione in corso con un atteggiamento positivo e costruttivo nell’ottica di una transizione che può portare vantaggi non solo ambientali, ma anche economici e sociali, come indica chiaramente il Position paper. Dunque, bisogna cambiare approccio e visione per costruire un futuro più equo e sostenibile per tutte e tutti.

giovedì 4 dicembre 2025

Aderenti