Il punto di Giovannini
Dai musei un cartellone di manifestazioni per il 2026 concentrate sul futuro
11 dicembre 2025
I musei sono dei luoghi straordinari per diffondere la cultura e in questi anni, grazie all'impegno dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (Unesco), sono diventati anche luoghi di incontro, in cui non ci si limita a osservare gli oggetti, ma si sviluppano processi di co-creazione della cultura. Ebbene, il 2 dicembre, durante il Future Day promosso dall’ASviS nell’ambito del progetto "Ecosistema Futuro”, è stata annunciata la creazione del network dei musei dei futuri. La rete coinvolge più di 40 musei italiani che si sono impegnati a portare il futuro al centro delle proprie attività, non solo creando degli angoli dedicati al tema nei musei, ma anche promuovendo una sorta di “cartellone virtuale” per il 2026 con manifestazioni incentrate sul futuro.
L’Italia non ha un museo del futuro, come c’è a Dubai, a Rio de Janeiro o a Berlino. Ma in attesa di poterne costruire uno, abbiamo voluto creare un network di musei per ragionare insieme su come trasformare quelli italiani in questa direzione. Molti musei hanno già delle iniziative programmate per l'anno prossimo su queste tematiche, ma insieme stiamo riflettendo su come enfatizzare questi aspetti, soprattutto per coinvolgere le nuove generazioni.
Il “museo del futuro” può sembrare un ossimoro: come si fa a vedere qualcosa che non esiste ancora nella realtà? L'Unesco ha recentemente lanciato un museo virtuale di oggetti rubati, tra cui forse sarà stata inserita come new entry la corona di Napoleone recentemente trafugata dal Louvre. Anche questo concetto è apparentemente impossibile, proprio perché quegli oggetti non sono più visibili. In realtà, gli oggetti e le iniziative che verranno valorizzate attraverso il network dei musei dei futuri italiano esistono: ci sono tanti inventori e innovatori, anche giovani (come dimostra ad esempio Maker faire), che sviluppano idee che un giorno forse si trasformeranno in oggetti o in tecnologie che verranno usate quotidianamente da tutti noi. Inoltre, ci sono centri di ricerca, università, imprese che stanno studiando come progettare e realizzare la sedia del futuro, il tavolo del futuro, l’auto del futuro, giusto per fare qualche esempio.
Questa è una delle iniziative avviate da Ecosistema Futuro, la partnership lanciata dall'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile per portare il futuro, o meglio “i futuri”, al centro del dibattito culturale, economico, politico. Ecco perché il progetto già coinvolge più di 40 soggetti italiani, un numero in continua crescita. Durante il Future Day del 2 dicembre sono state presentate anche le altre attività di Ecosistema Futuro, tra cui la promozione dell'educazione ai futuri nelle scuole e nelle università, e il lavoro in corso per attuare la valutazione di impatto generazionale e intergenerazionale delle nuove leggi, prevista dalla Legge 167 approvata qualche settimana fa dal Parlamento, su proposta dell’ASviS.
Come già sottolineato, Ecosistema Futuro vuole portare il futuro al centro del dibattito culturale, politico ed economico. “Vasto programma”, avrebbe detto il generale de Gaulle. Certamente sì, è un programma ambizioso, ma possibile con il coinvolgimento di tutte e tutti.
