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L’Italia e il Goal 15: ancora non compresa l’importanza della biodiversità
Il nostro Paese continua a essere caratterizzato da una pessima gestione degli ecosistemi e tutti gli Stati Ue hanno una situazione peggiore del 2010, dice il Rapporto ASviS. Serve una misura per arrestare il consumo di suolo. 29/10/21
Le politiche per il Goal 15: a che punto siamo
Il Rapporto ASviS 2021 in riferimento alle novità normative e strategiche dell’ultimo anno che interessano il Goal 15 (“Vita sulla Terra”) dell’Agenda 2030 sottolinea che manca una reale comprensione del fondamentale ruolo svolto dalla biodiversità e dai servizi ecosistemici.
Il Pnrr e le normative introdotte nell’ultimo anno non si proiettano al 2030 e non considerano le indicazioni della nuova Strategia europea per la biodiversità, dice il Rapporto, evidenziando pertanto come non tengano conto dell’obiettivo di proteggere il 30% del territorio nazionale e non si orientino verso un target di ripristino degli ecosistemi degradati.
In merito, nel Rapporto del 2020 l’ASviS ha rilanciato, seguendo il dibattito internazionale e la Strategia europea, il Target del 30% di ripristino degli ecosistemi degradati al 2030, per dare concretezza all’obiettivo di “crescita rigenerativa che restituisce al Pianeta più di quanto prende”, assunto dalla Commissione europea nell’ottavo programma quadro per l’Ambiente.
Manca poi una visione sistemica nelle politiche. Si prende ancora una volta atto, e con sconforto, che non viene data considerazione alle raccomandazioni presentate nel quarto rapporto annuale sul capitale naturale 2021: “la nostra deve essere la prima generazione capace di lasciare i sistemi naturali e la biodiversità dell’Italia in uno stato migliore di quello che abbiamo ereditato”, si legge infatti nel documento, che ricorda che è necessario avviare una grande “opera pubblica di tutela e rispristino dei nostri ambienti terrestri e marini, base fondamentale del benessere e della salute di tutti noi”.
L’Europa e il Goal 15
L’indice composito europeo per il Goal 15 descrive un andamento costantemente negativo per l’intera serie storica analizzata. Le criticità di questo Obiettivo riguardano il continuo aumento del consumo di suolo. Il suolo impermeabilizzato passa dall’1,7% del 2012 all’1,8% nel 2018, mentre l’indicatore che ne misura, in termini indicizzati, il consumo in ettari passa da 103,5 a 108,3 punti tra il 2012 e il 2018. Unico indicatore che migliora nell’arco temporale analizzato è la copertura forestale che, tra il 2012 e il 2018, passa dal 42,6% al 43,5% del territorio europeo.
Il Goal 15 segnala la condizione più critica di tutti gli Obiettivi analizzati dato che tutti i Paesi della Ue, nel 2019, mostrano una situazione peggiore rispetto al 2010. In particolare, Cipro registra la performance peggiore, dovuta all’incremento del consumo di suolo, mentre il Portogallo evidenzia la variazione negativa più contenuta, grazie all’aumento della quota di superficie forestale. La situazione dell’Italia è in linea con la media dei Paesi dell’Unione europea.
La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi europei è consultabile qui.
L’Italia e il Goal 15
L’indice composito italiano relativo al Goal 15 presenta un andamento negativo per tutto l’arco di tempo considerato a causa del netto peggioramento della frammentazione del territorio e della copertura del suolo. In particolare, l’indice di copertura del suolo aumenta di 5,1 punti percentuali dal 2006 al 2020.
La crisi pandemica e i conseguenti periodi di lockdown hanno allentato, anche se solo temporaneamente, l’impatto sugli habitat naturali terrestri, registrando una riduzione degli ettari consumati nel 2020 rispetto al 2019 (-13,8%). Questo però non è sufficiente a compensare l’andamento negativo registrato anche nel 2020; infatti il suolo consumato raggiunge nel 2020 il valore peggiore della serie storica attestandosi al 7,1%.
La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi nazionali è consultabile qui.
Le proposte dell’ASviS su "Vita sulla Terra"
- Occorre elaborare una nuova Strategia nazionale per la biodiversità, in linea con le indicazioni europee e internazionali, integrandola anche con specifici capitoli per le aree montane;
- Presentare entro il 2022 un Piano d’azione nazionale per il ripristino dei sistemi naturali, che deve integrare l’obiettivo del recupero di almeno il 30% degli ecosistemi degradati entro il 2030;
- Rivedere la Strategia forestale, definendo obiettivi specifici per la protezione e il ripristino degli ecosistemi, per l’assorbimento del carbonio e per l’adattamento ai cambiamenti climatici (Goal 13).
- Pianificare un quadro d’azione specifico per l’arresto del degrado del suolo e il contrasto alla desertificazione.
- Intervenire sul fenomeno del traffico di specie, sviluppare il principio di condivisione giusta ed equa derivante dall’utilizzo delle risorse genetiche e investire sulle attività di ricerca e monitoraggio per far fronte all’impatto delle specie aliene invasive, al fine di garantire la difesa della biodiversità.
- Assicurarsi che le misure di contabilità pubblica ambientale entrino in vigore dal prossimo esercizio finanziario, dandone conto in tutti i successivi atti di pianificazione finanziaria e non-finanziaria.
- Definire un quadro finanziario integrato a servizio dell’attuazione della Strategia per la biodiversità e del Piano di protezione e ripristino degli ecosistemi, introdurre misure di fiscalità ecologica per finanziare le azioni orientate al ripristino della biodiversità e costruire un piano con una sequenza temporale definita per l’eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi.
Guarda tutte le proposte sul Goal 15
di Ivan Manzo
Il Rapporto ASviS 2021 “L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”, presentato il 28 settembre in occasione dell’evento di apertura del Festival dello Sviluppo Sostenibile, valuta i progressi rispetto ai 17 Goal dell’Agenda 2030 e avanza proposte concrete, condivise dagli esperti delle organizzazioni aderenti all’Alleanza, per portare l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile a livello ambientale, sociale, economico e istituzionale. |