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L’Italia e il Goal 3: serve una governance sanitaria globale e intersettoriale
La pandemia inverte il trend degli ultimi anni: diminuisce la speranza di vita e aumentano i casi di comportamenti a rischio legati a alcool e fumo. Prevenzione, cronicità, vaccini, tra i temi delle proposte del Rapporto ASviS. 2/11/21
Le politiche sul Goal 3: a che punto siamo
Il Rapporto ASviS 2021 illustra, in riferimento al Goal 3 (Salute e benessere) dell’Agenda 2030, come la pandemia da Covid-19 abbia condizionato in maniera pesante il settore della sanità e della salute su diversi fronti (dall’emergenza-urgenza ai temi della cronicità e della prevenzione).
La risposta politica globale è stata ed è lenta, mentre è fondamentale - dice il documento - che le istituzioni nazionali e internazionali uniscano i loro sforzi in una governance globale e intersettoriale, al fine di migliorare il coordinamento nei diversi Paesi ed evitare ulteriori disagi, malattie e disastri.
La crisi scatenata dalla pandemia ha fatto emergere la consapevolezza della necessità di introdurre in Italia elementi di innovazione culturale e gestionale per tutti i contesti operativi del settore sanitario. Rispetto ai Target del Goal 3, è evidente che una maggiore attenzione avrebbe potuto farci trovare meno impreparati. Ad esempio, risulta essere stato fortemente sottovalutato nel tempo il Target 3.b, che richiama la necessità di un maggiore impegno nella ricerca, compreso lo sviluppo di vaccini e farmaci per le malattie trasmissibili, probabilmente a causa della falsa convinzione della scomparsa di tali patologie nei Paesi sviluppati. E anche ora, a fronte del fatto che si è riusciti grazie alla ricerca a realizzare vaccini validi in tempi relativamente rapidi, appare evidente la mancanza di una preparazione adeguata rispetto alla distribuzione e agli approvvigionamenti di dispositivi di protezione individuale, come previsto dai Piani pandemici esistenti, ma non aggiornati.
La pandemia ha inoltre esasperato il problema delle disuguaglianze sanitarie. L’emergenza Covid-19 ha prodotto una pesante pressione sulle strutture sanitarie, sui carichi di lavoro del personale, sulla tutela delle categorie di utenza più fragili, sulla continuità assistenziale per i pazienti cronici e disabili, sui programmi di screening, nonché in termini di benessere psicologico e di prevenzione del disagio psico-sociale. Nel 2020 si stima, ad esempio, che per via della crisi pandemica la probabilità di morire per le malattie non trasmissibili sia aumentata significativamente a causa dell’incremento del numero di persone che hanno rinunciato o posposto le cure.
L’Europa e il Goal 3
Fatta eccezione per l’anno 2015, l’indice composito per il Goal 3 mostra un andamento positivo tra il 2010 e il 2019 nei Paesi dell’Unione europea. Tra il primo e l’ultimo anno analizzato diminuiscono gli incidenti stradali e la mortalità prevenibile. Migliora l’aspettativa di vita che passa da 79,8 a 81,3 anni. Nel Rapporto si segnala che, sempre rispetto al 2010, nel 2019 diminuisce di 6,9 punti percentuali la quota di popolazione sopra i 65 anni vaccinata contro l’influenza, attestandosi al 42,4%. Scendono a 532 i posti letto per 100mila abitanti.
Il Rapporto evidenzia che i Paesi dell’Est Europa registrano una situazione più critica rispetto al resto dell’Ue, principalmente a causa di una minore aspettativa di vita. Tra la Germania (best performer) e la Bulgaria (worst performer) si registrano 22,2 punti di differenza. L’Italia si attesta, nel 2019, in linea con la media europea registrando un livello migliore per la maggior parte degli indicatori analizzati, ad eccezione dei posti letto negli ospedali per 100mila abitanti.
La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi europei è consultabile qui.
L’Italia e il Goal 3
Il rapporto evidenzia come la pandemia abbia rallentato l’andamento complessivamente positivo e i miglioramenti della maggior parte degli indicatori elementari per il Goal 3. La speranza di vita è diminuita di 0,9 anni, attestandosi a 82,3 anni. Sono peggiorati anche gli indicatori relativi al consumo di alcool e fumo: le persone che presentano un comportamento a rischio nel consumo di alcool aumentano di un punto percentuale, passando dal 15,8% al 16,8%, mentre quelle che dichiarano di fumare salgono al 18,9% della popolazione. Invece, in contrasto con il trend negativo degli anni tra il 2010 e il 2019, si registra un netto miglioramento della copertura vaccinale antinfluenzale degli over 65 anni che è incrementato di 11,9 punti percentuali, attestandosi al 66,5%.
Nel 2020 si assiste anche a una forte riduzione dei morti e feriti in incidenti stradali dovuta alla limitata possibilità di spostarsi nei periodi di lockdown. Questo indicatore è stato escluso dall'analisi di quest'anno poiché la variazione del 2020, che si reputa non verrà confermata nel 2021, incideva significativamente sull'andamento del valore composito.
La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi nazionali è consultabile qui.
Le proposte dell’ASviS
- Inserire una rendicontazione sulle competenze e sulla progettazione di tutti i ministeri per l’obiettivo “Salute in tutte le politiche”, la Dichiarazione d’intesa firmata nel 2007 dai ministeri della Salute dei 27 Paesi Ue secondo cui condizione necessaria per l’approvazione di qualsiasi tipo di intervento o politica è l’analisi dell’impatto sulla salute e sul benessere delle scelte operate in ambito economico, ambientale e sociale.
- Garantire, in concerto con l’Ue e i principali Paesi produttori, l’accesso a tutta la popolazione mondiale a vaccini ed eventuali cure, a prezzi accessibili, per prevenire l’infezione da Covid-19.
- Al fine di contrastare le epidemie, potenziare strutturalmente i Dipartimenti di prevenzione e promuovere la redazione di Piani pandemici regionali e locali, introducendo nel sistema dei servizi elementi di flessibilità in termini di strutture, di personale di riserva e di dispositivi di protezione individuale.
- Riorganizzare il complesso sistema dell’assistenza a lungo termine per le persone disabili e non autosufficienti e qualificare e rafforzare i Dipartimenti di salute mentale, per colmare le carenze strutturali presenti in molte aree del Paese.
- Adeguare quantitativamente e qualitativamente i consultori familiari in tutto il territorio nazionale, rafforzando la medicina scolastica per l’educazione sanitaria delle giovani generazioni e la promozione di stili di vita salutari.
- Ridurre le cause degli incidenti stradali, promuovendo campagne di sensibilizzazione e intensificando l’applicazione della legislazione e dei controlli.
- Favorire la condivisione di dati, lo sviluppo della tecnologia e delle competenze nel settore sanitario e la collaborazione nazionale e internazionale per ricerca e innovazione, promuovendo politiche per il rafforzamento dei sistemi sanitari nei Paesi economicamente meno sviluppati.
Guarda tutte le proposte per il Goal 3
Di Maddalena Binda
Il Rapporto ASviS 2021 “L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”, presentato il 28 settembre in occasione dell’evento di apertura del Festival dello Sviluppo Sostenibile, valuta i progressi rispetto ai 17 Goal dell’Agenda 2030 e avanza proposte concrete, condivise dagli esperti delle organizzazioni aderenti all’Alleanza, per portare l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile a livello ambientale, sociale, economico e istituzionale. |