Notizie dal mondo ASviS
L’Italia e il Goal 5: adottare una normativa sui divari retributivi uomo-donna
Il Rapporto ASviS segnala l’attenzione del Pnrr sull’empowerment femminile, ma serve una definizione più puntuale delle misure. Le proposte su medicina di genere, accesso a posizioni professionali, divari retributivi. 4/11/21
Le politiche per il Goal 5: a che punto siamo
Il Rapporto ASviS evidenzia, in relazione al Goal 5 (Parità di genere) dell’Agenda 2030, che il 2021 è stato l’anno in cui lo storico ritardo italiano in tema di empowerment femminile ha mostrato situazioni di particolare criticità. La pandemia ha aggravato, infatti, i gap strutturali del nostro Paese, in particolare per quanto riguarda la situazione delle donne, penalizzate più degli uomini in termini di perdita di posti di lavoro e gravate maggiormente dai carichi di cura, a causa della chiusura delle scuole e da un utilizzo non regolato dello smart working. Sono aumentati, inoltre, gli episodi di violenza tra le mura domestiche.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), rileva il Rapporto, attribuisce al tema della parità tra uomo e donna una rilevanza e una trasversalità rispetto a tutte le sue componenti, in linea con gli Obiettivi dell’Agenda Onu: alla fine di ogni Missione c’è un paragrafo che indica gli obiettivi specifici di riduzione dei divari di genere. Tra gli elementi innovativi contenuti nel Piano: la clausola di condizionalità rispetto all’occupazione femminile e giovanile per la partecipazione delle imprese ai bandi di gara sui progetti del Pnrr; il cosiddetto Gender procurement, che negli appalti privilegia le aziende che non discriminano le donne, e la certificazione di genere. D’altra parte, occorre una definizione più stringente della quota di nuova occupazione femminile (adesso è 30% complessivamente tra giovani e donne). Inoltre, il Pnrr dovrebbe monitorare il perseguimento degli obiettivi in tema di riequilibrio di genere attraverso una più puntuale definizione delle misure, l’eventuale integrazione delle risorse europee con risorse nazionali e soprattutto attraverso la previsione di una governance partecipata e inclusiva, anche delle donne. Infine, rilevante è l’introduzione della Valutazione dell’Impatto di Genere ex ante per qualsiasi azione legislativa, una delle azioni trasversali abilitanti per l’intero Piano.
Il Rapporto ASviS sottolinea, infine, l’importanza della nuova Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026 presentata dal governo, il primo documento programmatico che affronta in modo specifico le principali dimensioni legate al riequilibrio di genere, focalizzando l’attenzione su cinque priorità strategiche (lavoro, reddito, competenze, tempo e potere) e individuando dieci misure trasversali ritenute abilitanti.
L’Europa e il Goal 5
L’indice composito europeo rileva per il Goal 5 un andamento positivo tra il 2010 e il 2019, dovuto principalmente all’aumento della quota di donne che ricoprono posizioni dirigenziali (+16,6 punti percentuali tra il 2010 e il 2019) e che sono presenti nei parlamenti nazionali (da 24% nel 2010 a 32,1% nel 2019). Per quest’ultimo indicatore, però, l’Ue è ancora distante dalla quota obiettivo prevista dal Patto europeo per la parità di genere (50% entro il 2030). Andamento negativo si riscontra per la quota di donne inattive a causa di responsabilità assistenziali (+6,1 punti percentuali tra il 2010 e il 2019), che si attesta, nel 2019, al 32,3%.
La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi europei è consultabile qui.
L’Italia e il Goal 5
L’indice composito italiano relativo al Goal 5 presenta un andamento positivo tra il 2010 e il 2019, dovuto al miglioramento della maggior parte degli indicatori elementari. In particolare, il Rapporto evidenzia il forte incremento delle donne elette nei consigli regionali (dal 2012 al 2019 l’indicatore passa dal 12,9% al 21,1%) e di quelle presenti nei consigli di amministrazione delle società quotate in Borsa (dal 2010 al 2019 l’indicatore sale dal 4,5% al 36,1%).
Nel 2020, invece, il composito subisce un netto peggioramento connesso agli effetti della pandemia. Il tasso di occupazione femminile tra il 2019 e il 2020 scende dal 53,8% al 52,7% (-1,1 punti percentuali rispetto a una riduzione del tasso di occupazione maschile pari a -0,8 punti), ben al di sotto della media Ue del 67,4% nel 2019; inoltre, il rapporto tra i tassi di occupazione delle donne con figli in età prescolare e di quelle senza figli si riduce di 0,9 punti percentuali, registrando nel 2020 un valore pari al 73,4%.
La speranza di vita femminile alla nascita, in crescita dal 2010 al 2019, presenta invece nell’ultimo anno una riduzione pari a un anno, attestandosi a 84,4 anni. Rispetto al rapporto di genere degli occupati specialisti in tecnologie di informazione e comunicazione, l’Italia si posiziona nel 2020 ben al di sotto dell’obiettivo europeo.
La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi nazionali è consultabile qui.
Le proposte dell’ASviS su “Parità di genere”
- Istituire un tavolo di confronto istituzionale permanente con la società civile sulle politiche di genere, che si dovrà interfacciare con il governo nella discussione sull’attuazione della Strategia nazionale.
- Ripensare il sistema dei servizi sociosanitari assistenziali, con attenzione alla medicina del territorio, che ha particolare rilevanza per le donne (si pensi al ruolo dei consultori), ma soprattutto con la valorizzazione della medicina delle differenze, in particolare di quella tra donne e uomini. È su questo tema che il Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 5 ha deciso di organizzare l’evento nazionale nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2021.
- Affrontare il problema dell’accesso delle donne alle posizioni di vertice, promuovendo l’equilibrio di genere negli organi costituzionali, nelle autorità indipendenti e negli organi delle società quotate e non quotate controllate da pubbliche amministrazioni.
- Costituire con decreto ministeriale il Comitato nazionale imprenditoria femminile, che preveda il coinvolgimento di parti e forze sociali, per valutare richieste di accesso al Fondo sull’imprenditoria femminile.
- Adottare una normativa nazionale per il superamento dei divari retributivi (gender pay gap), unitamente al monitoraggio e alle verifiche per una rapida approvazione della Direttiva europea.
Guarda tutte le proposte per il Goal 5
di Andrea De Tommasi
Il Rapporto ASviS 2021 “L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”, presentato il 28 settembre in occasione dell’evento di apertura del Festival dello Sviluppo Sostenibile, valuta i progressi rispetto ai 17 Goal dell’Agenda 2030 e avanza proposte concrete, condivise dagli esperti delle organizzazioni aderenti all’Alleanza, per portare l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile a livello ambientale, sociale, economico e istituzionale. |