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L’Italia e il Goal 10: riformare complessivamente il sistema di welfare
Con la pandemia si aggravano le disuguaglianze di reddito e il tasso di occupazione giovanile. Ma l’attuazione del Pnrr può avere un impatto significativo sulla riduzione delle disparità, dice il Rapporto ASviS. 5/11/21
Le politiche per il Goal 10: a che punto siamo
Il Rapporto ASviS 2021, rispetto al Goal 10 (Ridurre le disuguaglianze) dell’Agenda 2030, mette in evidenza come la crisi economica innescata dalla pandemia abbia avuto un impatto rilevante sulle disparità di genere, generazionali e territoriali che da lungo tempo caratterizzano il nostro Paese. Le misure straordinarie introdotte dal Governo hanno contribuito ad attenuare tale impatto sulle disuguaglianze di reddito, sebbene, nonostante gli interventi redistributivi, la disuguaglianza del reddito disponibile rimanga significativamente più elevata nel Mezzogiorno.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) contiene alcune importanti misure - come l’assegno unico per i figli a carico, il potenziamento dell’offerta di asili nido e le risorse a sostegno degli anziani non auto-sufficienti – che, se implementate, potrebbero avere un impatto significativo sulla riduzione delle disuguaglianze. A tal fine, la valutazione dell’impatto dei singoli interventi sulla riduzione dei divari - nella prospettiva delle donne, dei giovani, del Sud e delle aree marginalizzate - dovrà essere rafforzata, anche attraverso un sistema di monitoraggio accessibile, aperto e utilizzabile da tutti i cittadini e dalle organizzazioni di cittadinanza, del lavoro e delle imprese.
Una partita fondamentale sul tema delle disuguaglianze, infine, è data dall’annunciata riforma fiscale. Occorrerà superare la logica conservatrice e frammentaria della proposta di riforma presentata per la discussione alle Camere lo scorso giugno, cercando di approdare a un testo che riveli veramente la volontà di superare le debolezze che minano l’equità del nostro sistema fiscale, come la pressoché inutilizzata leva redistributiva della tassazione sulla ricchezza.
L’Europa e il Goal 10
L’indice composito per il Goal 10 registra, a livello europeo, un andamento negativo tra il 2010 e il 2014, in corrispondenza della crisi economica, e un trend positivo tra il 2015 e il 2019, anno in cui ritorna a un livello sostanzialmente simile a quello del 2010. Le criticità maggiori, rispetto al 2010, vengono registrate per l’indice di distribuzione del reddito: nel 2019 il reddito del 20% più ricco della popolazione è 4,99 volte superiore a quello del 20% più povero. Infine, il rapporto percentuale tra il tasso di occupazione giovanile e quello totale passa da 72,2 nel 2010 a 70,1 nel 2019. Tra i Paesi dell’Ue si rilevano ampie disparità (come dimostra la distanza di 35 punti tra la Slovenia e la Bulgaria) e l’Italia si posiziona nel 2019 al penultimo posto.
La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi europei è consultabile qui
L’Italia e il Goal 10
Dopo un primo periodo di sostanziale stabilità, l’indice composito italiano del Goal 10 evidenzia una tendenza negativa nel triennio 2012-2015 causata sia dal peggioramento della disuguaglianza del reddito netto, che dalla riduzione del tasso di occupazione giovanile (-3,7 punti percentuali). Nei successivi quattro anni si assiste a un leggero miglioramento dell’andamento dell’indice composito, non sufficiente però a tornare ai livelli precedenti la crisi economica.
Anche la crisi pandemica ha avuto un impatto negativo sul livello di diseguaglianze nel Paese. Nel 2020 peggiorano tutti gli indicatori elementari analizzati: la disuguaglianza del reddito netto, dopo il lieve miglioramento avvenuto tra il 2017 e il 2019, aumenta da 5,9 a 6,1 nell’ultimo anno; il tasso di occupazione giovanile (15-29 anni) si riduce di 1,9 punti percentuali tra il 2019 e il 2020, registrando un peggioramento maggiore rispetto a quello avvenuto per il tasso di occupazione totale (15-64 anni) che diminuisce di 0,9 punti percentuali; infine, si riduce la quota di permessi di soggiorno di lungo periodo rilasciati agli stranieri non comunitari di (-1,7 punti percentuali).
La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi nazionali è consultabile qui.
Le proposte dell’ASviS su “Ridurre le disuguaglianze”
- Riformare complessivamente l’esistente sistema di welfare, per dargli una prospettiva universale, garantendo la copertura alle fasce della popolazione attualmente escluse, in linea con gli obiettivi espressi nel Pilastro europeo dei diritti sociali e con quanto ribadito al recente Vertice Ue di Porto.
- Garantire un monitoraggio continuo (sia in fase di programmazione degli investimenti che in fase di attuazione degli interventi) da parte della Presidenza del Consiglio e della Cabina di Regia sull’allocazione al Mezzogiorno del 40% delle risorse del Pnrr. Investire al contempo sul rafforzamento della capacità amministrativa al Sud.
- Potenziare la formazione svolta dai centri per l’impiego e degli addetti agli stessi, mediante la creazione di master specifici o tramite il potenziamento del training on-the-job.
- Proseguire nell’implementazione del progetto di riforma delle politiche di sostegno agli anziani non autosufficienti inserito nel Pnrr.
- Definire le modalità di finanziamento della spesa corrente necessaria a rendere operative le nuove misure contenute nel Pnrr in materia di asili nido e servizi per l’infanzia e le modalità di reclutamento e formazione del personale.
- Ridurre entro il 2030 l’indice di disuguaglianza del reddito disponibile ai livelli osservati nel migliore dei Paesi europei.
- Favorire l’imprenditorialità delle giovani generazioni rimuovendo le barriere all’entrata tramite il miglioramento della qualità dei bandi e l’incentivo alla co-progettazione.
Guarda tutte le proposte sul Goal 10
di Milos Skakal
Il Rapporto ASviS 2021 “L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”, presentato il 28 settembre in occasione dell’evento di apertura del Festival dello Sviluppo Sostenibile, valuta i progressi rispetto ai 17 Goal dell’Agenda 2030 e avanza proposte concrete, condivise dagli esperti delle organizzazioni aderenti all’Alleanza, per portare l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile a livello ambientale, sociale, economico e istituzionale. |