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Insediamenti urbani nel Pnacc, l’ASviS pubblica un Position paper
Il documento, a cura del Gruppo di lavoro sul Goal 11 “Città e comunità sostenibili”, offre analisi e proposte per assicurare al Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici maggiore operatività ed efficacia. 30/11/23
A distanza di circa otto anni dall’elaborazione del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), il suo iter di approvazione dovrebbe concludersi a breve. Per renderlo operativo ed efficace, il Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 11 “Città e comunità sostenibili” ha pubblicato il 30 novembre, nell’ambito di un evento presso l’Università Roma Tre, il Position paper “Gli insediamenti urbani nel Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici”, con cui si individuano proposte concrete per rendere gli insediamenti urbani resilienti e centrali nella lotta ai cambiamenti climatici.
L’urgenza di intervenire sugli insediamenti urbani, sottolinea il Documento, è confermata dalla cronaca: abbiamo tutti sotto gli occhi eventi quali la siccità dell’estate 2022, le alluvioni che si sono succedute fra l’autunno 2022 e la primavera 2023 culminate con l’alluvione del maggio 2023 in Romagna, fino alle ondate di calore dell’estate 2023, che hanno messo in evidenza come gli insediamenti urbani siano sistemi particolarmente fragili e vulnerabili che necessitano di azioni mirate e incisive per la loro messa in sicurezza.
RIVEDI L'EVENTO
Il Position paper intende fornire un contributo affinché l’aggiornamento del Pnacc, e in particolare ciò che riguarda gli insediamenti urbani, sia pienamente corrispondente al parere che ha concluso la Valutazione ambientale strategica, recependo così numerose osservazioni formulate dall’ASviS (si veda anche il Policy brief dell’Alleanza contenente 10 proposte sul Pnacc). Il contributo riguarda in modo particolare tre assi tematici:
- andare oltre l’Osservatorio nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici attualmente previsto presso il Mase, allargarne il perimetro e dare al Pnacc una struttura processuale e integrata con gli altri strumenti di programmazione a livello nazionale, regionale e locale;
- includere i temi dell’adattamento urbano nel governo del territorio, con iniziative urgenti per adeguare la pianificazione comunale alle nuove mappe di pericolosità e ridare così spazio ai fiumi e alla natura negli agglomerati urbani;
- definire le priorità del Pnacc, che per quanto riguarda gli insediamenti urbani sono individuati in interventi per le infrastrutture verdi, la regolazione del ciclo delle acque, la salvaguardia del suolo arrestandone il consumo e le soluzioni basate sulla natura.
Governo del territorio
Occorre un’iniziativa legislativa urgente in materia di governo del territorio. L’introduzione di una componente strategica nelle forme delle Agende per lo sviluppo sostenibile, con la quale vengano fissati gli obiettivi di sostenibilità per il governo del territorio, può guidare gli enti territoriali verso una governance climatica multilivello. Questa componente strategica deve coordinarsi con la programmazione triennale degli enti locali attraverso il Documento unico di programmazione (Dup) e il Piano integrato di attività e organizzazione (Piao), definendo gli interventi concreti da effettuare nel triennio e i target minimi di realizzazione da conseguire.
Le azioni previste potranno poi essere segnalate, attraverso una relazione annuale, all’Osservatorio nazionale per l’adattamento climatico. L’Osservatorio, secondo il Paper, dovrebbe avere il compito di monitorare le azioni in corso o programmate (scenario programmatico), valutare le proposte, e individuare le ulteriori azioni necessarie (scenario obiettivo) per indirizzare le amministrazioni competenti.
Per garantire l’efficacia del Pnacc, oltre a definire la nuova impostazione processuale e integrata indicata dal Paper, occorre orientare e incorporare gli obiettivi climatici nella materia del governo del territorio e valutare gli strumenti di pianificazione in base alla loro capacità di contribuire all’adattamento climatico urbano (i cosiddetti stress test).
Position paper ASviS su rigenerazione urbana: Commissione periferie una opportunità
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Tutela della biodiversità e nature-based solution
I vantaggi che offrono la tutela e l’incremento della biodiversità in ambito urbano sono ormai un dato di fatto. Manca, nell’azione degli amministratori, il passaggio concettuale dal verde urbano inteso come semplice standard urbanistico alla nozione di rete ecologica, e da questa a una visione complessiva della biodiversità reale e potenziale presente negli insediamenti urbani. Su 361 azioni del Pnacc, le misure verdi sono soltanto 46, mostrando una scarsa attenzione all’approccio ecosystem-based all’adattamento. È perciò necessario che nel Pnacc venga operata una profonda riconfigurazione del ruolo della biodiversità, in un quadro generale di rafforzamento delle nature based solution, che invece nel Piano sono descritte in maniera molto generica e senza alcuna declinazione tecnico-progettuale. Il Paper propone un maggiore allineamento tra il Pnacc e il quadro tecnico e normativo europeo e nazionale in materia di biodiversità, infrastrutture verdi, verde e forestazione urbana . In fase di pianificazione urbanistica e territoriale, le nature based solution dovrebbero essere predominanti, così come sarà fondamentale integrare negli strumenti di pianificazione dei Comuni le nuove mappe di pericolosità dei Piani di gestione del rischio alluvioni (Pgra) che dovranno essere recepite nei Piani di assetto idrogeologico (Pai).
Il pubblico deve dare l'esempio
La nuova priorità, conclude il documento, è progettare pensando al benessere dei cittadini, attraverso il contrasto delle conseguenze dannose del cambiamento climatico. Le aree di proprietà pubblica, locale e nazionale, devono diventare il volano principale per le azioni di adattamento basate sulla natura. È il pubblico che deve dare l’esempio, come incentivo anche per comportamenti virtuosi da parte dei privati. Per questo il Gruppo di lavoro propone:
- che le aree disponibili del patrimonio pubblico non oggetto di accordo di valorizzazione siano protette con una moratoria nazionale per ogni progetto di edificazione o alienazione;
- che le aree disponibili del patrimonio pubblico oggetto di accordi di valorizzazione, come le aree demaniali ed ex militari nelle città, vengano sottoposte ad un monitoraggio urgente dello stato di attuazione dei progetti di trasformazione urbanistica per svincolarle dai progetti di valorizzazione in corso incompatibili con gli obiettivi del Pnacc.
di Tommaso Tautonico