Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

Progresso globale in pausa: aumenta il divario tra i Paesi a basso e alto reddito

L’Indice di sviluppo umano registra il tasso di crescita più basso di sempre, ma l’intelligenza artificiale può aprire nuovi percorsi e possibilità. 28/5/25

mercoledì 28 maggio 2025
Tempo di lettura: 4 min

Il rapporto “A matter of choice: people and possibilities in the age of AI”, pubblicato il sei maggio dal Programma delle Nazioni unite per lo sviluppo (Undp), evidenzia il ritmo di crescita più lento mai registrato. L'Indice di sviluppo umano (Isu), che misura i progressi in termini di aspettativa di vita, istruzione e reddito, mostra come, a cinque anni dalla pandemia da Covid-19, il tenore di vita non stia migliorando. Tuttavia, l’intelligenza artificiale rappresenta una leva decisiva per migliorare l’attuale andamento: “Le scelte che facciamo hanno il potenziale per riaccendere lo sviluppo umano e aprire nuovi percorsi e possibilità”, ha dichiarato l'amministratore dell’Undp Achim Steiner durante la presentazione del Rapporto che si è tenuta a Bruxelles.

Il valore medio globale dell’Isu ha registrato il tasso di crescita più basso dal 1990, e il divario tra i Paesi più sviluppati e quelli a basso sviluppo cresce per il quarto anno consecutivo. Gli Stati più poveri del mondo si sono fermati anche su altri indicatori: la povertà estrema è stata ridotta a malapena dal 2015, le misure di salute pubblica sono diminuite e i tassi di crescita economica sono stati in media più lenti di quelli delle economie più sviluppate.

Attualmente, il 97% dei Paesi ad alto reddito ha recuperato o superato i punteggi di sviluppo umano precedenti alla pandemia, ma i Paesi più poveri sono in grave difficoltà.

La classifica dell’Indice di sviluppo umano

A guidare la classifica Isu sono i Paesi del Nord Europa. L’Islanda si conferma al vertice, con un reddito pro capite di circa 70mila dollari, un’aspettativa di vita media di 82 anni e più di 18 anni di istruzione previsti per ogni bambino islandese. Norvegia e Svizzera registrano una differenza di punteggio minima dall’Islanda, seguono Danimarca, Germania e Svezia.

Gli Stati Uniti si collocano al 17esimo posto, a pari merito con Nuova Zelanda e Liechtenstein. Tuttavia, bisogna considerare che l’indice di sviluppo umano non misura le disuguaglianze all'interno del Paese. Ad esempio, gli statunitensi più ricchi tendono a vivere molto più a lungo dei cittadini più poveri.

I Paesi del mondo arabo, dell'America Latina e dei Caraibi rientrano tra le nazioni che hanno registrato la ripresa più lenta del tenore di vita dopo la pandemia. La parte inferiore della classifica dello sviluppo umano è dominata però dall’Africa subsahariana: nelle ultime nove posizioni si trovano solo Paesi africani. La nazione con il punteggio più basso è il Sud Sudan, dove l'aspettativa di vita alla nascita è inferiore a 58 anni, la scolarizzazione media è sotto i sei anni e il reddito nazionale lordo pro capite è di soli 688 dollari.

Global democracy index: diminuiscono nel mondo i governi democratici

Secondo l’Indice dell’Economist, nel 2024 solo il 45% della popolazione viveva in una democrazia, il 39% sotto un regime autoritario e il 15% in sistemi “ibridi”. In ascesa disaffezione alla politica e populismo: pesa la scarsa fiducia nei governi. 7/3/25

  

Dove si trova l’Italia nella classifica globale?

Il valore dell'Indice di sviluppo umano del nostro Paese nel 2023 è pari a 0,915, collocando l’Italia nella categoria di sviluppo umano “molto alto”: 29esima su 193 Paesi e territori.

Dal 1990 al 2023, il valore dell’Isu italiano è passato da 0,787 a 0,915, presentando un incremento del 16,3%. L'aspettativa di vita alla nascita è aumentata di 6,72 anni, gli anni di scolarizzazione previsti sono cambiati di 3,75 anni e gli anni medi di scolarizzazione sono passati a 3,39 anni. Infine, il Prodotto nazionale lordo pro capite ha subito una variazione di circa il 22,5%.

Fonte: Undp

Sviluppo umano e intelligenza artificiale

Il Rapporto sullo sviluppo umano 2024-2025 rivolge particolare attenzione al potenziale dell'intelligenza artificiale (AI) nel supportare organizzazioni e istituzioni nella trasformazione delle economie e delle società. Può essere una risorsa utile per rispondere ai bisogni dei cittadini.

Nel documento si evidenzia che il lavoro umano è indispensabile per i sistemi di intelligenza artificiale, ancora dipendenti dagli esseri umani in tutte le sue fasi, dalla progettazione allo sviluppo. Dai risultati di un nuovo sondaggio presentato nel Rapporto, emerge una fiducia diffusa nelle capacità dell’AI di contribuire allo sviluppo umano. Metà degli intervistati a livello globale ritiene che il proprio lavoro potrebbe essere automatizzato, mentre sei persone su dieci si aspettano che l'AI abbia un impatto positivo sul proprio impiego, favorendo la creazione di nuove e opportunità e nuovi posti di lavoro.


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La permanenza del divario digitale rappresenta, però, un ostacolo alla piena valorizzazione dell’intelligenza artificiale come strumento utile al cambiamento e allo sviluppo umano. Il Programma delle Nazioni unite per lo sviluppo sottolinea quindi la necessità di adottare nuove politiche per potenziare le competenze dei lavoratori e prevenire la sostituzione prematura del lavoro umano con le tecnologie automatizzate.

Scarica il Rapporto

 

Di Ilaria Delli Carpini

 

Copertina: 123rf

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