Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Luisa Leonzi
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

Come stanno le democrazie nel mondo, tra progressi e dietrofront

Male l’Africa, ma anche l’Europa peggiora. A deteriorarsi maggiormente è lo stato di diritto, mentre cresce la rappresentanza. Segnali contrastanti in un clima di incertezza globale. Lo spiega il Rapporto 2025 sullo stato della democrazia.15/9/25

lunedì 15 settembre 2025
Tempo di lettura: min

La democrazia in tutto il mondo continua a indebolirsi. Nel 2024, 94 Paesi, che rappresentano il 54% di tutti quelli valutati, hanno subìto un calo in almeno un fattore della performance democratica, rispetto a cinque anni prima. Al contrario, solo 55 paesi (32%) hanno registrato progressi in almeno un ambito nello stesso periodo.

È quanto emerge dal Rapporto 2025 sullo stato globale della democrazia, elaborato dall’International institute for democracy and electoral assistance (Idea), che offre una fotografia dell'attuale clima globale di radicale incertezza, esemplificato dagli sviluppi politici negli Stati Uniti che stanno mettendo in discussione presupposti consolidati sulla resilienza democratica e sul multilateralismo.

I Paesi africani rappresentano la quota maggiore del deterioramento democratico a livello globale, con il 33%, seguiti dall'Europa, con il 25%. Asia, Pacifico e Americhe invece rappresentano una quota minore, rispettivamente il 20% e il 16%.

I fattori democratici misurati

Nel confronto tra il 2024 e il 2019, quattro sono state le categorie prese in esame: rappresentanza, diritti, stato di diritto e partecipazione. Tra queste, 71 Paesi (il 41%) rientrano nella fascia di performance bassa per quanto riguarda lo stato di diritto, mentre in termini di rappresentanza, 47 Paesi (il 27%) hanno ottenuto punteggi elevati nel 2024. Tuttavia, si sono osservati numerosi cali nelle categorie elezioni credibili e Parlamento efficace.

Tra i diritti, le libertà civili sono state uno dei fattori che ha registrato i cali più ampi, con gli impatti più significativi osservati nella libertà di stampa, seguiti da libertà di espressione, uguaglianza economica e accesso alla giustizia. La performance nella libertà di stampa è diminuita in 43 Stati (quasi un quarto di quelli analizzati), e tra questi, in particolare, in Afghanistan, Burkina Faso, Myanmar e Corea del Sud, un Paese che è sceso da un livello alto a uno medio.

Per quanto riguarda la libertà di espressione, 20 Paesi hanno fatto registrare miglioramenti, tra cui spicca il Cile, mentre in 39 i dati rilevano un peggioramento. Sono stati osservati progressi anche in altri ambiti della democrazia a livello mondiale, in particolare in termini di assenza di corruzione, accesso alla giustizia e credibilità delle elezioni. Il Botswana ha registrato il miglioramento maggiore in termini di credibilità elettorale.

Rappresentanza

Tra i primi 10 Paesi in termini di performance sulla rappresentanza per il 2024, Germania, Danimarca e Norvegia continuano a guidare la classifica a livello mondiale, mentre Mauritius fa registrare un notevole miglioramento, salendo di 23 posizioni in classifica. Questi Paesi sono in contrasto con le tendenze globali più ampie del 2024, che indicano l’andamento più basso dal 2001 in termini di rappresentanza. Sono stati registrati infatti cali in 21 Paesi, la maggior parte dei quali avevano già in passato una bassa performance.

Diritti

Un piccolo gruppo di Paesi continua a essere all'avanguardia nella tutela dei diritti. Come illustrato nella Tabella 2.2, Danimarca, Svizzera e Germania hanno occupato le prime tre posizioni nel 2024, mantenendo una performance stabile, mentre Paesi come Norvegia, Irlanda e Svezia hanno registrato notevoli miglioramenti.

Stato di diritto

Nonostante le diffuse sfide allo Stato di diritto a livello globale, diversi Paesi continuano a stabilire standard elevati in questo ambito. Questi Paesi dimostrano punti di forza costanti in termini di indipendenza giudiziaria, bassi livelli di corruzione, applicazione prevedibile della legge e solide tutele contro la violenza politica.

Tuttavia, questi esempi positivi sono in contrasto con le tendenze globali più ampie. Tra tutte le categorie di performance democratica, il numero più elevato di cali a livello aggregato si è verificato proprio nella categoria stato di diritto.

Partecipazione

Allo stesso tempo, la partecipazione è rimasta relativamente stabile dal 2019 al 2024, con solo 11 Paesi che hanno registrato cambiamenti significativi. I cali (nove Paesi) superano i progressi (due) e la maggior parte dei cali si è verificata in Paesi che avevano già registrato risultati bassi, tra cui Afghanistan, Repubblica Centrafricana, Kuwait, Myanmar, Nicaragua e Russia. I due Paesi che hanno registrato miglioramenti sono stati Brasile e Figi, entrambi con risultati elevati.

Conclusioni

In conclusione, gli autori dello studio ribadiscono quanto la democrazia richieda pazienza, mantenimento e, a volte, anche innovazione, per fare fronte al rapido evolversi dei fenomeni locali e globali, tra cui in particolare le migrazioni. Ciò che rimane universalmente vero è che la resilienza a lungo termine delle istituzioni democratiche dipenderà da una riflessione ponderata, inclusiva e regolare e da soluzioni adattate ai problemi e alle priorità specifici del contesto.

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Copertina: 123rf

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