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Italia: in arrivo il primo titolo di Stato green, avrà scadenza nel 2045
Il Mef annuncia la nascita di uno strumento in grado di “aiutare il Paese a sostenere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030”. Il Btp green andrà a rifinanziare soprattutto le spese del periodo 2018-2020. 3/03/21
Dovrebbe avvenire a breve l’emissione del primo Btp green, il titolo di Stato dedicato alla spesa pubblica con positivo impatto ambientale. Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha infatti dato mandato alle banche per il primo collocamento sindacato del nuovo titolo, indicando che “la transazione sarà effettuata nel prossimo futuro” e che il titolo avrà scadenza al 30 aprile 2045.
Il Btp verrà emesso nell’ambito del “Quadro di riferimento per le emissioni di titoli di Stato green (green bond framework)”, pubblicato il 25 febbraio dal Mef e presentato dal direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera e dal responsabile della direzione Debito Pubblico Davide Iacovoni nel corso di una conferenza stampa. Un documento atteso, che segna l’ingresso dell’Italia “nel mercato del debito sovrano collegato alla finanza sostenibile”.
Attraverso, infatti, l’emissione di Btp green l’Italia intende finanziare tutte le spese che serviranno a realizzare gli obiettivi di matrice ambientale che sono stati delineati dalla Tassonomia europea delle attività sostenibili. Si tratta non solo di attività connesse alla lotta al cambiamento climatico, come quelle di mitigazione e adattamento, ma anche di economia circolare, di conservazione del capitale naturale, di prevenzione e controllo dell’inquinamento. Inoltre, si legge sul sito del ministero, “l'utilizzo dei proventi raccolti tramite le emissioni di titoli green aiuterà l'Italia a sostenere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu”.
Per quanto riguarda l’emissione dei green bond, è stato istituito un Comitato interministeriale che si incaricherà sia di valutare le spese in linea con la tassonomia europea, e quindi in grado di ottenere il finanziamento, sia di monitorare gli impatti di questi titoli in termini reali e di benefici per la popolazione. Il tutto, sarà poi riportato all’interno di un rapporto annuale dal titolo “Italian sovereign green bond allocation and impact report”, che illustrerà la trasformazione che uno strumento finanziario del genere è in grado di apportare sul territorio italiano.
Obiettivo è quello di investire in progetti per 35 miliardi di euro, tetto massimo “teorico” dato che, fanno sapere dal Ministero, saranno le condizioni del mercato e, soprattutto, la domanda a stabilire il peso dell’emissione. Il Btp servirà in particolar modo a rifinanziare le spese già effettuate nel periodo 2018-2020 e, successivamente, andrà a coprire quelle dal 2021 in poi.
Nel nostro Paese, il dibattito che ruota intorno ai green bond è cresciuto sempre di più nel corso degli ultimi anni. Gli strumenti proposti dalla finanza sostenibile sono ormai ritenuti centrali per l’intera adozione dell’Agenda 2030 e, dell’argomento, si era discusso anche durante gli eventi dell’ASviS. In occasione della presentazione del Rapporto ASviS 2019 di ottobre, per esempio, l’allora titolare del Mef, Roberto Gualtieri, aveva dichiarato: “il governo italiano emetterà dei green bond che saranno specificatamente ‘earmarked’, cioè indirizzati a sostenere interventi nella direzione della sostenibilità e che, sono fiducioso, proprio per questo avranno un’accoglienza positiva da parte degli investitori e del mercato”.
Ancora prima, il 21 maggio 2019, durante l’evento di apertura del Festival dello sviluppo sostenibile, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco aveva focalizzato il suo intervento, per certi versi storico, sui rischi per gli investitori derivanti dalla crisi climatica. “Data la sua cruciale funzione nell'allocazione delle risorse, il settore finanziario riveste un ruolo chiave nell'influenzare la portata, la velocità e la fluidità della transizione”, sottolineava Visco, “potrà farlo in modo efficace se anche gli intermediari terranno conto dei fattori di sostenibilità nei sistemi di governo societario e nelle loro strategie di gestione dei rischi e di investimento. Gli effetti dei cambiamenti climatici sull’economia reale possono propagarsi al settore finanziario attraverso diversi canali. Le catastrofi naturali interrompono le funzioni produttive delle imprese e delle famiglie, aumentandone la vulnerabilità finanziaria, riducendo il valore delle attività date in garanzia per ottenere credito e rendendo più complesso il rimborso dei prestiti. I maggiori rischi dovuti ai cambiamenti climatici potrebbero indurre le banche a restringere il credito nei confronti dei soggetti localizzati nelle aree più a rischio, con potenziali ripercussioni negative anche sulla trasmissione degli impulsi di politica monetaria. Nel nostro Paese l’interesse espresso dai risparmiatori per la finanza sostenibile è significativo, ma l’offerta di prodotti non è ancora sufficiente a soddisfare la domanda: vi è spazio per nuovi progetti da finanziare, servono strumenti adeguati sui quali investire ed è fondamentale la capacità delle imprese di fornire le informazioni necessarie sulla sostenibilità delle proprie attività”.
Una dichiarazione che, riletta oggi, sembra anticipare proprio la nascita di nuovi strumenti finanziari italiani orientati al rispetto dei vincoli ambientali. E il green bond, che il ministero dell’economia si accinge a emettere, è uno di questi.
Scarica il Quadro di riferimento per le emissioni di titoli di Stato green (green bond framework)
Guarda il video di presentazione del Btp green
di Ivan Manzo