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Rischi climatici, dalla Bce nuovi indicatori per valutarne l’impatto sulla finanza
Crescono i titoli destinati a progetti green e sociali. Da Francia e Germania la percentuale più alta di debito green dell'area euro. Stress idrico, incendi e tempeste i fenomeni che mettono più a rischio il settore finanziario. 6/2/23
Nel luglio 2022 la Banca centrale europea ha pubblicato un dettagliato piano d'azione per il clima, che contiene alcune osservazioni su come integrare i cambiamenti climatici nel quadro di politica monetaria. Dopo sei mesi, Francoforte ha diffuso il rapporto “Towards climate-related statistical indicators”, che contiene una prima serie di indicatori statistici in grado di valutare l'impatto dei rischi climatici sul settore finanziario, monitorare lo sviluppo della finanza sostenibile e contribuire alla realizzazione del suo piano d'azione per il clima.
“Abbiamo bisogno di capire meglio come il cambiamento climatico e il settore finanziario possono influenzarsi a vicenda”, ha dichiarato Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo della Bce, “per questo lo sviluppo di dati di alta qualità è fondamentale e gli indicatori sono un primo passo per aiutare a ridurre il divario dei dati sul clima, fondamentale per compiere ulteriori progressi verso un'economia climaticamente neutra”.
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I nuovi indicatori, di natura sperimentale e analitica, riguardano tre aree: finanza sostenibile, emissioni di carbonio e rischi fisici. Gli indicatori, precisa la Bce, hanno lo scopo di avviare una conversazione più ampia tra le parti interessate, e vanno utilizzati con cautela, essendo ancora in via di sviluppo. Vediamoli nel dettaglio.
Indicatori sperimentali sulla finanza sostenibile. Forniscono una panoramica degli strumenti di debito verde, sociali, sostenibili o legati alla sostenibilità. Francia e Germania sono i principali emittenti e detentori di titoli di debito verde, con oltre la metà del mercato. I Paesi Bassi sono il terzo emittente e il Lussemburgo è il terzo detentore. I restanti Paesi dell'area euro rappresentano una piccola quota sia delle emissioni che delle partecipazioni del mercato dei green bond.
I dati mostrano che il volume di obbligazioni sostenibili è più che raddoppiato negli ultimi due anni ed è cresciuto molto più rapidamente del mercato obbligazionario complessivo dell'area dell'euro. Oltre ad aumentare la trasparenza, questi indicatori aiutano a monitorare i progressi nella transizione verso un'economia a zero emissioni. La mancanza di standard accettati e armonizzati a livello internazionale su ciò che definisce un'obbligazione verde o sostenibile, sottolinea il Rapporto, rende i dati meno affidabili.
Dall'inizio del 2021, le disponibilità di titoli di debito sostenibili nell'area dell'euro sono aumentate costantemente. Nonostante questi strumenti stiano diventando alternative di investimento sempre più rilevanti, nel complesso rimangono un elemento minore nei portafogli d’investimento.
Indicatori analitici di emissioni. Aiutano a valutare il ruolo del settore finanziario nel finanziamento delle attività legate al carbonio, e quindi a valutare i rischi di transizione associati. I risultati mostrano che nell'area euro la maggior parte del finanziamento delle emissioni globali dirette e indirette avviene tramite fondi di investimento, mentre le attività a più alta intensità di carbonio sono finanziate tramite il settore bancario.
Indicatori di rischio analitici sui rischi fisici. Questa categoria di rischi analizza l'impatto dei pericoli naturali, come inondazioni, incendi o tempeste, sulla performance dei portafogli di prestiti, obbligazioni e azioni. I danni che ne derivano possono avere un impatto significativo sul sistema finanziario.
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Ad esempio, le aziende colpite da inondazioni o siccità potrebbero avere difficoltà a onorare i propri debiti. Le garanzie accessorie, come edifici o terreni, potrebbero perdere valore, influire sui livelli dei prezzi e sulla stabilità del nostro sistema finanziario. Le maggiori esposizioni al rischio sono associate a stress idrico, incendi e tempeste. Questi pericoli sono più diffusi, in quanto non limitati a specifiche regioni geografiche come aree fluviali, costiere o montane. Mentre il rischio di tempeste colpisce ampiamente i portafogli finanziari nell'area dell'euro, il rischio che questo pericolo causi gravi danni è piuttosto basso. Al contrario, le inondazioni sono limitate alle zone costiere e fluviali, ma si stima che abbiano un livello più elevato di danni e perdite.
di Tommaso Tautonico