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Cosa ci si aspetta dal summit sugli SDGs delle Nazioni unite del 18 e 19 settembre
L’evento voluto dal segretario generale dell’Onu intende costruire un nuovo approccio multilaterale allo sviluppo sostenibile. Per rendere concreta l’Agenda 2030 bisogna trasformare il sistema di governance globale. 25/8/23
Sono in corso i preparativi per l’SDG summit del 18 e 19 settembre, l’evento voluto dal segretario generale Onu, António Guterres, per fare il punto sullo stato di attuazione dell’Agenda 2030 a metà del suo cammino. Il summit sarà il fulcro della settimana di “alto livello” dell'Assemblea generale dell’Onu e cercherà di dare risposta alle molteplici crisi, tra loro interconnesse, che il mondo si trova ad affrontare. Riaccendere un senso di speranza e trasmettere entusiasmo per la costruzione di un nuovo approccio multilaterale allo sviluppo sostenibile è l’obiettivo dichiarato da Guterres che punta così a mobilitare i Paesi in un momento di tensione internazionale.
L'apertura del vertice sarà caratterizzata dalle dichiarazioni del presidente dell'Assemblea generale, l’ungherese Csaba Kőrösi, del segretario generale delle Nazioni unite e del presidente del Consiglio economico e sociale delle Nazioni unite (Ecosoc), il coreano Oh Joon. L’intero processo di dichiarazioni partirà dalle conclusioni raggiunte durante l’High-level political forum (Hlpf) di luglio, l’evento annuale delle Nazioni unite nato per monitorare i progressi sull’Agenda 2030.
Con la lettera del 21 luglio il presidente dell’Assemblea generale ha chiesto esplicitamente agli Stati membri di prendere in considerazione le bozza per la sottoscrizione del documento finale al fine di raggiungere un ampio consenso. Il testo sottolinea che il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile è in pericolo e per questo motivo occorre intraprendere azioni coraggiose, ambiziose, accelerate, giuste e trasformative. Il testo esprime inoltre profonda preoccupazione per il marcato aumento del divario finanziario stimato per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e apre una serie di questioni legate ai finanziamenti internazionali.
Novità di quest’anno è il chiaro riferimento alle sfide lanciate dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale, per capire come trarre vantaggio da questa rivoluzione tecnologica. Infine, il documento si impegna a sostenere pienamente l’azione delle Nazioni unite e ricorda l’importanza del Summit del futuro che arriverà nel 2024.
Le iniziative “ad alto impatto”
Il sistema delle Nazioni Unite sta mobilitando tutte le parti interessate attorno a 12 iniziative ad alto impatto per la realizzazione degli SDGs entro il 2030. Le iniziative sono progettate per generare impegni mirati e partenariati rafforzati, per sostenere l’attuazione a livello nazionale con sei transizioni definite “chiave” per lo sviluppo sostenibile - energia, istruzione, sistemi alimentari, protezione sociale e occupazione, digitalizzazione, ambiente naturale -, attraverso “cinque fattori abilitanti” - finanza, commercio, dati, governance, localizzazione -, senza dimenticare la parità di genere, considerata come il “12esimo” obiettivo trasversale. Le 12 iniziative ad alto impatto saranno al centro delle sessioni dell’SDG action weekend, in particolare il 17 settembre. La giornata presenterà una serie di esempi illustrativi di Paesi o contesti in cui si stanno compiendo progressi significativi.
I risultati dell’Hlpf
Come ricordato precedentemente, il Summit sugli SDGs ripartirà dalle conclusioni arrivate durante gli otto giorni del Forum di alto livello che si è tenuto dal 10 al 19 luglio – qui per una sintesi sui risultati -. In generale, il Forum ha sottolineato la necessità di mettere in piedi un’azione coraggiosa e trasformativa a tutti i livelli per accelerare l’attuazione e il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Per l’occasione 38 Paesi e l’Unione europea hanno presentato le loro Voluntary national review (Vnr) che descrivono quali azioni si stanno intraprendendo per rendere il mondo un posto più giusto, equo e inclusivo.
Nel suo documento l’Europa ha ribadito l’impegno sullo sviluppo sostenibile, da portare avanti grazie a un approccio integrato. “L'Unione europea mira a un elevato standard di ambizione attraverso politiche e strategie profondamente trasformative, come il Green deal europeo, che sono intrinsecamente legate al perseguimento degli obiettivi, e promuove la trasformazione globale verso un mondo sostenibile e pacifico”, si legge infatti nella Vnr. “Le priorità della Commissione europea sono strettamente interconnesse con le cinque P (Persone, pianeta, prosperità, pace e partnership) del preambolo dell’Agenda 2030”, prosegue il documento. La revisione volontaria dell'Unione fornisce una sintesi completa delle azioni a sostegno dell'attuazione degli Obiettivi e include alcune considerazioni sulla coerenza delle politiche.
L'edizione speciale del Rapporto Onu sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile
Al Summit sugli SDGs, i leader mondiali dovranno prendere posizione sul "Sustainable Development Goals Report 2023: Special Edition. Towards a Rescue Plan for People and Planet", il Rapporto ufficiale delle Nazioni unite pubblicato a luglio che fa il punto sull'Agenda 2030. Il documento, trattato in maniera più estesa sul sito ASviS nella sua prima stesura inedita disponibile qui, da un lato mostra la serietà con cui molti Paesi hanno preso gli impegni sottoscritti e i passi avanti compiuti da diversi punti di vista, ma dall’altro segnala i danni devastanti che la pandemia, la crisi climatica, la guerra in Ucraina e le sue ripercussioni sui mercati dell’energia e del cibo, le migrazioni di massa legate alle condizioni del clima e alle guerre, hanno creato e creano in tanti Paesi, ma specialmente in Africa.
Il Rapporto indica che, a metà dei 15 anni presi a riferimento dall’Agenda 2030, per il 50% dei target il progresso è insufficiente o a rischio, mentre per il 30% di essi (specialmente quelli relativi alla povertà, alla fame e alla crisi climatica) la situazione è stagnante o è addirittura peggiorata rispetto a sette anni fa. Di fronte a questo quadro desolante, Guterres ha segnalato che “stiamo lasciando indietro più del 50% del mondo. Se non agiamo ora, l’Agenda potrebbe diventare l’epitaffio del mondo che avrebbe potuto essere”.
Uno sguardo al summit del futuro del 2024
Per avere successo, il Summit sugli SDGs dovrà incoraggiare i Paesi a collaborare anche in vista del Summit del futuro del 2024. Si tratta infatti di due eventi strettamente connessi, che per avere successo richiedono una trasformazione del sistema di governance internazionale. Operando su alcuni “pilastri” delle Nazioni unite, come pace e sicurezza, sviluppo sostenibile e diritti umani, i “percorsi negoziali” dei due Summit possono e devono supportare gli Stati membri e gli attori non statali a rispettare l'Agenda 2030 e altri importanti accordi globali sottoscritti negli ultimi anni, come quello di Parigi sulla crisi climatica.
di Ivan Manzo